IL MARCO FURIOSO SI CONSOLA CON I REFERENDUM
articolo di Maurizio Chierici
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Votare e subito per dare una mano a Pannella. Fuori dal Parlamento gli viene una malinconia che solo i referendum riescono a consolare. Il loro numero cresce come i tranquillanti. Perché facciano effetto bisogna aumentare la dose. La prossima volta saranno 30. Nell'intervallo marcia contro Scalfaro. Un Pannella diverso dal profeta con maglione nero e medaglione sul petto come un sommelier: vent'anni fa incantava con le parole, sdegnando inchieste costose come Datamedia. Chissà chi le paga. Allora era il referendum per il divorzio, chiarezza che gli italiani sentivano necessaria. Poi la tentazione di presentare il Movimento alle elezioni. Raffredda subito l'entusiasmo di chi immagina un ingresso alla grande nei Palazzi. "Saremo soltanto i sorveglianti del potere. Non accetteremo cariche. Mai ministri, mai presidenti di niente..." Ho conservato la pagina di Panorama. Miriam De Cesco elenca i nomi di boy scout radicali senza ambizioni e senza paura. Avvocati, medici, qualche cattolico, una fila di giornalisti.
Mi sono ritrovato. "Attenzione", insisteva Pannella, "Vi perseguiteranno e non avrete l'aiuto dei partiti...". Lacrime e sangue. "Tutti uguali, cari compagni. Nessun culto della personalità. Ci interessa solo l'idea...". Per strada perde qualche proposito buono. Ho riletto un'intervista a Goria quando era capo del Governo. Pannella voleva disperatamente diventare ministro per l'Europa. Craxi si è opposto, e Goria glielo ha spiegato. Il Marco furioso comincia a bombardare l'esule di Hammamet e "gli amici ai quali Bettino dispensa favori". Poi la rivolta contro Andreatta e il governo Ciampi: "serve un vero ministro degli Esteri..." Si offre in Tv per il bene dell'Italia. Gli ultimi illusi gli voltano le spalle. Ma arrivano i vari Taradash, presidente commissione Rai. Torna la gloria dei nomi al neon. Ecco i club Pannella. Purtroppo non ce la fa alle elezioni. Ma riesce a far cambiare decisione a Berlusconi, e il Cavaliere deve rimangiarsi l'annuncio in zona Cesarini. Marco lo vuole e la sua Bonino diventa comm
issario Cee. Le poltrone contano - e come - proprio quando il nostro non sopporta di star fuori. Anche perché a Montecitorio Sgarbi gli ha soffiato il posto da disk jockey dell'arrembaggio. Ne ha oscurato la fama da Gian Burrasca. Difficile, ormai, rubargli il cabaret. Ma Pannella è in crisi di astinenza: vuole tornare. Cerchiamo di sistemarlo, altrimenti, i referendum diventano 60.