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Conferenza Movimento club Pannella
Partito Radicale Angiolo - 30 gennaio 1996
DOSSIER SCALFARO. Testo n.29

MARCO PANNELLA: 'INTERLOCUTORE DEL DIGIUNO SARA' IL PRESIDENTE SCALFARO'.

Roma, 19 settembre 1995

"Il Presidente della Repubblica sa che è in corso un attentato - ennesimo - ai diritti civili e politici dei cittadini. Che occorrerebbe interromperlo, denunciarlo, impedendo che il disegno criminoso, il riflesso autoritario e menzognero del regime sia portato a compimento.

Se non si dà ai cittadini una immediata, fortissima riparazione sulla loro mancata informazione in tema referendario essi non avranno potuto esercitare i loro diritti-doveri fondamentali. Il Presidente della Repubblica si occupi, quindi, della 'parità di condizioni', della disinformazione sistematica e violenta, perchè vengano superate e denunciate. Si occupi delle regole che ci sono e che sono violate oggi come ieri.

Per aiutarlo ad assolvere ai suoi difficilissimi compiti, non ci resta e non mi resta che di tornare ad usare, anche nei suoi confronti, l'arma della nonviolenza e del dialogo. La coscienza civile è assetata di verità e di legalità, affamata di rispetto delle regole esistenti piuttosto che di 'nuove' regole per chi non le ha mai rispettate e non rispetterà, se sono liberali e costituzionali.

Per questo dalle ore 20 di oggi 19 settembre inizierò un digiuno che si trasformerà, se necessario, in sciopero della sete dalla sera di giovedì, perchè il Presidente della Repubblica sia aiutato a fare il proprio dovere".

***

PANNELLA: 'CARO OSCAR, COSI' AGEVOLI FAZIOSI'. IL LEADER REFERENDARIO SPIEGA LO SCIOPERO ANTI-SCALFARO

(Il Tempo, 19 settembre 1995)

di Lucio Brunelli

Sciopero della sete, a oltranza, contro il presidente della Repubblica. "Perché taccia. Oppure parli attraverso messaggi. E presenti scuse". Marco Pannella annuncia questa specialissima forma di protesta dopo l'ultima esternazione domenicale di Scalfaro. E da Napoli, dove è in lizza per le prossime elezioni suppletive, accetta di spiegare perché lui, primo sponsor di Scalfaro nella corsa al Quirinale, oggi ne contesta platealmente i comportamenti politici.

- Cosa ha trovato di così grave nelle parole del Presidente?

"Trovo gravissimo il fatto che il Presidente continui a predicare (o dovrei dire 'blaterare') di democrazia in difficoltà, di nuove regole, invece di vegliare sul rispetto delle regole già esistenti. Regole violate, al punto che oggi si può parlare semplicemente di democrazia sempre più abolita. Così, oltre al danno, c'è lo scherno per la verità. Lo dico con affetto e stima per Scalfaro, ma questa manìa delle nuove regole è diventata un alibi".

- Un alibi, in che senso?

"Un alibi per nascondere e coprire la realtà. Non so dove viva il Presidente Scalfaro. Il Centro d'ascolto radicale può fornirgli i dati sulla verità dello stato dell'informazione pubblica e di quella privata della Fininvest, ormai a questa adeguatasi. Basta vedere come hanno trattato, cioè come non hanno trattato affatto, l'argomento dei diciotto referendum da noi promosso. Con la conseguenza che rischiamo di non raggiungere il traguardo delle 500.000 firme, sebbene un recente sondaggio dica che il 40 per cento degli italiani ne approvi il contenuto".

- Scalfaro insiste, soprattutto sulla par condicio televisiva.

"Appunto. Le concrete regole della par condicio, regole bulgare, distruggono il gioco democratico, avvantaggiando il parastato partitocratico e colpendo chi promuove iniziative popolari dal basso. Quando penso che l'unico piccolo spazio decente, il Tg2, è l'unico minacciato... Il fatto è che insistere nella richiesta di nuove regole senza pretendere il rispetto di quelle esistenti agevola la pericolosa, selvaggia e definitiva promozione di un ceto giornalistico fazioso; il governo anticostituzionale dell'informazione, sia essa Rai, Fininvest, Tmc-Videomusic o altra".

- Non sta minimizzando un problema reale? Il candidato premier Berlusconi è pur sempre il proprietario di un impero televisivo...

"Mettere sullo stesso piano, come fa Scalfaro, la faziosità intollerante del sindacalismo ex comunista modello Usigrai e la Fininvest significa esattamente non vedere la realtà. Non si capisce che una cosa è la nuda proprietà della Fininvest e un'altra la sua gestione concreta. Oggi Berlusconi ha contro la sua azienda, che in concreto è gestita dai Costanzo, dai Mentana... mentre la Rai formalmente di proprietà pubblica, è di fatto stata gestita in modo propagandistico e unilaterale".

- Insomma Scalfaro con la sua "mania" delle regole, finirebbe con l'agevolare proprio i più faziosi?

"Non giudico le intenzioni, ma oggettivamente è così".

- L'ultima esternazione del Capo dello Stato agli uomini del Polo non è piaciuta per un altro motivo: perché sembra bloccare di nuovo il ricorso alle urne. Lei si tira fuori da questa discussione?

"Ma se fui il primo a suggerire l'Aventino! Chi credeva nella incostituzionalità del 'partito del non voto' doveva dimettersi subito dal Parlamento".

- Già, Berlusconi si è detto pentito di non aver seguito quel suggerimento.

"Da allora si è passati, perché questa è la verità, da una sconfitta all'altra".

- Quindi, sciopero della sete contro Scalfaro. Che però fu lei a lanciare come candidato al Quirinale: per nulla pentito?

"No, perché nella prima fase della sua presidenza Scalfaro ha svolto bene la sua parte. E poi i candidati alternativi erano Forlani, Craxi e Andreotti. Se fosse andato uno di loro al Quirinale, avremmo corso il rischio di una guerra civile: Tangentopoli era alle porte".

- Scalfaro doveva essere il "Pertini cattolico", ricorda? Fu lei a coniare quell'appellativo.

"Sì, ma poi ha finito per prevalere in lui il Dna democristiano".

***

PANNELLA COMINCIA UN DIGIUNO DA OSCAR

Il Leader fa lo sciopero della fame e della sete: chiede al Presidente una vera par condicio

(Il Giornale, 20 settembre 1995)

Roma. "Ogni minuto che io me ne starò all'asciutto dentro, Scalfaro si troverà da solo con la sua coscienza. Lo so, lui è un uomo come William Gladstone, che i sindaci scozzesi li faceva morire di fame. Ma io, da non violento, con lo sciopero della sete voglio solo indurre il potere a compiere il suo dovere". Marco Pannella sceglie l'iniziativa clamorosa.

Da ieri sera non mangia. E da domani si asterrà anche dal bere. Potrà resistere quattro, cinque giorni, non di più. Paradossalmente, il leader riformatore chiede ciò per cui a parole il Capo dello Stato, Oscar Luigi Scalfaro, ha esternato anche l'altro ieri: la par condicio, la completezza dell'informazione. "Ha ragione Scalfaro: la negazione della verità è peggio dell'omicidio. La strage di verità è strage di persone. Ma proprio per questo mi fa indignare. Io mi ritengo schernito. Al danno della par condicio, che consegna le elezioni in mano alle truppe cammellate e cancella la politica e i dibattiti, si aggiunge ora la beffa. Mi si annunciano infatti nuove regole, mentre lui non interviene su violazioni costituzionali e giuridiche: c'è un reato in corso, irreparabile, da fermare". Pannella parla di attentato ai diritti civili dei cittadini, per la mancata informazione sulla raccolta di firme per i 18 referendum liberali (proprio ieri Forza Italia ha annunciato che ne condivide "soltanto" otto: i due eletto

rali, i quattro sulla magistratura e quelli su Enel e pubblicità Rai).

"Il Tg1, che non è il peggiore, e soprattutto il TG5, hanno dato più tempo alla beffa di regime di 'Cuore', che in quattro mesi ai nostri referendum. Allora io - insiste Pannella - faccio lo sciopero della sete perché il Presidente che ogni giorno esterna e sollecita la par condicio che c'è e ha rappresentato l'imbarbarimento del gioco elettorale, si arrangi lui a trovare il modo per riparare al danno. Dica per esempio ai cittadini che vadano a firmare i referendum se vogliono, gli dia la possibilità di scegliere se firmarli o no.

Siccome ormai Scalfaro si è attribuito le funzioni parlamentari di vigilanza, controllo e indirizzo, lo dia questo indirizzo! Neppure sulla legalizzazione delle droghe leggere ho avuto un minuto di dibattito in Tv. E la Fininvest, da maggio, è peggio della Rai. Contro Berlusconi si è creato un fenomeno di allucinazione collettiva e di odio etnico: lui ha solo la nuda proprietà della Fininvest, ma con l'unica eccezione d Fede, i "gestori" gli hanno remato contro".

E D'Alema? "D'Alema ha capito che Tangentopoli può arrivare anche da loro. Nell'80% delle provincie Tangentopoli non si è fatta, nelle regioni rosse i procuratori della Repubblica sono i procuratori della Repubblica sovietica... E poi c'è Affittopoli, una cosa enorme, la dimostrazione che loro sono il potere. Sfido chiunque a trovare uno solo di noi liberali in quelle case. Ma hanno la garanzia di una certa Rai Tv. Ecco il vero compromesso storico. Ci sono solo due anomalie: una dolcemente caricaturale, Fede, e l'altra nella tradizione delle grandi battaglie radicali: Il Giornale".

***

COMUNICATO STAMPA

Roma, 22 settembre 1995

Gli organi direttivi del Movimento hanno oggi deciso di rilanciare, estendere ed aggravare l'iniziativa nonviolenta nei confronti del Presidente della Repubblica Scalfaro.

Marco Pannella che, con altri trecento cittadini, è al suo terzo giorno di digiuno, passerà allo sciopero della sete domenica. Si è infatti deciso di indirizzare prima una "lettera aperta" al Presidente Scalfaro, che sarà resa nota fra breve. Il Movimento ribadisce che l'iniziativa nonviolenta in corso ha per solo e tassativo oggetto quello di assicurare una tempestiva riparazione ai cittadini che sono stati impediti di conoscere i contenuti e le modalità di sottoscrizione delle richieste referendarie.

Solamente uno degli interventi con i quali il Presidente Scalfaro suole rivolgersi agli italiani ed alle Istituzioni, infatti, puo' ormai consentire che siano raccolte e consegnate in tempo le cinquecentomila firme ("termine ultimo" 30 Settembre) che non sono state apposte malgrado oltre venti milioni di italiani si dichiarino favorevoli ai referendum per mancanza di informazione, oltre che di agibilita' delle sedi pubbliche a cio' destinate.

***

MARCO PANNELLA DALL'OSPEDALE DOVE E' STATO RICOVERATO HA RILASCIATO LA SEGUENTE DICHIARAZIONE URGENTE

Roma, 28 settembre 1995

"Con tutto il rispetto che devo all'antico collega per le sue battaglie in difesa dello stato di diritto, onestà vuole che io dica a mia volta al Presidente Scalfaro di smetterla lui di fingere di non vedere quale sia il problema.

Una manifesta, profonda ferita alla verità e alla conoscenza dell'opinione pubblica del paese è stata perpetrata con un insieme di azioni e di omissioni di feroce e antica efficienza.

Avevamo sperato che esistesse un Capo dello Stato garante delle norme esistenti. Abbiamo invece trovato uno che annunciava quelle future: il che non ci sembra sia suo compito necessario.

Adesso, scaricare le responsabilità dell'accertamento ad una commissione partitocratica e parlamentare come quella cui egli allude è pura ipocrisia.

Se c'è ancora un Capo dello Stato, ci dica lui se c'è stata ferita alla verità e alla conoscenza e si impegni a non più permetterla, dopo quarant'anni che è regola, così come egli sa bene".

 
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