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Conferenza Movimento club Pannella
Segreteria Rinascimento - 31 gennaio 1996
IL GIORNALE 31 GENNAIO 1996

L'EX RADICALE: VOGLIO ESSERE PROCESSATO

Berlusconi però lo invita a usare toni meno accesi. La raccolta di firme contro il capo dello Stato intanto prosegue

di Marco Ventura

Quel processo io lo voglio. E se il ministro della Giustizia, che se non sbaglio è sempre Dini, non concederà l'autorizzazione a procedere contro di me per vilipendio del capo dello Stato, mi dimetterò dal Parlamento europeo. Galvanizzato per l'iscrizione del suo nome nel registro degli indagati, Marco Pannella passa al contrattacco e si dice pronto a rinunciare anche all'immunità parlamentare, Stavolta, tra coloro che lo criticano c'è pure Silvio Berlusconi, Il leader di Forza Italia si dice imbarazzato per il tono delle accuse al Quirinale, ma anche per le iniziative giudiziarie: Credo che Marco dovrebbe adottare nelle sue esternazioni una misura che non c'è. D'Altra parte, il vilipendio del capo dello Stato è un reato che da più posizioni si tende a voler eliminare dal nostro ordinamento giuridico. Forse, se l'una e l'altra cosa succedessero, sarebbe meglio per tutti. Che Pannella non scagli più anatemi e insulti contro il Quirinale, e che qualcuno pensi di processarlo per aver espresso a suo modo il diss

enso da Oscar Luigi. Solo che Berlusconi utilizza un termine che appartiene al lessico della politica, e in particolare a quello del Quirinale: esternazione. E fornisce così il destro a Pannella per la replica: Berlusconi lealmente ha risposto che era molto imbarazzato sulla nostra iniziativa e su quella del procuratore capo di Milano, Borrelli. E lo capisco. Ancora una volta, tutto va a lode di Berlusconi. Lui si augura che le esternazioni siano meno ampie. Si è sbagliato: le esternazioni meno ampie non devono essere le mie, ma quelle del presidente della Repubblica. Ad accelerare gli eventi è stato lo stesso Scalfaro, con la sua esternazione a Taormina davanti all'Associazione nazionale magistrati, nella quale ha promesso che finché ci sarò io, non passerà la riforma sulla separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri. Osserva il presidente della Commissione giustizia della Camera, l'azzurra Tiziana Maiolo: Il presidente Scalfaro non dimentica mai di essere stato anche se per pochissimo un ma

gistrato. Così è andato laddove c'è la corporazione più corporativa, a solleticare il corporativismo dei magistrati, e con una frase a effetto si è guadagnato l'ovazione. Ha detto una cosa gravissima. Quando c'è un attacco politico che tende a denunciare un presunto comportamento anti-costituzionale del presidente della Repubblica, osserva Publio Fiori (An), dovrebbe essere questo l'oggetto delle indagini dei magistrati e non le modalità con le quali si è arrivati alla denuncia. Il forzista Pietro Di Muccio è convinto che l'iniziativa dei giudici sia una bolla di sapone, perché in un sistema libero è diritto dei cittadini criticare in maniera aspra e dura la condotta delle autorità supreme, altrimenti avremmo la categoria degli intoccabili e il reato di lesa maestà.. Solidarietà a Scalfaro, fatto oggetto di ignobili attacchi che assumono l'aspetto di un vero e proprio tentativo di intimidazione, viene dalla direzione dei popolari di Bianco e, con una lettera al Quirinale, dai minatori della Carbonsulcis. I g

iovani del Ppi e del Pds distribuiranno a Roma volantini in solidarietà a Scalfaro. La raccolta delle firme intanto prosegue. Chi ne vuol sapere di più, può telefonare allo 06/689791, oppure (per chi ha il fax) ricevere direttamente il modulo della petizione formando il numero a pagamento 166114626.

 
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