Credo che il disagio che emerge dal testo del Donvi non debba passare inosservato, in quanto riguarda la nostra capacità o incapacità di crescita come forza militante,e, per un Movimento che fa dell'autofinanziamento e del contatto diretto con i cittadini, elementi costitutivi della propria azione politica,questa non è certo una questione secondaria.Che risposte si possono dare?eccone una .....siate clementi,....
inserire nello statuto del Movimento il senso del punto 3.1.1 dello statuto del PR che recita quanto segue:"Le associazioni radicali sono costituite dagli iscritti che vi si associano per conseguire determinati obiettividella mozione congressuale o per finalità politiche o culturali autonomamente determinate.
Si esprimono in nome degli iscritti che vi si organizzano, e non del partito radicale nel suo complesso, né hanno titolo per esercitare il monopolio della presenza organizzata del partito radicale in un ambito territoriale.
Si autofinanziano e si danno i propri ordinamenti interni." Cosa voglio dire,
Si tratta di affiancare alla struttura dei club-pannella attuali,un altro tipo di organizzazione che abbia come caratteristiche essenziali quelle di nnon avere limiti minimi o massimi di iscritti, e di non avere propri rappresentanti in Consiglio generale.
Perchè?
Perchè nei momenti in cui è necessaria la mobilitazione degli iscritti ci si possa organizzare, laddove la militanza è numerosa, in una forma che venga incontro alle esigenze di coordinamento dell'attività militante, e che sia, al tempo stesso, riconosciuta dallo statuto.
Non so se il senso della proposta è chiaro, sono disponibile per chiarimenti. So di essere arrivato dopo i "fochi"(le modifiche statutarie si fanno al Congresso.....) ma tant'è...
Riguardo alla fattibilità tecnica del tutto avrei bisogno che qualche "esperto" di statuti mi aiutasse.
Grazie per l'attenzione.......