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Conferenza Movimento club Pannella
Segreteria Rinascimento - 31 gennaio 1996
LA STAMPA 30 GENNAIO 1996

PANNELLA INDAGATO A MILANO

Ha offeso l'onore del Capo dello Stato

di Francesco Grignetti

ROMA - Marco Pannella finisce nella bufera per via della sua ultima campagna contro il Capo dello Stato. Aveva urlato, in un comizio milanese: Scalfaro, noi ti legalizzeremo!. E adesso la Procura di Milano lo iscrive al registro degli indagati per offese all'onore al prestigio del Presidente della Repubblica. Ma intanto i buttiglioniani si dissociano dalla raccolta di firme anti-Scalfaro che definiscono ridicola. Pierferdinando Casini, dei Ccd, si spinge anche più avanti: Iniziativa impropria, eversiva, ridicola. E lui? Reagisce alla sua maniera: denuncia Borrelli per calunnie e abuso in atti d'ufficio; litiga con Casini che non ha senso della misura nel parlare, se non nell'operare; promette di insistere fino alle dimissioni di Scalfaro. E' guerra aperta, insomma, nel Polo tra i centristi (impegnatissimi a scongiura-re elezioni) e Pannella (che attacca Scalfaro). Ed è un coro di lamentele postdemocristiane. Angelo Sanza (Cdu) Fini e Pannella rischiano trasformarsi in una bomba a orologeria che mina l'unità

del Polo. Michele Vietti (Ccd): Non possono essere le folcloristiche iniziative dei club Pannella o del Fuan a far dimenticare il positivo ruolo svolto dal Presidente. Casini: La raccolta di firme pannelliana è un'iniziativa gravemente lesiva delle garanzie costituzionali. Ma Pannella non intende affatto cambiare linea. Primo bersaglio, i magistrati. Annuncia che se sarà con fermata la sua iscrizione al registro degli indagati, denuncerà il procuratore Saverio Borrelli. Il reato ipotizzato, art. 278 del codice penale non è uno scherzo: Chiunque offende l'onore o il prestigio del Presidente della Repubblica è punito con la reclusione da uno a cinque anni. Ma Pannella addirittura rilancia. Punta al caso eclatante: Borrelli non può ignorare la differenza che esiste tra il gravissimo "vilipendio" e il molto meno grave "offesa all'onore". Una differenza che, se dolosamente ignorata, offende la verità e mi offende. Io ho precisato in ogni sede che l' alto tradimento e l'attentato alla Costituzione realizzati dal c

apo dello Stato sono sicuramente da attribuirsi a motivi "non abietti", non di interesse privato, ma ideologici e politici. Staremo a vedere. Ove il ministro della Giustizia Dini non concedesse l'autorizzazione a procedere, mi dimetterei da parlamentare europeo per dar corso a questa vicenda giudiziaria. Pannella reagisce duramente anche alle critiche in- terne al Polo. Da giorni i banchetti dei radicali raccolgono firme in calce a una petizione che chiede le dimissioni e lo stato di accusa contro il Presidente della Repubblica. A rigore di Costituzione, le firme raccolte dovrebbero essere quelle dei parlamentari. I radicali invece si rivolgono alla gente comune. Sostengono di ver raggiunto oltre centomila firme in pochi giorni. Gridano al successo. Insiste dunque Pannella nella sua battaglia. Radio radicale - annuncia - trasmetterà concetti e interventi, anche parlamentari del deputato Oscar Luigi Scalfaro nei confronti di quanto andava facendo, in modo colposo e preterintenzionale, il Presidente Cossiga e

che oggi in modolimpidamente doloso, fa il Presidente Scalfaro. Alla fine, oltre al Giornale diretto da Vittorio Feltri, resta a solidarizzare con i radicali solo Armando Cossutta (Rifondazione comunista). Non sono un magistrato dice - e capisco che vogliano seguire le vie formali. Ma c'è il diritto di libertà di opinione (art. 21 della Costituzione). Non mi risulta che Pannella stia portando offese e vilipendio al Capo dello Stato. Una critica, politica. Pannella raccoglie le firme... Noi non sosteniamo questa iniziativa, ma la nostra critica su Scalfaro è severa quanto quella di Pannella.

 
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