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Conferenza Movimento club Pannella
Partito Radicale Rinascimento - 22 gennaio 1996
IL GIORNALE DEL 22-1-96
Articolo di Marco Ventura

"PANNELLA CHIEDE AGLI ITALIANI 250MILA FIRME IN 10 GIORNI"

IL LEADER DEI RIFORMATORI:"LE DIMISSIONI DEL CAPO DELLO STATO NON BASTANO. MERITA L'INCRIMINAZIONE PER L'ATTENTATO ALLA COSTITUZIONE"

"Se giovedì sera, in Piazza Duomo a Milano, saremo 20-25mila e avremo raccolto 100mila firme per le dimissioni di Scalfaro, il passaggio successivo sarà l'obiettivo di 300mila firme in dieci giorni. A quel punto, il presidente della Repubblica dovrà tenere conto". Marco Pannella spinge l'acceleratore contro il capo dello Stato. "Oltre alle dimissioni, chiediamo che il prossimo Parlamento ne decida la messa in stato d'accusa per attentato alla Costituzione".

Qual è il ruolo di Scalfaro in questa crisi?

"Quello di sempre. Il cuore della reazione, i comunisti dicevano una volta le forze oscure della reazione, è Oscar Luigi Scalfaro. E' lui che organizza una lunga trama e ha la forza di proporre il rilancio del terzo tempo della Prima Repubblica e dell'unità nazionale. Che non caso fu fatta da un democristiano di destra come Andreotti e oggi da uno più a destra di Andreotti, uno che era sospettato di connivenze con le correnti scelbiane".

Sarebbe Scalfaro a volerla?

"La sta facendo nella convinzione di assicurare una continuità nella quale tutti quelli che naturalmente lui intende come democristiani delle varie correnti si trovino sempre più avvantaggiati. Se è vero che il cuore politico della trama è l'ammirevole gestore di questa lunga operazione, ed è non un capo dello Stato, ma uno che essendo capo dello Stato si muove da capo di un partito o trans-partito, quella di mirare al cuore è la nostra risposta ed è l'unica possibile".

E' Scalfaro a tramare, o non sono forse Berlusconi e D'Alema a cercare un accordo?

"Berlusconi è stato acchiappato nella trama come in una ragnatela. Sembra oggi che un anno e mezzo di lotte feroci, incivili, convergenti, abbiano fiaccato anche chi ha incarnato la speranza di un'alternativa, e di un'alternativa incontrollabile per la Confindustria e per il suo fratello siamese, il sindacato e il mondo delle corporazioni, e quindi le burocrazie partitiche".

L'intesa si farà?

"Il Paese e tutti noi rischiamo di pagare molto cara la generosa illusione di Berlusconi. Mi auguro che Silvio verifichi quanto sia utile fidarsi del miraggio di profonde intese. Se passa la linea alla Urbani del doppio turno e del semi-presidenzialismo, o Berlusconi accetta di diventare uno dei quindici o venti leader dell'assetto di regime, e quindi finisce, o se ne deve andare via subito, o altrimenti rischia di reagire quando è troppo tardi."

Rifondazione comunista potrebbe a un certo punto aggregarsi all'iniziativa?

"No, perchè non può presentarsi autonomamente alle elezioni: prima punta ad avere i parlamentari, e poi lotta. Quando non ha fatto cadere il governo Dini, Bertinotti conosceva benissimo la differenza tra un annuncio di dimissioni e un annuncio di dimissioni irrevocabili, e non le ha chieste sapendolo, salvo poi dolersi che fossero revocate. Ma è indubbio che a sinistra la pentola sta per esplodere".

Perchè la messa in stato d'accusa?

"Per l'annullamento dei poteri costituzionali: del Parlamento, dell'esecutivo, degli stessi limiti e regole della presidenza della Repubblica. Siamo nello stato di fatto in cui qualcuno che secondo la costituzione, essendo eletto dal Parlamento, dovrebbe esprimersi attraverso messaggi formali al Parlamento, non ha fatto un solo messaggio e invece tutti i giorni si rivolge al popolo contro il Parlamento: ne sequestra i poteri di indirizzo e controllo, e così del governo. Per questo denunciamo anche Dini, che ha accettato di annullare le responsabilità proprie del governo lasciandole esercitare al presidente della Repubblica. mentre il Parlamento doveva discutere l'atteggiamento dell'Italia verso l'Onu, il capo dello Stato in 45 minuti ha detto davanti al Boutros-Ghali quello che dovrebbe essere l'atteggiamento italiano sulla riforma delle Nazioni unite: questo è clamoroso. In generale, quando il presidente esprime un'opinione politica, dà il crisma della verità istituzionale a un'opinione di parte".

 
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