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Conferenza Movimento club Pannella
Vitale Giovanni - 7 febbraio 1996
Grazie, compagni,
grazie a chi ha taciuto e a chi ha fatto commentini.

Finalmente la misura e' colma, finalmente posso liberarmi di

questa illusione che avevo sulla possibilita' di lavorare per una

politica diversa. Meglio tardi che mai!

Questo movimento evidentemente, come altri, si regge sulla

divaricazione tra quelli che afferma essere i suoi obiettivi

riformatori e la concreta prassi politica. Qui come altrove emerge

il piu' capace di tirare colpi bassi e usare la violenza della

menzogna. Sara' questo essere leader politici? Se e' cosi' sono

contento di non esserlo. Perche' dovrei continuare a lavorare per

una politica che si identifica si' con le speranze di tanti e con

le mie, ma che poi concretamente portera', in caso di successo, in

posizioni di potere persone a cui non affiderei mai qualcosa di

mio? Persone, dico, la cui pochezza umana e politica e' ben

esemplificata dalla falsificazione di sentimenti privati per

usarli in una polemica politica; dalla devastante espressione di

intolleranza verso una persona certamente particolare, "diversa",

come Silvana Bononcini, ma diversa anche per generosita'. (e

voglio qui precisare che niente di quanto da me scritto in questa

conf o detto al congresso e' stato suggerito da Silvana, caso mai

qualcuno l'avesse pensato). Parlo di persone, al plurale, perche'

chi ha assistito e ha taciuto e' secondo me complice della

violenza perpetrata, delle menzogne scientemente pronunciate,

dell'intolleranza manifestata.

Noi sapevamo, compagni, di non essere geneticamente diversi dagli

altri, l'abbiamo sempre detto, non "onesti" per grazia ricevuta ma

"innocenti" per capacita' e per sorte. Questa capacita' non la

ritrovo piu', l'accortezza che ci ha consentito di arrivare a

questo punto con le mani nude di bottino ma con un patrimonio di

lotte politiche e di proposte. Noi sappiamo, compagni, che il

furto di legalita', lo stravolgimento dell'immagine dell'altro, il

sequestro delle speranze che tanti nutrivano, nutrono e nutriranno

nella nobilta' della politica e' il piu' grave crimine politico.

Questo crimine io vedo commettere qui, in nuce, nel piccolo del

nostro movimento, questo crimine ho paura che commetteremmo, non

appena ne avessimo la possibilita', anche nelle istituzioni.

Personalmente so di non avere la forza di contrastare questo

pericolo, e si e' rivelata vana la speranza che anche un non-

leader come me potesse portare il proprio contributo di

riflessione su argomenti tanto gravi. Percio', compagni, vi

ringrazio e vi saluto con la coscienza tranquilla, ma senza piu'

un briciolo di speranza nella politica. Buona notte.

giovanni vitale

 
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