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Conferenza Movimento club Pannella
Cucco Enzo - 26 gennaio 1996
Matrimonio tra gay/perche' si'
NORMALI COME I MANCINI

Si riuniscono nelle caserme dell'ex Jugoslavia. Organizzano convegni in Siberia. E persino nello Zimbawe e nelle isole Hawaii... Radiografia di una granda svolta.

traduzione da The Economist di Mario Baccianini

L'Espresso, 21 gennaio 1996, p.32

Fuori i soldati, dentro gli omosessuali. I casermoni sventrati dell'ex guarnigione dell'esercito jugoslavo di Via Meltekova a Lubiana appaiono desolati, nella gelida oscurita' di una notte d'inverno. La luce e' stata tagliata. Ma basta oltrepassare una porta verniciata di fresco ed ecco che si entra in un altro mondo, quello del Klub Magnus. Le tendine sono giallo acceso, le pareti rosso vivo; le stufette portatili spezzano il gelo. Una trentina di giovani omosessuali siedono ai tavoli del caffe'. Fumano, bevono, chiacchierano. Uno di loro, Robert, sta sotto un cartello che dice: "Tutti diversi. Tutti uguali.". La Slovenia (con i suoi 2 milioni di abitanti) e' uno dei cocci dell'ex Jugoslavia; e non sorprende se la maggior parte degli omosessuali piu' anziani, in quest'angolo di Europa, evitano di mettersi in vista. Non cosi' Robert, che ha solo 25 anni.

La sua omosessualita' l'ha scoperta quando ne aveva 15 e comincio' a dirlo agli altri 5 anni dopo. "Non volevo avere una doppia vita", racconta. "E' meglio affrontare le conseguenze e viver come ti pare". Accanto a lui c'e' Matej, un ventunenne che ha deciso di raccontare tutto alla famiglia. "Non mi piace nascondermi", dice.

E dietro al banco c'e' Zoran, un ventiseienne, che vive con il suo innamorato. Sulla sua T-shirt c'e' una strana sigla: "2QT2BSTR8". Si legge: "Too cute to be straight", troppo carino per essere normale.

L'omosessualita' e' stata legalizzata in Slovenia nel 1974. La prima organizzazione di gay ha visto la luce nel 1984. Lo scorso agosto, su loro iniziativa, la Slovenia ha ospitato un convegno internazionale sull'omosessualita', seguito da importanti esponenti politici e ben coperto dalla stampa locale. E per quest'anno e' previsto un altro convegno gay con annessa manifestazione in piazza.

Ma la cosa piu' sorprendente, in questi giovani sloveni, e' l'atteggiamento disinvolto verso la propria diversita'. L'indifferenza che ostentano di fronte all'estremismo gay e alla disapprovazione degli eterosessuali li farebbe sentire a loro agio a Los Angeles o a Londra, non meno che a Lubiana. E, fra qualche anno, chissa', a Lahore: l'anno scorso e' sorta in Pakistan un'associazione di gay; altre ne sono nate in Bolivia, a Curacao, nel Kenya, in Moldavia, in Portogallo, nella Corea del Sud, nello Sri Lanka. L'anno scorso, in Argentina, piu' di una decina di gruppi omosessuali hanno cercato di dare vita ad una organizzazione nazionale; e a Taiwan si e' riunita l'Associazione Asiatica delle Lesbiche per stilare una nuova Costituzione. A Tomsk, si sono dati appuntamento 25 persone, nel maggio scorso per il primo convegno gay in Siberia. Da quando la cortina di ferro e' stata abbattuta, gruppi di omosessuali sono spuntati un po' dovunque nell'Europa dell'Est; e nel '95 ne sono sorti due anche in Cina. L'assoc

iazione Internazionale dei Gay e delle Lesbiche, nata nel 1978, raccoglie oggi circa 300 gruppi in rappresentanza di 70 paesi. A volte, per ragioni oscure, si propagano nel mondo nuove tendenze culturali. Matej, Robert, e Zoran sono espressione di cambiamenti planetari come questo, che annunciano l'avvento dell'omosessualita' come norma.

Ma qual'e' la natura dell'omosessualita'? Da un punto di vista individuale si tratta dell'attrazione erotica nei confronti di una persona dello stesso sesso. Ma il giudizio sociale che si da' di questa attrazione e' assai variabile. Per gli antichi (che consideravano normale la bisessualita'), l'omosessualita' era un comportamento, forse una propensione, ma non un tratto ben definito. Ancora oggi molti sostengono che non esistono gli omosessuali, ma solo l'omosessualita'. E l'ironia vuole che questa concezione comportamentistica sia attualmente condivisa da gruppi che la pensano in modo opposto: i militanti antigay di destra, secondo i quali siamo tutti eterosessuali, e quelli pro-gay di sinistra, che considerano repressiva la rigida divisione dei ruoli sessuali.

PAROLA CHIAVE: PROPENSIONE

Fin dai tempi antichi, l'omosessualita' e' stata sovraccaricata di significati. Per i cristiani e gli ebrei era (o e') peccato mortale. Nel secolo scorso, in particolare grazie all'opera di Sigmund Freud, si e' cercato di dare una definizione scientifica della sessualita', in base alla quale l'omosessualita' sarebbe il segno di una personalita' disturbata. Nel nostro secolo questa due tendenze si sono intrecciate, in modo stretto ma incoerente. E cosi' gli omosessuali sono apparsi come dei lebbrosi, affetti al tempo stesso da un vizio e da una malattia.

Ma, come spesso accade alle teorie contradditorie, anche questa non ha retto. In questi ultimi trent'anni abbiamo assistito ad un cambiamento avvenuto in tre fasi. In un primo momento l'omosessualita' e' stata esclusa, in molti paesi, dal novero dei crimini e delle malattie. Poi ha cessato di essere una vergogna, per diventare "gay" (cioe' spensierata), offrendo a molti un'identita' culturale caratteristica di una minoranza. In questi ultimi tempi ha finito per essere accettata come una propensione tra le altre. Quest'ultima potra' sembrare una parola blanda, ma rende bene l'idea di una ridefinizione radicale. Infatti definire l'omosessualita' come una propensione significa equipararla a una predisposizione moralmente neutra, come l'essere mancini: una tendenza immodificabile, se non a prezzo di una deformazione della personalita'. Quest'ultima concezione e' piu' rivoluzionaria delle due precedenti, poiche' considera gli omosessuali distinti dalla maggioranza eterosessuale, e al tempo stesso come persone nor

mali.

LO SONO E SE NE VANTANO

Ma il dato sconvolgente non e' tanto il fiorire dell'omosessualita' in quanto tale, bensi' il modo in cui se ne parla. Si pensi alle raffinate subculture cui appartenevano un secolo fa Oscar Wilde o Tchaikovski, o a New York negli anni 20, dove la diversita' trovava libera espressione, finche' un rigurgito di repressione la ridusse di nuovo alla clandestinita'.

In quei casi l'omosessualita' era legata all'eccentricita' e al fermento culturale. Era un rifiuto delle norme borghesi che venivano cosi' contestate. Ma le rare volte che era oggetto di pubblica attenzione, era associata ad artisti, scrittori e bohemien.

Cio' che avviene oggi di veramente nuovo e' l'avvento di un'omosessualita' "banale". Sta emergendo una specie rara, ma in via di proliferazione: come la giovane ventenne che si rende conto di essere lesbica, ma, dopo un periodo di adattamento, non ne fa un dramma, informa i genitori e decide di affrontare una nuova vita. O il gay newyorkese, piu' interessato a condurre il suo amante alla festa di Natale dell'azienda in cui lavora che non a rovesciare il capitalismo. Un tipo simile non minaccia l'ordinamento sociale, come per secoli hanno temuto presidi e sacerdoti, ne' lo deride col suo sarcasmo, come hanno fatto intere generazioni di gay ribelli. Potremmo dire semplicemente. che e' sessualmente mancino, ecco tutto. E tuttavia, persino questa concezione moderata dell'omosessualita' comporta un suo radicalismo. Perche' un comportamento normale non ha nulla di vergognoso e gli omosessuali dovrebbero vivere apertamente la loro diversita'. Come in effetti avviene sempre piu'.

I paesi mussulmani, va detto, costituiscono una grande eccezione. L'integralismo islamico non e' tenero verso i diversi: in Iran la punizione dell'omosessualita' va da 74 frustate alla condanna a morte. (nel 1991, stando ad un rapporto svedese, sono stati giustiziati, per questo reato, 70 cittadini iraniani). Anche in gran parte dell'Africa essa rimane un fenomeno innominabile. E dovremmo aggiungere che in quasi tutte le altre parti del mondo, Europa ed America comprese, gli omosessuali tendono perlopiu' a non rivelare le proprie tendenze. Ma la direzione del cambiamento e' inequivocabile.

LO ZAMPINO DELL'AIDS

In Giappone, dove l'omosessualita' e' vista come un comportamento eccentrico e sgradevole, ma non immorale, sempre piu' numerosi sono i giovani gay che convivono ufficialmente. Nel 1995 su uno dei principali quotidiani della Turchia e' apparsa la prima inserzione gay a tutta pagina; un poeta pakistano, omosessuale dichiarato, ha pubblicato il primo libro di versi gay in lingua Urdu; e in Brasile e' stato inaugurato il primo ritrovo gay dell'America Latina. Sempre l'anno scorso militanti gay hanno rivendicato il diritto di sposarsi in Austria, Brasile, Repubblica Ceca e Nuova Zelanda. Un'associazione di lesbiche si e' costituita in Estonia nel 1990 e a Hong Kong nel '94, mentre in Brasile ve ne sono almeno sette. Il Messico conta piu' di una decina di gruppi omosessuali.

Persino nei paesi repressivi gli omosessuali sono diventati piu' audaci. Sorprendente e' l'esempio dello Zimbawe. Lo scorso agosto il suo Presidente, Robert Mugabe, defini' gli omosessuali "sottoanimali" e minaccio' di arrestarli in massa. Ma, anziche' nascondersi, i membri del Gay and Lesbian of Zimbawe, fondato nel 1989, sono usciti allo scoperto per difendersi.

Per comprendere quello che sta accadendo, bisogna partire da un evento scatenante. L'Aids e' oggi un problema internazionale e per affrontarlo i governi devono aprire un dialogo con i principali gruppi gay. In Malesia la diffusione di questa malattia ha provocato la nascita di una organizzazione gay (il Triangolo Rosa), con la quale il Governo collabora, sia pur con riluttanza.

Anche l'economia svolge un ruolo importante. Per la prima volta sta diffondendosi ovunque, non solo nei paesi ricchi, una classe media di massa, composta da persone che possono permettersi di viaggiare, mettersi in comunicazione telefonica con qualsiasi parte del mondo, attingere ad una cultura globale e ricevere un'istruzione di tipo occidentale. Queste persone hanno maggiori probabilita' di imparare ad accettare l'idea dell'omosessualita' come un comportamento diverso ma normale, che si e' affermato in occidente. Una societa' in cui viene formandosi un'ampia classe media agiata potra' facilmente permettersi, ben presto, degli omosessuali.

Con la democrazia, questo e' ovviamente piu' facile: come dimostra il risveglio gay nell'Europa dell'Est e in Sudafrica, dove stanno ora fiorendo gruppi omosessuali. La costituzione di quest'ultimo paese proibisce esplicitamente ogni discriminazione basata sulle inclinazioni sessuali ed e' l'unica che finora l'abbia fatto.

A tutto questo possiamo aggiungere Internet. Gli omosessuali sono una piccola minoranza di qualsiasi popolazione, e finora hanno sempre sofferto di un feroce isolamento, con scarse possibilita' di comunicazione. Oggi la situazione e' cambiata. Man mano che la comunita' elettronica gay si va espandendo, l'impulso a nascondersi si attenua. Un giovane omosessuale dell'Alabama puo' ora chiaccherare con i suoi simili in Gran Bretagna; e gruppi portoghesi e pakistani possono consultare in tempo reale militanti gay di Roma o Los Angeles. L'anno scorso gli omosessuali australiani hanno cominciato a trasmettere i loro annunci in rete e i giovani sloveni di cui abbiamo parlato hanno inserito il loro indirizzo elettronico su Internet. Rex Wockner, un giornalista di San Diego, in California, dirige un'agenzia internazionale di informazioni gay (della quale ci siamo serviti per questo articolo). I suoi dispacci, che si possono leggere su Internet, ragiungono piu' di 170 pubblicazioni gay in oltre 20 paesi. Basta dare un'

occhiata ad una guida come Queer Resources Directory, per essere informati su una quantita' di eventi gay, che vanno dalla creazione di "Una Cappella contro l'Aids" a un "Convegno Yahimba" a Chicago. I Digital Queers, un'associazione americana fondata nel 1992, si sono posti l'obbiettivo di mettere in comunicazione on line i gruppi gay. Nello Zimbawe gli omosessuali hanno potuto reagire all'attacco del presidente Mugabe piombando su Internet e lanciando allarmi. Cosi' l'anno scorso Mugabe, durante un suo giro di visite ufficiali (a Johannesbourg, in Nuova Zelanda e in Olanda) venne accolto da folle di dimostranti allertati dalla grande ragnatela. "Senza Internet", spiega una lesbica dello Zimbawe, "probabilmente saremmo finite nel dimenticatoio".

GAY E MASCHIO

Possiamo quindi ben dire che gay e lesbiche stanno emergendo dalla clandestinita'. Ma il verbo "emergere" lascia intendere, erroneamente, che l'omosessualita' di tipo occidentale stia solo aspettando di essere svelata, quando al contrario viene creata. in molti luoghi e' il comportamento da maschio o da femmina, piu' che le pratiche sessuali, a definire l'identita' di genere. George Chauncey, uno storico americano, ricorda che cio' era gia' vero in America prima della seconda guerra mondiale: le "checche", cosi' definite per la loro effeminatezza piu' che per le loro tendenze sessuali, erano spesso viste come una sorta di terzo sesso. Cosi' un uomo poteva avere rapporti con altri uomini senza per questo essere considerato un "finocchio", fintanto che conservava un comportamento mascolino. Oggi in molte parti dell'Asia - per esempio in Thailandia e in Indonesia - la societa' concede un posto, sia pure marginale, agli uomini che si comportano come donne e vestono come loro, e costituiscono una sorta di terzo s

esso. Anche se non si sognerebbero mai di chiamarsi gay, cosi' come un gay occidentale non potrebbe non considerarsi un maschio.

La concezione dell'omosessualita' come propensione va decisamente oltre queste ambivalenze. E considera i gay come maschi e le lesbiche come femmine senza mezzi termini. Non solo: sottolinea che l'omosessualita' e' un fatto neutro, che non comporta alcuna effeminatezza negli uomini ne' alcuna mascolinita' nelle donne, ne' altri particolari tipi di ruoli prescritti. Questo modo di vedere si sta diffondendo ovunque, a partire dal Nord America e dall'Europa, creando una cultura sessuale omogenea. E il risultato non e' soltanto che gli omosessuali stanno venendo allo scoperto, ma e' anche che stanno imparando a vedersi come gay.

L'idea che abbiamo oggi in occidente di un gay o di una lesbica - intesi come persone fondamentalmente diverse, rispetto alla persona amata - e' una costruzione sociale. La ricerca e l'esperienza dimostrano sempre piu' che, per una piccola minoranza, l'amore tra persone dello stesso sesso non e' un diversivo, ne' una perversione, bensi' una profonda necessita' emotiva: talmente fondamentale da non recedere neppure di fronte alla piu' violenta repressione. Mano a mano che il concetto di omosessualita' come norma va dilagando, l'antico velo di segretezza e di vergogna che e' stato steso su questo tipo di amore si va dissolvendo.

 
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