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"MI INDAGA PER OFFESA? DENUNCERO' BORRELLI"

inquisito per il comizio anti-Scalfaro, Pannella contrattacca

di Carlo Brambilla

MILANO - La provocazione di Marco Pannella che, venerdì scorso, con un durissimo comizio in piazza del Duomo, all'urlo di Presidente Scalfaro, ti legalizzeremo, aveva chiesto le dimissioni del Capo dello Stato, colpevole, secondo lui, di tradimento della Costituzione, ha ottenuto un primo risultato. Gli agenti della Digos, dopo aver registrato le accuse hanno consegnato un dettagliato rapporto alla magistratura. E la Procura di Milano ieri mattina ha deciso di aprire un fascicolo di inchiesta nei confronti del leader riformatore in cui si ipotizza il reato di offesa al Capo dello Stato.

L'iniziativa di Pannella, impegnato da giorni, col sostegno del Giornale di Vittorio Feltri, nella raccolta di firme per ottenere l'impeachment di Scalfaro (che ieri a Torino è stato contestato stato oltre che dai Riformatori anche dai giovani della destra universitaria del Fuan) aveva raggiunto venerdì scorso uno dei momenti di attacco più duri.

La nostra raccolta di firme aveva sottolineato Pannella terminerà solo con le dimissioni del presidente. Un presidente che sa di aver tradito non solo la Costituzione, ma le ragioni stesse per cui è stato eletto. Ieri Pannella ha annunciato, come risposta alle indagini nei suoi confronti, che incaricherà i sui legali di valutare l'ipotesi di denunciare Francesco Saverio Borrelli, procuratore della Repubblica ai Milano, per calunnie e abuso in atti di ufficio: Borrelli non può ignorare la differenza che esiste fra il gravissimo 'vilipendio" del Capo dello Stato e il molto meno grave reato che ipotizza. Differenza che, se dolosamente ignorata, offende la verità e mi offende.

L'alto tradimento e l'attentato alla Costituzione realizzati dal Capo dello Stato ha precisato Pannella - sono sicuramente da attribuirsi a motivi non abietti, non di interesse privato, ma ideologici e politici. Dalla provocazione di Pannella - che fino a ieri ha raccolto 136 firme pro-impeachment - ha voluto dissociarsi ieri Pier Ferdinando Casini, che ha definito eversiva l'iniziativa: Voglio biasimare sul piano istituzionale e politico la raccolta di firme per l'impeachment di Scalfaro. C'è una procedura, che è di garanzia costituzionale, per chiedere di mettere sotto accusa il Capo dello Stato. Se qualcuno ritiene di seguire questa procedura deve raccogliere le firme tra i parlamentari che vogliono firmare.

Anche Angelo Sanza, del Cdu, ha duramente criticato Pannella, in un articolo per la Discussione, definendo ridicola la petizione contro Scalfaro: essa rappresenterebbe, insieme al comportamento di Fini, una bomba a orologeria che mina l'unità del Polo. In soccorso di Pannella è arrivato invece Armando Cossutta, che ha criticato l'iniziativa della Procura della Repubblica milanese: Non sono un magistrato. Capisco che vogliano seguire le vie formali. Ma c'è il diritto di libertà d'opinione sancito dall'articolo 21 della Costituzione. Non mi risulta che Pannella stia portando offese e vilipendio al Capo dello Stato. La sua è semplicemente una critica politica.

Velenosa la replica a Casini di Pannella, che in una dichiarazione a Radio radicale ha sparato a zero contro il leader dei ccd Casini ha imparato tutto da Forlani e dalla Dc. Come Bianco. Tranne una cosa: la moderazione dorotea del linguaggio. Sembrano dei gruppettari da quattro soldi mentre sono sempre stati da 40-50 miliardi come minimo.

 
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