Roma 23 novembre 1994PANNELLA: CHI DUBITAVA E DUBITA DI SCALFARO E' SERVITO.
MA ORA MEGLIO L'ESERCIZIO PROVVISORIO - SE NECESSARIO - CHE RISCHIARE DI RIDARE AI BANCAROTTIERI LA GESTIONE DEL PATRIMONIO NAZIONALE.
"L'iniziativa del Presidente della Repubblica per ribadire ufficialmente, intesi i Presidenti delle Camere, che la prassi delle crisi extraparlamentari debba in Italia ritenersi irrevocabilmente chiusa (aggiungerei, di mio: con la sua elezione a Capo dello Stato), che non esistono - dunque - Governi a termine, e Governi - Commissari - "ad acta" et similia, tronca sul nascere quel festival fascista che sembrava tornare a proporsi, in Italia, a recluta di quello che la sconvolse poco meno di un anno fa con una sorta di "golpe legale" sul quale occorrerà ben presto far piena luce.
Ma nessuno può chiedere al Governo e al Parlamento di dare al voto sulla Finanziaria mera valenza tecnica. Se la Finanziaria sarà approvata, se passerà senza gli stravolgimenti che partitocrazia e sindacatocrazia esigono, occorre sin da ora sventare l'assalto di quanti temono che il paese possa ben presto accorgersi di essere stato portato all'avvio di una insperata rinascita economica, sociale e istituzionale e che, quindi, vogliono in ogni modo tornare subito a governare in modo consociativo il paese, per metterlo una nuova volta a sacco.
Per questo è opportuno verificare la saldezza e la lealtà della maggioranza. Se il disegno partitocratico e fascista non venisse battuto anche in questo modo, persino l'esercizio provvisorio sarebbe il minor male di fronte alla possibilità che i bancarottieri fraudolenti tornino a saccheggiare e dilapidare quel che il Paese, con la maggioranza parlamentare, con i governi Amato e Ciampi, e in particolare il Governo Berlusconi hanno saputo realizzare nella direzione giusta. Loro signori, in realtà vogliono oggi la Controriforma, contro la Riforma democratica e referendaria che questa maggioranza può assicurare finalmente alla Repubblica.
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PEPPINO CALDERISI: IL PRESIDENTE SCALFARO NON APRA LA STRADA ALL'AVVENTURISMO E A WEIMAR: SE NON C'E' IN PARLAMENTO UNA PRECISA MAGGIORANZA POLITICA NON SI POSSONO NEGARE LE ELEZIONI.
Roma, 31 dicembre 1994
"Il pieno rispetto della voto popolare del 27 marzo dovrebbe senz'altro imporre, di fronte al venir meno dell'alleanza di governo, lo scioglimento delle Camere e la convocazione delle elezioni. Tuttavia il Presidente della Repubblica non pare ancora voler accogliere tale impostazione. Bisogna allora chiarire le strade costituzionali che il Presidente potrebbe apprestarsi a perseguire.
Le consultazioni che il Presidente della Repubblica sta svolgendo servono proprio - per collaudata consuetudine costituzionale - ad accertare l'esistenza in Parlamento di una maggioranza politica pronta a dare la fiducia al Presidente del Consiglio e al governo: tanto si ricava dalla consolidata e unanime lettura degli articoli 92, 93 e 94 della Costituzione.
Se Scalfaro si muovesse in questo senso si porrebbe in contrasto con lo spirito del voto popolare ma potrebbe pur sempre sostenere di non avere scavalcato i principi costituzionali che reggono la forma di governo parlamentare. Rimarrebbe ferma la gravissima responsabilità politica delle forze che si assumessero l'impegno di costituire una maggioranza politica in contrasto con il voto popolare.
Ma oltre Scalfaro non può assolutamente andare. Se non c'è una precisa maggioranza politica e non solo numerica, disposta a governare e non solo ad evitare le elezioni, affidare l'incarico ad una qualche personalità con il compito di cercarsi una maggioranza purchessia significa correre il rischio di imboccare la strada dell'avventurismo e dell'aggiramento dell'unico circuito di legittimazione politica in un sistema democratico che è quello che lega corpo elettorale e Parlamento.
Il blocco della logica dell'alternanza innescato dalla nuova legge elettorale e dal voto del 27 marzo può portare non solo - come ha già affermato Augusto Barbera - "a un rafforzamento dei partiti di centro e alla richiesta di ritorno alla proporzionale, ma allo stesso tempo alla ricerca dell'uomo forte".
Se Berlusconi sbaglia a parlare di Parlamento delegittimato, Scalfaro deve fare attenzione a non prendere la strada che ci porterebbe a Weimar."
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PANNELLA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA: TEMO SCELTE CHE NON ESORCIZZERANNO MA PROVOCHERANNO LA TRAGEDIA ITALIANA.
Roma, 4 gennaio 1995
"La semplice ipotesi di un incarico al Presidente Cossiga illustra il momento gravissimo di ulteriore smarrimento del senso dello Stato e il prevalere della generale tentazione di riaffermare, al suo posto, la 'ragion di Stato', cioè le ragioni del potere contro quelle della legge.
La sacralizzazione della Corte Costituzionale, che sembrerebbe esser condivisa anche dal Presidente della Repubblica, è altro aspetto di una realtà italiana che può precipitare rapidamente in tragedia. In tal modo la Corte viene lasciata tragicamente sola con il suo passato, che è storicamente quello che è: cossighiano anch'esso; "emergenziale" e "casuistico" , cioè antilegalitario, e sovversivo.
Sembrerebbe, insomma, che l'Italia sia oggi di già governata in ogni suo momento di potere e di rappresentatività da un Cossiga garbato e d'acciaio. Questo vale anche se si tiene conto di altre candidature: 'tecniche', 'superpartes', 'istituzionali', 'del Presidente', e via disdicendo. Sempre, in ogni caso, nomi di una responsabilità politica che non ha la forza, o la dignità, di presentarsi come tale.
Che un governo e una maggioranza siano stati battuti, anche dalle proprie inadeguatezze e irriconoscibilità, consiglierebbe esattamente l'opposto di quel che sembra esser scelto o tentato. E ordinerebbe la difesa, storica, civile, morale della Costituzione, del diritto, dei diritti, della capacità acquisita dal popolo di scegliere la Riforma, che i referendum elettorali presuppongono e assicurano.
Presidente Scalfaro, la Corte delibererebbe contro l'ammissibilità di quei referendum, se non si fosse certi che il popolo li voterebbe a grande maggioranza? E' un interogativo non inutile. E - mi chiedo - come è possibile compiere una scelta per il Governo, senza conoscere le decisioni della Corte?".
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APPELLO AI DEMOCRATICI
PANNELLA: QUASI TUTTI A FAVORE DI COSSIGA; SCALFARO, LA "SINISTRA"(!), IL SINDACATO, I GIUDICI,.... MA PERCHE' NON RICHIAMANO IN SERVIZIO GIULIO ANDREOTTI? IL BACIO A RIINA? SAREBBE PIU' SERIO E MENO PERICOLOSO.
Roma, 10 gennaio 1995
Dinanzi alla constatazione che:
1) il Presidente della Repubblica Scalfaro include tra i pochissimi nomi di persone cui affidare l'incarico il Presidente Cossiga;
2) il PDS e la nebulosa progressista hanno esplicitamente dichiarato quanto meno la loro non opposizione (e certuni il consenso) alla stessa candidatura;
3) viene anche, da parte del Presidente della Repubblica, accettato il sequestro da parte del Sindacato di parastato e di parafisco delle funzioni riservate dall'art. 49 della Costituzione, inserendo così nella dialettica politica un abuso e un attentato ai diritti civili e politici dei cittadini da parte dello stesso Sindacato, che ha chiesto al Capo dello Stato di avere determinati atteggiamenti politici in tema di elezioni, e la candidatura alla guida del Governo (anch'esso: il Sen. Cossiga);
4) anche il Partito dei giudici, d'un tratto, tace (e acconsente) su Cossiga;
5) viene totalmente negato ogni valore alla fondamentale regola dei regimi anglosassoni della "loyalty" dell'eletto nei confronti degli elettori, richiamato a più riprese da Luigi Einaudi come caratteristica di quella democrazia; e questo in una situazione nella quale il sistema elettorale italiano ha accettato la necessità di quella regola per il fatto che l'eletto lo è in base a simboli di partito, e in presenza del meccanismo dello scorporo.
E questo anche da parte del Presidente della Repubblica;
6) la Corte Costituzionale avrebbe di già liquidato l'appuntamento referendario per la riforma istituzionale e il superamento del regime partitocratico, che in questo giorni è tornato prepotentemente a manifestare la sua forza e la sua attualità, confermando d'esser organo costituzionale e politico del regime partitocratico stesso, in nome della ragion politica e partitica, contro il senso dello Stato e contro la Costituzione;
7) dinanzi a dichiarazioni come quelle del Segretario D'Alema, che esclama pubblicamente che nelle posizioni degli avversari politici, in particolare dei Riformatori "mancano solamente gli squadroni della morte"!;
rivolgiamo un appello all'elettorato democratico e liberale dei "progressisti", ai suoi eletti di ispirazione democratica e liberale, così come agli elettori ed agli eletti dei Poli della libertà e del buongoverno, per sostenere l'opera dei Club Pannella-Riformatori e la risposta a tutto questo, in primo luogo alla Corte Costituzionale, al Presidente della Repubblica; non solamente con ma per rispetto e della persona e delle funzioni del Presidente.