CALDERISI. APPELLO REFERENDARI A PRODI
Roma 26 giugno 1995
"COME PROMOTORE DEL REFERENDUM PER L'UNINOMINALE MAGGIORITARIO APPROVATO DALL'83 PER CENTO DEGLI ITALIANI IL 18 APRILE '93, PROMUOVEREI DAVANTI ALLA CORTE COSTITUZIONALE UN CONFLITTO DI ATTRIBUZIONI TRA POTERI DELLO STATO, NEL CASO DI APPROVAZIONE DI UNA LEGGE ELETTORALE BASATA SUL SISTEMA DELLE REGIONALI, CHE PER L'80 PER CENTO E' PROPORZIONALE E SI FONDA SUL VOTO DI PREFERENZA. UNA LEGGE DEL GENERE TRADIREBBE INFATTI IL VOTO POPOLARE.
RICORDO CHE SCALFARO DISSE CHE IL PARLAMENTO AVREBBE DOVUTO PROVVEDERE ANCHE PER LA CAMERA "SOTTO DETTATURA DELLA VOLONTA' POPOLARE".
IN QUESTO SENSO E' ESTREMAMENTE POSITIVO L'APPELLO DI ALTRI PROMOTORI DEL REFERENDUM - COME BARBERA, SCOPPOLA - PER MANTENERE L'UNINOMINALE."
***
PEPPINO CALDERISI. ARTICOLO 138 E SFIDUCIA COSTRUTTIVA: BASTA CON LE CAVOLATE !
Roma, 8 settembre 1995
LA SFIDUCIA COSTRUTTIVA, IN UN SISTEMA MAGGIORITARIO, EQUIVALE ALLA LEGALIZZAZIONE DEL RIBALTONE.
"Bassanini continua a sostenere ('Corriere della Sera' di oggi) la necessità di innalzare il quorum previsto dall'art. 138 della Costituzione solo su alcune parti della Carta costituzionale (in particolare sulla prima) e sugli istituti di garanzia, sostenendo che questo consentirebbe di modificare la forma di governo e di introdurre anche quella presidenziale con l'attuale quorum.
Bassanini dice cose non vere. Per introdurre il sistema presidenziale - come emergerà quando la Convenzione per la Riforma liberale presenterà il suo progetto - non basta cambiare qualche articolo ma occorre operare modifiche in tutta la seconda parte della Costituzione. Infatti occorre introdurre, oltre ai "pesi", anche i "contrappesi", rafforzando gli istituti di garanzia, per esempio i poteri della Corte Costituzionale. Per fare un altro esempio: in un sistema presidenziale non è pensabile che il Presidente della Repubblica presieda il CSM come prevede l'art. 104 (che fa parte del titolo IV della II parte della Costituzione).
Smetta allora Bassanini di cercare di prendere in giro qualche giornalista sprovveduto. A parte l'assurdità di prevedere quorum differenziati per i diversi titoli della Costituzione, deve essere chiaro che la blindatura anche di un solo articolo, la cui modifica è necessaria per introdurre una riforma presidenziale organica e ben ordinata, troverebbe l'immediata risposta del referendum previsto dal vigente art. 138.
Quanto alla sfiducia costruttiva che Scalfaro e D'Alema vorrebbero introdurre, si tratta di una cavolata ancora maggiore. In un sistema maggioritario in cui sono gli elettori a decidere il governo del Paese, la sfiducia costruttiva non ha alcun senso, equivale alla legalizzazione del ribaltone. Nella stessa Germania questo meccanismo è di fatto espunto dall'ordinamento perché il sistema tedesco è divenuto ad esito maggioritario, è un sistema di democrazia non mediata ma immediata. Quando i cittadini tedeschi si recano a votare conoscono già i due possibili cancellieri perché i leader dei due maggiori partiti coincidono con i candidati a questa carica.
In realtà, chi propone la sfiducia costruttiva intende abbandonare la strada della costruzione di un sistema maggioritario e pertanto non può avere in alcun modo il nostro consenso."
***
3217, 24-Set-95, 15:28, I-----, 2202, L.Faccini, IT, Roma
----------------------------------------------------------------------
PEPPINO CALDERISI.INTERPELLANZA URGENTE ALL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO
Roma, 24 settembre 1995
Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei Ministri per sapere se corrisponda al vero che il Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, nel corso di una sua esternazione nella città di Pistoia, sabato 23 settembre u.s., abbia espresso apprezzamenti per la legge elettorale regionale come modello per modificare la legge per l'elezione delle camere;
In caso affermativo il sottoscritto chiede che venga acquisito il testo esatto del discorso pronunciato dal Capo dello Stato, in modo che possa essere compiutamente valutato.
Al riguardo, Calderisi ha inoltre dichiarato: "Se davvero Oscar Luigi Scalfaro ha indicato addirittura il contenuto di una modifica della legge elettorale, siamo ad un ulteriore gravissimo salto di qualità della attività esternatoria del Presidente della Repubblica. Un intervento sull'indirizzo politico in una materia così cruciale e notoriamente oggetto di una durissima contrapposizione tra le forze politiche è inammissibile e rischia di avere conseguenze pesantissime sul clima politico.
Una modifica della legge elettorale di questa natura sarebbe, tra l'altro, in totale contrasto con il risultato del referendum del 18 aprile '93, perchè cancellerebbe il collegio uninominale maggioritario, cioè proprio il sistema che spinge i partiti ad aggregarsi e a riformarsi come ha sottolineato Augusto Barbera. Sarebbe un affronto e una frode della sovranità popolare.
Da ultimo c'è inoltre da chiedersi cosa abbia fatto cambiare opinione al Presidente della Repubblica sulla legge elettorale regionale. Infatti, subito dopo le elezioni del 23 aprile, Scalfaro espresse una valutazione fortemente negativa sul concreto funzionamento di quella legge, per i meccanismi estremamente farraginosi e per la scarsissima chiarezza che aveva indotto milioni di elettori a commettere errori nell'espressione del voto."
***
PEPPINO CALDERISI. DICHIARAZIONE IN MERITO ALLA LEGGE ELETTORALE
Roma, 25 settembre 1995
"CANCELLARE IL RISULTATO DEL REFERENDUM APPROVATO DALL'83 % DEGLI ELETTORI E LA LEGGE 'SCRITTA SOTTO DETTATURA DELLA VOLONTA' POPOLARE' - COME DISSE ALLORA SCALFARO - SAREBBE UN'ATTENTATO E UNA FRODE DELLA COSTITUZIONE.
SE SI PERSEGUE DAVVERO L'OBIETTIVO DELLA GOVERNABILITA' ANDREBBE SEMMAI ABOLITA LA QUOTA PROPORZIONALE O ALMENO LO SCORPORO.
HA FATTO BENISSIMO SEGNI A PARLARE DI SCONFESSIONE DEL REFERENDUM.
SE VENISSE ABROGATO IL COLLEGIO UNINOMINALE MAGGIORITARIO OGGETTO DI QUEL VOTO, I PROMOTORI DEL REFERENDUM NON POTREBBERO NON SOLLEVARE IL CONFLITTO DI ATTRIBUZIONE TRA POTERI DELLO STATO DAVANTI ALLA CORTE COSTITUZIONALE.
SE DAVVERO IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA HA ESPRESSO UNA INDICAZIONE DI CONTENUTO PER MODIFICARE LA LEGGE ELETTORALE SAREMMO DI FRONTE AD UN ATTO GRAVISSIMO, DAL PUNTO DI VISTA COSTITUZIONALE E POLITICO.
IN QUESTO MODO SAREBBE PROPRIO SCALFARO A PROVOCARE LO SCASSO DI CUI HA PARLATO.
MI AUGURO CHE IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO VOGLIA URGENTEMENTE RISPONDERE ALL'INTERPELLANZA PRESENTATA PER SAPERE SE IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA HA EFFETTIVAMENTE INDICATO LA LEGGE ELETTORALE REGIONALE COME MODELLO PER QUELLA DELLE CAMERE."
***
PEPPINO CALDERISI SU LANCIO ANSA ORE 14,49
Roma, 25 settembre 1995
"L'agenzia Ansa, non sappiamo se su indicazione di qualcuno e di chi, con un lancio delle 14,49 ha reso noto il passo del discorso pronunciato da Scalfaro sabato scorso in prefettura a Pistoia relativo al sistema elettorale per le regioni.
Nel passo riportato dall'Ansa non vi sono accenni alla legge regionale come modello per quella nazionale. Ma non sappiamo se il lancio Ansa riporti tutte le dichiarazioni di Scalfaro.
Sta di fatto che i maggiori quotidiani hanno compreso e riferito le parole del Presidente della Repubblica come un'indicazione per modificare la legge elettorale scaturita dal referendum.
A questo punto è indispensabile che il Presidente del Consiglio venga a rispondere con urgenza all'interpellanza presentata al riguardo, soprattutto in assenza di smentite del Quirinale su quanto riportato dalla stampa.
Il paese deve sapere con precisione se il Presidente della Repubblica è intervenuto sull'indirizzo politico, addirittura indicando i contenuti della riforma elettorale in contrasto con quelli del referendum".
***
PEPPINO CALDERISI: INSISTO, COSA HA DETTO ESATTAMENTE SCALFARO?
Roma, 26 settembre 1995
"Insisto. Cosa ha detto esattamente Scalfaro? Il suo discorso sulla legge regionale conteneva anche l'indicazione per modificare quella nazionale, come hanno scritto i giornali il giorno dopo, oppure no ? Le conseguenze dal punto di vista costituzionale e politico sarebbero infatti diverse.
Un parlamentare della Repubblica ha il diritto o no di conoscere il testo esatto delle dichiarazioni del Presidente della Repubblica ? I lanci di agenzia con la trascrizione di alcune parole dette da Scalfaro non bastano. Occorre conoscere ufficialmente tutto il discorso, a maggior ragione in quanto il Quirinale non ha affatto smentito o corretto quanto riferito dai giornali.
La mia interpellanza, ancora all'esame del Presidente della Camera circa la sua ammissibilita', non intende affatto provocare un dibattito parlamentare sul merito del discorso di Scalfaro: chiede solo di conoscere cosa ha detto esattamente il Presidente della Repubblica.
Altrimenti si indichino altri strumenti, perché sarebbe inconcepibile e inaccettabile che il parlamento non abbia alcun mezzo per conoscere con esattezza il contenuto dei discorsi del Capo dello Stato.
PEPPINO CALDERISI.SCALFARO E NOTIZIE INDAGINI SU BERLUSCONI
Roma,12 ottobre 1995
"Ove i fatti riferiti nel documento depositato presso il Tar della Lombardia fossero provati, vi sarebbero da trarre valutazioni anche sul comportamento del Presidente della Repubblica, che proprio il 21 novembre 1994, cioè il giorno prima della pubblicazione da parte del 'Corriere della Sera' della notizia su Berlusconi indagato, aveva dichiarato che in caso di caduta del governo non avrebbe sciolto le Camere e avrebbe invece formato un 'governo del Presidente'. Le dichiarazioni di Scalfaro, così singolarmente 'tempestive', furono riportate da tutti i giornali e dallo stesso 'Corriere della Sera'.
Queste dichiarazioni del Presidente della Repubblica risulterebbero in contrasto, ancor più di quanto non siano in ogni caso, con l'articolo 88 della Costituzione che non consente al Presidente della Repubblica di pronunciarsi in anticipo né a favore né contro lo scioglimento delle Camere. Infatti l'articolo 88 della Costituzione (anche con un sistema elettorale proporzionale) è stato concepito dal Costituente come norma regolatrice della stabilità dei governi e non come strumento per favorire 'ribaltoni'".
(Allegata fotocopia Corsera 22 novembre '94)