Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
sab 08 feb. 2025
[ cerca in archivio ] ARCHIVIO STORICO RADICALE
Conferenza Movimento club Pannella
Segreteria Rinascimento - 28 gennaio 1996
IL GIORNALE 28 GENNAIO 1996

PANNELLA: SCALFARO FUORILEGGE

"E' prepotente come don Rodrigo, per questo i cittadini lo puniranno"

intervista a Marco Pannella di Marco Ventura

"Siamo preoccupati, Silvio, perché stai mollando. Noi staremo con te finché resterai un leader liberali, liberista e libertario che fa passi avanti e non passi indietro. Qui la sola persona che deve fare un reale passo indietro, è il presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro". E' durissimo, Marco Pannella. Si rivolge dal podio a Berlusconi, che sbianca, e a Gianfranco Fini, che sorride, e tutte le volte che invoca le dimissioni e la messa in stato di accusa di Scalfaro, raccoglie l'ovazione della platea. Al convegno "presidenzialista" dei liberali del Polo, ieri al cinema Capranica, plaude all'attacco contro Scalfaro anche Fini. Ufficialmente il presidente di AN ha preso le distanze dalla petizione popolare contro il Quirinale. "Ringrazio però - dice Pannella - i tantissimi militanti di An che ci stanno appoggiando". Arriva addirittura, il leader riformatore, a concludere un ragionamento sulle "violazioni" presidenziali alla Costituzione. Accuse che suscitano un altro, calorosissimo applauso. Pannell

a si sente forte perché l'altra sera Scalfaro ne ha detta un'altra delle sue. "Come risposta, credo, al fatto che ormai decine di migliaia di cittadini gli chiedono di dimettersi, ha dichiarato - spiega Pannella - che finché ci sarà lui, non "al mondo" ma come presidente, non passerà la riforma sulla separazione delle carriere tra magistrati giudicanti e inquirenti. Il punto è che il presidente può rimandare una sola volta alle Camere un provvedimento di legge che non gli aggrada, mica all'infinito, perciò un presidente che dica ciò che ha detto è un eversore fuorilegge, e questa sola cosa comporterebbe la messa in stato di accusa".

D - Come si spiega l'intervento di Scalfaro proprio nel pieno di un movimento d'opinione pubblica che denuncia il suo interventismo?

R - Scalfaro ha avuto la spudoratezza di dire al congresso dei magistrati, che se il Parlamento approvasse una determinata riforma, lui violerebbe la Costituzione non accettandola mai. nella sostanza ha lanciato un guanto di sfida, formalmente in tono accettabile, ma sostanzialmente eversivo e "iattante", contro chi lo critica. Il suo è stato un ammonimento, un avviso di stampo anti-legale e anti-costituzionale.

D - Addirittura da impeachment?

R - Da solo basterebbe, ma sarebbe soltanto una pagina. Ormai ce ne sono di quotidiane. Solo l'anti-cultura, la stampa dominante italiana, il cinismo e la cecità suicida consentono ancora agli editorialisti prìncipi, alla gente dabbene, ai professori universitari, ai giuristi, ai democratici di tacere. E che lui abbia fatto questo nel cuore dell'ordine giudiziario e senza che quest'ordine giudiziario abbia sollevato una sola riserva, anzi ha risposto con un'ovazione, spiega perché e a che pro il regime partitocratico abbia premiato con stipendi e situazioni di privilegio inaudite due categorie: i magistrati e i giornalisti.

D - Le ottantamila firme non avrebbero, quindi, neppure lambito Scalfaro?

R - Lui risponde in modo, se non da Innominato, da don Rodrigo, come dicesse: così è, questa è la legalità di fatto in Italia, io la penso così e quindi sarà così. La sua è la risposta di iattanza, da potente prepotente, da generale che riorganizza le sue truppe, legioni e divisioni, i vassallaggi e l'unione sacra di tutti gli interessi anti-costituzionali e anti-liberali. La nostra risposta saranno le centomila firme.

D - Con quale obiettivo?

R - Le dimissioni di Scalfaro, per quanto mi riguarda, sono l'obiettivo politico per oggi, non per il domani, così come le elezioni erano il mio obiettivo immediato quando proposi alle centinaia di parlamentari del Polo, invece di piagnucolare e di farsi prendere in giro, di dimettersi subito per provocare, le elezioni. E attenzione, se permarrà oggi l'atteggiamento ostile alla petizione contro Scalfaro da parte dei vertici della destra e del centrodestra, nonostante lo slancio degli elettori e militanti, l'iniziativa resterà una splendida testimonianza di forza del nostro movimento, ma non sarà una battaglia vincente per il Paese.

D - Nessun timore dell'accusa di vilipendio al capo dello Stato?

R - Noooo, roba da ridere.... Magari, magari! In termini tecnico-giuridici la polizia ha fatto bene a registrare il mio comizio in Piazza Duomo, perché denunciavo un attentato contro la Costituzione, che è un fatto penalmente molto grave. Quindi quella registrazione si può "leggere" anche nel senso che vanga sottoposta alla magistratura la mia denuncia.

D - Come valuta l'episodio rivelato da un interrogatorio di Di Pietro, dei vertici della magistratura milanese, Borrelli e Catelani, che vanno a Roma per riferire a Scalfaro di un possibile complotto straniero in Italia, e vengono ignorati?

R - Un presidente della Repubblica avrebbe dovuto rispondere a costoro: seguite le vie gerarchiche, come vi permettete di venire qui?

D - Quindi sono anche i giudici a far brutta figura?

R - Mostrano di agire con rigore nel quadro di una costituzione materiale opposta alla Costituzione e allo stato di diritto

D - Scalfaro oggi vuole o no le elezioni?

R - Non so. Credo che neanche lui abbia una strategia di fondo che non sia quella di governare l'Italia e le sue istituzioni.

D - La bozza d'accordo dell'inciucione gli avrebbe però tolto parecchi poteri....

R - Oh no! Le bozze sono bozze. figurarsi se con tutti quelli che vanno contro la legge e le istituzioni, non si riuscivano a superare le imperfezioni di una "fisichellata"! Ma non voglio occuparmi di riforma delle regole se coloro che dicono di occuparsene non si preoccupano intanto di esigere il rispetto di quelle che già ci sono. Ecco perché non bisogna essere abituati e assuefatti a quanto ha dichiarato Scalfaro ai magistrati. Non intendo, in nome del sistema venturo, rinunciare ad esigere il rispetto delle regole attuali.

D - Fini accusa Scalfaro di essere dalla parte dei conservatori del sistema....

R - Non è conservatore, è fuori-legge, una cosa diversa. Fra il presidenzialismo fuorilegge del presidente della Repubblica e quello "per legge" che vogliamo noi, non c'è dubbio quale si debba scegliere.

 
Argomenti correlati:
stampa questo documento invia questa pagina per mail