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Conferenza Movimento club Pannella
Partito Radicale Angiolo - 24 gennaio 1996
DOSSIER SCALFARO. Testo n.3

IL PRESIDENTE SCALFARO HA REQUISITO L'ITALIA E IL VOTO

di Marco Pannella

(L'Opinione, 22 dicembre 1995)

"OSCENO PER IRRESPONSABILITA' E PER IGNORANZA, NELLE MIGLIORI DELLE IPOTESI, IL VOTO A MAGGIO-GIUGNO. OSCENO IL VOTO CHE SI VUOLE IMPORRE ALL'ITALIA NELLA CONFERENZA CONCLUSIVA DEL SEMESTRE, IL CAPO DELLO STATO SA BENISSIMO TUTTO QUESTO E OPERA PER QUESTO? OCCORRE VOTARE AL MASSIMO ALL'INIZIO DI MARZO. SCALFARO FACCIA OGGI QUELLO CHE DEVE E, CHE RAPPRESENTO', INVECE, UNA PAGINA TUTTORA OSCURA NEL GENNAIO 1994, QUANDO LO FECE."

"Nel gennaio 1994 il Parlamento, ed in particolare la Camera, era ultrapronto a confermare la fiducia al Presidente del Consiglio Ciampi. Il Presidente della Repubblica e il suo Presidente del Consiglio ritennero invece che il Parlamento andasse comunque sciolto, senza nemmeno consentirgli dieci giorni di lavoro per atti dovuti: si convocarono le elezioni per la Pasqua ebraica, e si dovette poi intervenire in modo assolutamente scorretto per "sanare" in qualche modo quella enormità.

Resta, quella, una pagina oscura e torbida. Non si sono mai conosciute le reali motivazioni che fecero vietare al Parlamento sia un Ciampi-bis, sia la conferma del Governo Ciampi. Dovremo, penso, occuparcene nel documento con cui denunceremo una politica di offesa alla Costituzione da parte dell'attuale Presidente della Repubblica.

Ciò premesso, dobbiamo oggi, con assoluta convinzione e con fermezza, denunciare l'l'irresponsabilità e la illegittima strumentalità dei discorsi che vengano da parte politica che, nel suo assieme, si riferisce al Presidente della Repubblica, e che ha un solo scopo evidente: impedire il più a lungo possibile nuove elezioni e difendere a qualsiasi costo una situazione di sospensione della legalità costituzionale a favore di una conduzione personale del governo del paese da parte del Capo dello Stato. Oggi, in particolare, si continua ad evocare il "semestre europeo" come valore da tutelare, con carattere prioritario rispetto ad ogni altro. E si ha la spudoratezza di parlare di elezioni a fine maggio o giugno! Vergogna.

Fra lo scioglimento delle Camere e la tenuta delle elezioni, grazie anche alla "complessità" della legge Mattarella, devono intercorrere almeno sessanta giorni. Venti giorno occorrono per convocare le nuove Camere. Altri 15 giorni, in complesso, per la loro "costituzione": Presidenti, Uffici di Presidenza, Conferenza dei Presidenti dei Gruppi, costituzione delle Commissioni ecc...

Vogliamo assegnare dieci giorni di tempo per l'incarico al Presidente del Consiglio, la formazione del Governo, la fiducia delle Camere? Sarà un miracolo, ma un miracolo da tentare. Dunque, in totale, un minimo di 105 giorni per avere un nuovo Governo.

Tutto questo il Presidente della Repubblica, di certo, lo sa benissimo, ultrabene, come nessuno. Allora? Votare a maggio o giugno, significa concludere il "semestre" europeo, proporre e sottoscrivere patti e impegni italiani e avere l'autorità per sostenerne di generali con una funzione di mediazione e di propositore di "compromessi" che siano accettati da tutti, con un "Governo" in carica per il "disbrigo" degli affari correnti da mesi e, al momento finale del semestre, ormai senza più alcuna legittimità di rappresentanza nazionale e parlamentare, una vuota larva che (poichè la politica e lo Stato non tollerano il vuoto) si sarà riempita del peggio di una realtà oligarchica, acostituzionale, assolutamente antidemocratica. Coloro che dovranno presiedere la massime assise europee, alla presenza e con la partecipazione di una trentina di Capi dello Stato e degli Esecutivi, non saranno che funzionari senza nessun'altra legittimazione e forza che quella di fatto dovuta alla sospensione della Costituzione e dei s

uoi valori.

Il Presidente della Repubblica sa benissimo, ultrabene, questa realtà. Avendo requisito i poteri costituzionali di Parlamento, forze politiche, Presidenza del Consiglio egli continua a evocare "il Parlamento sovrano", e intanto o lascia consumare tutto, e tutto manda in putrefazione; e dona all'Europa intera questa oscena rappresentazione del nostro paese e della sua vita "civile".

Il Presidente della Repubblica sa benissimo, ultrabene, che non esisterebbe altra soluzione, ormai, per evitare questa oscenità, questa ferita anche internazionale all'immagine dell'Italia e degli italiani, e questo colpo all'Unione Europea, che non ne ha certamente bisogno, che è votare a fine febbraio o all'inizio di marzo, cosicchè coincidano il primo atto importante del Governo che dovrà presumibilmente governare e rappresentare l'Italia per molti anni, e gli impegni "europei" e nazionali che dovrebbero vedere la luce a giugno, con il vertice conclusivo del nostro semestre. Con il prestigio e l'interesse europei e internazionali conseguenti.

Il Presidente della Repubblica sa benissimo che il sistema partitocratico che egli ha contribuito in modo determinante a rendere indecente e insopportabile (mancando solennemente a uno dei due "impegni solenni" che aveva pur assunto lo scorso anno con il suo messaggio di fine anno) esige che la "fuoriuscita" da questa fase per andare alle elezioni esige minuziosa e forte preparazione, da parte ed ad opera del Capo dello Stato.

Noi ci auguriamo che egli sia capace di non andare fino in fondo nella disastrosa scelta che ha ritenuto di dover far fin qui.

Berlusconi, D'Alema, Bertinotti, Fini e noi stessi, quanto meno, abbiamo chiesto reiteratamente di andare alle elezioni, di fatto, a febbraio. Scalfaro, e solo lui, non ha fin qui voluto ed ha operato in modo che le sabbie mobili dell'irresponsabilità e della faziosità risucchiassero tutto, ogni ragionevolezza, ogni senso di responsabilità.

In queste ore occorre fare l'impossibile per salvare un minimo di decenza della vita istituzionale e civile italiane. Elezioni, dunque, a fine febbraio, inizio di marzo!

 
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