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Conferenza Movimento club Pannella
Partito Radicale Angiolo - 30 gennaio 1996
DOSSIER SCALFARO. Testo n. 22

COMUNICATO STAMPA. E' RIPRESO IL DIGIUNO DI PANNELLA, CON ALTRI 55 MILITANTI NONVIOLENTI E DI DIRITTI UMANI E CIVILI, POICHE' IL PRESIDENTE SCALFARO HA MOSTRATO DI ESSERE SORDO ANCHE ALL'APPELLO DI CENTINAIA DI PARLAMENTARI.

COME PREVISTO, IL SILENZIO DEL PRESIDENTE HA INCORAGGIATO LA RAI-TV IN UN COMPORTAMENTO CHE SARA' DENUNCIATO ALLA MAGISTRATURA, PER ATTENTATO AI DIRITTI CIVILI E POLITICI DEL CITTADINO, E ALTRO. E LA STAMPA CONTINUA...

Roma, 16 ottobre 1995, ore 9.15

Stamane, 16 ottobre, Marco Pannella e altri 55 militanti della democrazia, del diritto, della nonviolenza hanno ripreso l'azione volta e atta ad ottenere che siano riparate verità e legalità offese, negate dall'attentato ai diritti politici dei cittadini perpetrato in particolare dalla Rai-Tv perché i cittadini italiani non fossero in grado di conoscere e quindi consapevolmente decidere se sostenere, o no, i 18 quesiti referendari loro proposti.

Venerdì 13 ottobre, avendo 341 parlamentari della Repubblica sottoscritto un appello al Presidente della Repubblica a sostegno dell'iniziativa nonviolenta suddetta, Pannella - in segno di ri-conoscenza con l'iniziativa dei parlamentari e per lasciare il Presidente della Repubblica dinanzi a questa sola richiesta ed interlocuzione - aveva sospeso il suo digiuno, giunto al 25· giorno.

Il Presidente della Repubblica ancora una volta non ha udito, o ha inteso molto male, molto male. Infatti è impossibile, inaccettabile continuare a proporre politicamente dalla Presidenza della Repubblica la richiesta di nuove regole, se preventivamente non si assicura che le regole di volta in volta esistenti vengano e siano rispettate, se non si assicura che coloro che le violano siano perciò puniti, condannati.

Da almeno trent'anni infatti le regole, le leggi, le norme della stessa Costituzione sono spesso sequestrate a favore dell'una o dell'altra fazione, o dalle fazioni riunite contro il legittimo detentore, il popolo italiano, in nome del quale si giudica, e che è il soggetto stesso per cui si declinano le leggi.

La richiesta di nuove regole, se non è accompagnata dalla difesa di queste esistenti da parte di tutte le magistrature a ciò preposte, non è che un modo ormai tradizionale di spostare o negare la responsabilità primaria di chi viola quelle esistenti e di operare perché restino a non applicare anche le regole future.

Perciò - dinanzi al reiterato comportamento della Rai-Tv, comportamento criminoso e antidemocratico - il Movimento prenderà di nuovo iniziative nei confronti della giustizia, perché cessi di proteggere il regime esistente, di omettere di esercitare le proprie funzioni, e processi i responsabili della Rai-Tv per attentato ai diritti civili e politici del cittadino e almeno dieci norme di rilevanza anche costituzionale.

L'iniziativa nonviolenta continuerà a rivolgersi al Presidente della Repubblica, perché da lui deve venire riparazione della legalità e della verità offese. Il Presidente Scalfaro certamente ricorda che offendere, negare la verità è ancora infinitamente più grave che ferire, uccidere una persona.

***

LETTERA APERTA DI MARCO PANNELLA AL SIGNOR PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA AD UNA SETTIMANA DALLA RIPRESA DEL NOSTRO DIGIUNO DI DIALOGO. NELLA SPERANZA CHE NON CONTINUI, ANCHE SE PER ORGOGLIOSA REAZIONE, A RIFIUTARE DI CONDANNARE LE VIOLAZIONI DELLE NORME VIGENTI, PERSISTENDO NELLA VOLONTA' DI IMPORNE E PROPORNE DELLE "NUOVE", FIDANDONE AI SOLITI NOTI IL TRADIMENTO...

("Il Tempo", 23 ottobre 1995)

"Caro Presidente Scalfaro,

ieri Lei è tornato a ricordare che ferire o negare la verità è ferire e negare la libertà, ma solo dopo le accuse del Ministro Mancuso e il suo eccesso di legittima difesa. Dico: "eccesso" visto che, se le cose da lui denunciate fossero provate, resterebbe pur sempre il rammarico che non gli abbiano impedito di accettare da Lei e dal Suo Presidente del Consiglio l'importante incarico governativo dal quale è stato oggi ejettato.

Mi consenta di rammaricarmi, e ormai anche per un'oncia sgomentarmi, per il suo altero e testardo rifiuto di ascoltare la nostra richiesta di pubblicamente dare atto del fatto che la Rai-Tv, servizio "pubblico", ha rifiutato di fornire al paese la verità, la conoscenza, l'esercizio del diritto (fondato sulla Costituzione e sulle norme vigenti) di conoscere per poi scegliere e deliberare, in particolare sui temi referendari, dal 12 maggio al 30 settembre.

Il Suo rifiuto diventa oggi una ragione, e non più solamente un alibi, per perpetrare di nuovo lo stesso attentato ai diritti civili e politici dei cittadini, alla Costitiuzione tout-court, contro le 20 richieste referendarie che sono in corso di sottoscrizione dal 1· ottobre, essendo, 18 di esse, le stesse censurate per quattro mesi.

Le stesse, Signor Presidente, che sono ostiche alla parte politica che ha sostenuto il Governo Dini, e a tutte le vecchie forze che hanno rapinato verità, conoscenza, democrazia, per trent'anni, assieme a coloro i quali oggi per questo sono in galera o moralmente e civilmente da loro distrutti.

Eppure quasi 400 parlamentari di ogni gruppo L'hanno pubblicamente invitata ad accogliere le nostre richieste di difendere per quanto Le compete non solamente la verità, la conoscenza, ma più semplicemente e pertinentemente la legalità costituzionale. Anch'essi restano senza risposta.

Lei è certamente, oggi, nella bufera politica che sconvolge e alluviona il nostro Paese. Come Lei sa, io non metto in dubbio la purezza delle Sue intenzioni ma a questo l'hanno portata le Sue scelte prima ancora delle polemiche degli avversari e il torbido supporto dei suoi sostenitori. Ne siamo profondamente addolorati, anche perchè il Paese paga caramente questo errore, che certamente era legittimo non temere quando lei è stato eletto dal Parlamento.

Centinaia di cittadini nonviolenti, democratici, hanno sin qui, ormai da mesi, digiunato con rispetto e senza impazienze, a volte al limite del rischio di vita, per parlarLe con rispetto, fermezza e amicizia vera. Ma se Lei si sottomette alle emergenze e si dimette da funzioni essenziali, verità, conoscenza, diritto continueranno ad essere insultati".

 
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