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Conferenza Movimento club Pannella
Partito Radicale Rinascimento - 24 gennaio 1996
PERCHE' E' UN PAPOCCHIO
di Peppino Calderisi ed Elio Vito, deputati di Forza Italia.

Roma, 24-1-96

La lettura del testo dell'accordo pubblicato oggi da il Giornale di Feltri rivela che non si tratta affatto di una riforma, ma di un papocchio e di un imbroglio mostruoso. Infatti:

1. Non vi è elezione diretta del premier. (Addirittura l'elettore non voterebbe né indicherebbe neppure la lista capeggiata dal candidato premier perché il premio è attribuito automaticamente alla lista che ha ottenuto più seggi). Di fatto non vi sarebbe molto di più di quanto può avvenire già oggi con l'indicazione politica agli elettori dei candidati a premier da parte dei poli.

2. Il premier sarebbe debolissimo, un premier travicello nelle mani dei partiti. Infatti, se i partiti gli impedissero di fatto di governare (per esempio non mettendo neppure in discussione o comunque ostacolando i provvedimenti del governo), il premier non potrebbe ottenere lo scioglimento delle Camere, come avviene in Inghilterra o in Svezia. Lo scioglimento del Parlamento non è previsto in caso di dimissioni del premier, ma solo in caso di sfiducia con la clausola del divieto per il premier di ricandidarsi al governo !

Per intenderci: Berlusconi, quando ci fu il ribaltone, non avrebbe ottenuto lo scioglimento dimettendosi. Le Camere sarebbero state sciolte solo se Berlusconi si fosse fatto sfiduciare, ma in questo caso non avrebbe potuto ricandidarsi al governo !!! Pertanto i ribaltoni non sono vietati ma addirittura consentiti.

3. Con il premier debole, viene pertanto confermata, e anzi aggravata, la logica assemblearista. Siamo agli antipodi non solo del Presidenzialismo ma anche del sistema parlamentare inglese. La stabilità e i governi di legislatura rimarrebbero una chimera. I partiti potrebbero continuare a fare e disfare i governi. L'Ulivo, dopo aver candidato Prodi, potrebbe facilmente costringerlo alle dimissioni e poi sostituirlo. Continueremmo ad avere tre, quattro governi per ogni legislatura. A che serve allora la "riforma" ?

4. La legge elettorale è un ibrido complicatissimo di doppio turno e proporzionale. Viene infatti mantenuta la quota proporzionale abbinata al doppio turno (in Francia c'è il doppio turno, ma non c'è alcuna quota proporzionale e c'è invece l'elezione diretta del Presidente della Repubblica con funzioni di governo).

Con il sistema previsto, nei collegi uninominali non vi sarebbero candidati di coalizione, cioè dei poli, ma ciascun partito dovrebbe presentare dappertutto i propri candidati al fine di concorrere alla quota proporzionale. In ogni collegio vi sarebbe una miriade di candidati con lo scopo non di vincere il collegio ma di partecipare al riparto proporzionale. In questo contesto che incoraggia la proliferazione delle candidature, anche l'ipotesi subordinata del cosiddetto turno e mezzo (cioè si vince il collegio al primo turno se si ottiene il 40 % dei voti) non sarebbe praticabile e comunque darebbe ai cespugli un enorme potere di coalizione. Al primo turno non si gareggerebbe per vincere ma per impedire agli altri di ottenere il 40 %.

Di fatto il collegio uninominale maggioritario voluto dal referendum verrebbe stravolto e il funzionamento del sistema si avvicinerebbe a quello delle elezioni provinciali e della vecchia legge elettorale del Senato, cioè proprio della legge abrogata dal referendum !

5. Il documento legittima il ricorso alle desistenze. Il PDS e l'Ulivo vogliono un riconoscimento ufficiale, per legge, del metodo delle desistenze, per superare le fortissime obiezioni politiche suscitaste dall'ipotesi di utilizzare questa pratica con la Lega e rifondazione comunista. Facendo distinzione tra alleanze elettorali e di governo, verrebbe consentito ad esempio alla Lega e all'Ulivo di effettuare reciproche desistenze pur avendo candidati a premier diversi !

 
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