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Conferenza Movimento club Pannella
Partito Radicale Angiolo - 31 gennaio 1996
DOSSIER SCALFARO. testo n.32

PANNELLA:OSCENO PER IRRESPONSABILITA' E PER IGNORANZA, NELLE MIGLIORI DELLE IPOTESI, IL VOTO A MAGGIO-GIUGNO. OSCENO IL VOTO CHE SI VUOLE IMPORRE ALL'ITALIA NELLA CONFERENZA CONCLUSIVA DEL SEMESTRE. IL CAPO DELLO STATO SA BENISSIMO TUTTO QUESTO E OPERA PER QUESTO? OCCORRE VOTARE AL MASSIMO ALL'INIZIO DI MARZO. SCALFARO FACCIA OGGI QUELLO CHE DEVE E, CHE RAPPRESENTO', INVECE, UNA PAGINA TUTTORA OSCURA NEL GENNAIO 1994, QUANDO LO FECE.

(L'Opinione, 21 dicembre 1995)

Nel gennaio 1994 il Parlamento, ed in particolare la Camera, era ultrapronto a confermare la fiducia al Presidente del Consiglio Ciampi. Il Presidente della Repubblica e il suo Presidente del Consiglio ritennero invece che il Parlamento andasse comunque sciolto, senza nemmeno consentirgli dieci giorni di lavoro per atti dovuti: si convocarono le elezioni per la Pasqua ebraica, e si dovette poi intervenire in modo assolutamente scorretto per "sanare" in qualche modo quella enormità.

Resta, quella, una pagina oscura e torbida. Non si sono mai conosciute le reali motivazioni che fecero vietare al Parlamento sia un Ciampi-bis, sia la conferma del Governo Ciampi. Dovremo, penso, occuparcene nel documento con cui denunceremo una politica di offesa alla Costituzione da parte dell'attuale Presidente della Repubblica.

Ciò premesso, dobbiamo oggi, con assoluta convinzione e con fermezza, denunciare l'irresponsabilità e la illegittima strumentalità dei discorsi che vengano da parte politica che, nel suo assieme, si riferisce al Presidente della Repubblica, e che ha un solo scopo evidente: impedire il più a lungo possibile nuove elezioni e difendere a qualsiasi costo una situazione di sospensione della legalità costituzionale a favore di una conduzione personale del governo del paese da parte del Capo dello Stato. Oggi, in particolare, si continua ad evocare il "semestre europeo" come valore da tutelare, con carattere prioritario rispetto ad ogni altro. E si ha la spudoratezza di parlare di elezioni a fine maggio o giugno! Vergogna.

Fra lo scioglimento delle Camere e la tenuta delle elezioni, grazie anche alla "complessità" della legge Mattarella, devono intercorrere almeno sessanta giorni. Venti giorno occorrono per convocare le nuove Camere. Altri 15 giorni, in complesso, per la loro "costituzione": Presidenti, Uffici di Presidenza, Conferenza dei Presidenti dei Gruppi, costituzione delle Commissioni ecc...

Vogliamo assegnare dieci giorni di tempo per l'incarico al Presidente del Consiglio, la formazione del Governo, la fiducia delle Camere? Sarà un miracolo, ma un miracolo da tentare. Dunque, in totale, un minimo di 105 giorni per avere un nuovo Governo. Tutto questo il Presidente della Repubblica, di certo, lo sa benissimo, ultrabene, come nessuno. Allora? Votare a maggio o giugno, significa concludere il "semestre" europeo, proporre e sottoscrivere patti e impegni italiani e avere l'autorità per sostenerne di generali con una funzione di mediazione e di propositore di "compromessi" che siano accettati da tutti, con un "Governo" in carica per il "disbrigo" degli affari correnti da mesi e, al momento finale del semestre, ormai senza più alcuna legittimità di rappresentanza nazionale e parlamentare, una vuota larva che (poichè la politica e lo Stato non tollerano il vuoto) si sarà riempita del peggio di una realtà oligarchica, acostituzionale, assolutamente antidemocratica. Coloro che dovranno presiedere la mas

sime assise europee, alla presenza e con la partecipazione di una trentina di Capi dello Stato e degli Esecutivi, non saranno che funzionari senza nessun'altra legittimazione e forza che quella di fatto dovuta alla sospensione della Costituzione e dei suoi valori.

Il Presidente della Repubblica sa benissimo, ultrabene, questa realtà. Avendo requisito i poteri costituzionali di Parlamento, forze politiche, Presidenza del Consiglio, egli continua a evocare "il Parlamento sovrano", e intanto lascia consumare tutto, e tutto manda in putrefazione; e dona all'Europa intera questa oscena rappresentazione del nostro paese e della sua vita "civile".

Il Presidente della Repubblica sa benissimo, ultrabene, che non esisterebbe altra soluzione ormai, per evitare questa oscenità, questa ferita anche internazionale all'immagine dell'Italia e degli italiani e questo colpo all'Unione Europea che non ne ha certamente bisogno, che votare a fine febbraio o all'inizio di marzo, cosicchè coincidano il primo atto importante del Governo che dovrà presumibilmente governare e rappresentare l'Italia per molti anni e gli impegni "europei" e nazionali che dovrebbero vedere la luce a giugno, con il vertice conclusivo del nostro semestre. Con il prestigio e l'interesse europei e internazionali conseguenti.

Il Presidente della Repubblica sa benissimo che il sistema partitocratico che egli ha contribuito in modo determinante a rendere indecente e insopportabile (mancando solennemente a uno dei due "impegni solenni" che aveva pur assunto lo scorso anno con il suo messaggio di fine anno) esige che la "fuoriuscita" da questa fase per andare alle elezioni esige minuziosa e forte preparazione, da parte ed ad opera del Capo dello Stato. Noi ci auguriamo che egli sia capace di non andare fino in fondo nella disastrosa scelta che ha ritenuto di dover far fin qui.

Berlusconi, D'Alema, Bertinotti, Fini e noi stessi, quanto meno, abbiamo chiesto reiteratamente di andare alle elezioni, di fatto, a febbraio. Scalfaro, e solo lui, non ha fin qui voluto ed ha operato in modo che le sabbie mobili dell'irresponsabilità e della faziosità risucchiassero tutto, ogni ragionevolezza, ogni senso di responsabilità. In queste ore occorre fare l'impossibile per salvare un minimo di decenza della vita istituzionale e civile italiane. Elezioni, dunque, a fine febbraio, inizio di marzo!

***

IMMEDIATO IL COMMENTO DEL LEADER DEI RIFORMATORI AL MESSAGGIO DI FINE ANNO DEL PRESIDENTE OSCAR LUIGI SCALFARO

Roma, 1 gennaio 1996

"Da Roma ci ha parlato, predicato, ordinato Avignone. I più sacri principi costituzionali sono aboliti, calpestati, sostituiti in nome del sacro e della costituzione. Opinioni costituzionalmente irresponsabili, inesistenti ci sono imposte come verità e regole obbligatorie, dettate sotto dettatura o dittatura dal Padre o dal Celebrante. Poteri del Parlamento, dell'Esecutivo e dei Partiti, doveri del Capo dello Stato sono sequestrati, sono elevati ad una forma di ecclesiastica celebrazione ed in realtà di sepoltura. Siamo a prima dell'epoca degli Stati e delle monarchie costituzionali. Il Bene e il Bello ci vengono proposti come ad una buona, cara plebe, non come a dei cittadini di una nazione democratica".

***

PANNELLA:SUL GOVERNISSIMO, UNA FIDUCIA A BERLUSCONI C'E' O NON C'E. SE C'E' NON LA SI RITIRA AUTOMATICAMENTE. MA IL II CONGRESSO RIFORMATORE, FRA POCHI GIORNI, DOVRA' ACQUISIRE GLI OBIETTIVI CHE DEVONO VALERE IN QUALSIASI CONTESTO. E IL PRESIDENTE SCALFARO ...

Roma, 30 Dicembre 1995

"Il Congresso Nazionale del Movimento dei Club Pannella-Riformatori si aprirà nel momento stesso in cui comincerà il deposito alla Corte di Cassazione dei (comunque) dieci milioni e oltre di firme di elettori italiani con cui si appoggiano le venti richieste di riforme referendarie del Movimento stesso.

La prova sarà comunque acquisita delle peculiarità popolari, alternative, di radicamento nella coscienza del paese, di forza organizzativa e propulsiva, e quindi in sintesi di capacità reale di alleanze o di solitudine, che tranne il PDS o Alleanza nazionale nessun altro ha.

Non condividiamo, ovviamente, il tentativo di governissimo di affidare a questo Parlamento la possibilità di fare riforme che non é in condizione di fare, di controriforme che può invece imporre. Ma, ciò detto, le decisioni di far fiducia esistono o non esistono. Noi non avremmo mai consigliato a Berlusconi di fare la scelta che invece, con generosità e con coraggio, sta oggi cercando di realizzare. Ma, oggi che la scelta é fatta, ora che il gioco tutto volto ad assicurare la non-tenuta delle elezioni entro febbraio o marzo sembra esser definitivamente riuscito, e il PDS pone il problema del Governo come problema innanzitutto programmatico, il nodo viene al pettine.

Semi-presidenzialismo, o presidenzialismo? Sistema americano, o "continentale", francese, tedesco, austriaco, ecc? Stato liberale, cioé custode e affermatore di regole, o Stato mediatore fra i poteri forti, corporativisti, conservatori?

Queste sono le scelte qualificanti e irrinunciabili, a mio avviso, e che devono ormai nel paese avere la garanzia e la forza di una organizzazione politica coerente, convinta, decisa e capace.

Infine, una nota doverosa: da circa un mese, il Presidente della Repubblica é poco presente nelle prime pagine dei giornali, nella attualità politica. Doveroso (e piacevole) é darne atto. Inoltre, sul piano formale, la decisione del Presidente di respingere le dimissioni di Dini per rinviarlo alle Camere é assolutamente in linea con le posizioni del deputato Scalfaro, contro l'extraparlamentarietà delle crisi. E con le nostre...

Non siamo ingenui. Le Camere, convocate fra più di dieci giorni, comportano un "uso politico" della crisi che liquida le elezioni a marzo, o quasi. Ma é bene intanto accontentarsi. Lo facciamo".

***

PANNELLA METTE SOTTO ACCUSA OSCAR

Il leader referendario raccoglie le firme

PANNELLA: OSCAR E' FUORILEGGE

Per il leader dei Riformatori il Presidente della Repubblica "è politicamente irresponsabile e distrugge la Costituzione"

"Lancio una raccolta di firme per chiedere l'impeachment di Scalfaro".

(Il Giornale, 2 gennaio 1996)

di Virman Cusenza)

Una firma per "processare" Scalfaro. Non pago di aver raccolto 12 milioni di autografi per i suoi venti referendum, Marco Pannella prepara il piatto forte. Giovedì il leader riformatore proporrà che la ricerca di impeachment per il capo dello Stato in Parlamento venga affiancata da una mobilitazione popolare: non è un petardo di Capodanno, come lo definisce Gerardo Bianco, ma la nuova campagna di Pannella contro quello che lui bolla come "il fuorilegge del Colle".

D - Che intenzioni ha Pannella?

R - "Il 4 gennaio, al secondo Congresso nazionale del movimento Club Pannella e riformatori, proporrò che contemporaneamente al deposito di 12 milioni di firme per i referendum, il movimento si mobiliti affinché l'atto d'accusa formale che depositeremo in Parlamento nei confronti di Scalfaro venga subito dopo suffragato da centinaia di migliaia e, se necessario, milioni di firme. Come per i tavoli referendari. Perché non si può transigere. Il fatto che Scalfaro sequestri le istituzioni al diritto, ne fa un fuorilegge consapevole che vuole affermare la propria legge per salvare la patria".

D - Non è un po' troppo per un semplice messaggio di fine anno?

R - "Qui non si tratta solo del messaggio di Scalfaro, che è degno forse di un presidente americano o francese, e sottolineo il forse. Sicuramente non è concepibile nell'assetto costituzionale italiano, in cui il Presidente eletto dal Parlamento [si esprime] con dei messaggi che, essendo pubblici, raggiungono così l'opinione pubblica. Scalfaro invece ha fatto il contrario, dunque le Camere si trovano nell'impossibilità tecnica di discutere quel messaggio. E' uno straripamento di poteri, un appello populista al popolo contro le regole e le istituzioni".

D - Ma scusi, 15 milioni di Italiani hanno capito che quello di Scalfaro era un appello alle regole.

R - "Guardi, il Presidente della Repubblica è politicamente irresponsabile ed è il governo ad avere la responsabilità delle sue manifestazioni politiche. Invece Scalfaro ha espresso valutazioni sul governo Dini che spettavano al Parlamento. Insomma, ancora una volta la Costituzione e il Parlamento sono proprio le due cose che Scalfaro mette sull'altare e distrugge".

D - E' per questo che lei suggerisce l'impeachment?

R - "Sul piano politico speriamo che Scalfaro comprenda l'errore politico e si dimetta. E comunque dovrà rispondere di quel che ha fatto finora".

D - Scusi, non è stato proprio lei a fare una campagna per portare Scalfaro al Quirinale?

R - "Il problema è che fra noi, in passato, c'era solo il deputato Scalfaro a difendere la certezza delle regole e dello Stato di diritto. Dunque, noi oggi ripetiamo e diamo forza politica alle idee e alle manifestazioni di idee ufficiali proprio del deputato che abbiamo eletto al Quirinale. Non dimentichi che siamo stati i primi a chiedere l'impeachment anche per Cossiga".

D - Scalfaro come Cossiga?

R - "C'è una differenza importante. Cossiga ripeteva di essere costretto a violare le strette regole costituzionali perché erano macerie da cui liberare il Paese. Dava corpo al disagio di chi, dovendo garantire la Costituzione scritta, era costretto a violarla. Scalfaro invece dà valore, dignità e pretesa di diritto al sequestro del diritto costituzionale. Qui il problema è di interrompere la flagranza...".

D - E' così sicuro dell'appoggio del Polo?

R - "Questo non è un mio problema. Se si crede nel diritto, quando un cittadino ritiene che ci sia stato un tradimento riuscito della Costituzione, non ci si chiede con chi, si decide di farlo e basta".

D - Nel Polo c'è un tentativo che va in direzione opposta, con l'esplorazione di Berlusconi per le larghe intese".

R - "Per un governissimo, per un governicchio ci devono essere programmi obiettivi: noi chiediamo il presidenzialismo e il federalismo, il bipartitismo all'americana. Le larghe intese sono una molto generosa e una molto sincera illusione che tutti possiamo pagare molto cara. Meglio le elezioni subito".

 
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