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Conferenza Movimento club Pannella
Partito Radicale Angiolo - 30 gennaio 1996
DOSSIER SCALFARO. testo 23

PANNELLA: SE SI PENSA DAVVERO ALL'EUROPA E NON LA SI USA E ABUSA PER LE PEGGIORI CONVENIENZE, OCCORRE VOTARE AL MASSIMO A META' FEBBRAIO PER RIENTRARE IN EUROPA, E NEL MONDO CIVILE E DEMOCRATICO, DOVE "GOVERNI TECNICI" SONO UN ECCEZIONE DA TERZO MONDO E DA FASCISMI.

Roma, 29 novembre 1995

"Se si vota entro la metà di febbraio, avremo un Governo (presumibilmente l'attuale) che garantirà la "partenza" del semestre, ormai di già preparata "tecnicamente" (il che non vuol dire, lo si sa, con competenza e tecnica e politica). Ma avremo, nella parte cruciale del semestre, da fine marzo in poi, un Governo autorevole, politico e pienamente costituzionale e democratico.

Andare al "semestre" con un Governo "tecnico", vera eccezione ademocratica e acostituzionale, politicamente e democraticamente disastrosa, in Europa e nel mondo civile democratico, mostra in chi lo immagina un assoluta mancanza di ragionevolezza e di serietà. Ho già detto, un anno fa, che solamente da grandi uomini un paese può attendersi tragici, grandi errori e sciagure. Mi auguro dal più profondo della mia coscienza che non si tratti di questo nel caso del Presidente Scalfaro. Ma, certamente, l'uso e l'abuso di argomentazioni speciose e cangianti, contraddicendosi a seconda delle "convenienze" politiche e tattiche pur di continuare a avere un Parlamento e un Governo menomati (che poi autorizzano il pretesto della "supplenza" e dell'"emergenza") non dovrebbe esistere".

***

PANNELLA SU REAZIONI AL PREANNUNCIO DELLA DENUNCIA NEI CONFRONTI DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Roma, 4 Dicembre 1995

"Come prevedevo, da ogni parte - e spesso da parti molto serie ed in modo molto convinto - si spiega che il Presidente della Repubblica Scalfaro, come già il Presidente Cossiga, esercita le sue funzioni in supplenza dei poteri dello Stato e dei partiti, e trovandoci in un periodo di "transizione". E' esattamente quel che denunciamo, anche se sulle cause di questa unanime denuncia divergiamo così come sulle conseguenze che occorre trarne.

Questi argomenti critici o polemici nei nostri confronti costituiscono l'espressione di una cultura profondamente contraria alla stessa cultura fondatrice dello Stato di diritto e di un diritto imperativo per tutti. Se quel che è opportuno sul piano politico, cioè su un piano sempre opinabile, deve esser fatto o puo' esser fatto prevalere su quello che è legalmente imperativo, ogni certezza del diritto viene negata. Questa certezza, infatti, va difesa proprio nel momento in cui tutto il resto è o può apparire in crisi o incerto.

Inoltre sul piano concreto basta leggere i quotidiani ed ascoltare radio e televisioni da un anno, per riscontrare che il Presidente della Repubblica occupa ogni giorno lo spazio della politica, cioè delle istituzioni politiche, in particolare il Parlamento e il governo, oltre che condizionare gravemente una informazione che voglia essere rispettosa delle responsabilità (e non delle irresponsabilità) costituzionali e delle varie istituzioni. Ogni giorno il Presidente dela Repubblica esprime opinioni che per la loro stessa natura possono essere condivise da una parte o dall'altra dei cittadini, mentre dovrebbe semmai prendere la parola per esprimere, nei modi prescrittigli dalla Costituzione scritta, quel che unisce nella legge i cittadini e non quello che li divide.

Ma occorrerà cedere la parola, fedelmente, al deputato Oscar Luigi Scalfaro, che in proposito per decenni e soprattuto nei momenti precedenti alla sua elezione alla presidenza della Repubblica, ha con grande eloquenza e vigore puntualmente affermato."

***

MARCO PANNELLA: IL PRESIDENTE SCALFARO, LA COSTITUZIONE QUOTIDIANAMENTE CALPESTATA, LA MESSA A MORTE DEI DIRITTI E DEL MOVIMENTO DEI DIRITTI CIVILI, L'ESEMPIO DEL SUO PREDECESSORE...PRESIDENTE SCALFARO, BASTA.

Roma, 6 dicembre 1995

"Il Presidente della Repubblica continua in modo intollerabile nel suo quotidiano snaturamento e condizionamento arbitrario dell'assetto costituzionale italiano. Come è assolutamente evidente a chiunque, egli occupa sui mass-media gran parte dello spazio della politica e delle altre istituzioni. Quando egli ammonisce i magistrati a non operare con la ricerca della pubblicità e delle prime pagine dei giornali egli dice cosa giusta, ma la contraddice in manietra conclusiva operando egli stesso, primo e supremo magistrato d'Italia, attraverso l'esclusiva via della pubblicità e del sequestro quotidiano di quel potere di indirizzo di vigilanza e di controllo che appartiene, o apparteneva, al Parlamento.

Potrei suggerirgli di leggere le pagine di denuncia angosciata e scientificamente qualificatissima di quel Gustavo Zagrebelsky che egli ha voluto nominare alla Corte Costituzionale. Zagrebelski, testualmente, denunciava il cosiddetto diritto di esternazione del Presidente della Repubblica come 'un topolino' divenuto un mostro che divora lo stato di diritto e la democrazia. D'altra parte c'è la sovrana e superba indifferenza con la quale egli assiste alla messa a morte dei referendum, dell'istituto stesso, dei diritti fondamentali dei cittadini, del comportamento del servizio pubblico che, al pari di tanta parte della stampa nazionale, sembra divenuto anche una sua personale gazzetta politica.

Quando egli tace su questa messa a morte e parla su tutto a tutti, è evidente a chiunque che il suo comportamento si risolve se non in una istigazione almeno in un implicito ma chiarissimo consenso alla messa a morte del movimento dei diritti civili in Italia.

Il Presidente Cossiga, almeno, aveva il buon gusto, nel suo cattivo operare, di nominare esplicitamente coloro che intendeva fustigare o insultare. Adesso dobbiamo constatare che il Presidente Scalfaro preferisce il metodo delle allusioni, quanto edificante egli per primo sa bene.

Rimando al Presidente della Repubblica la 'lettera aperta' che gli ho ieri inviato e la delibera di quella Commissione Parlamentare di Vigilanza che qualche flebile lamento a favore della verità e della legalità offese pur continua ad emettere".

 
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