E' un discorso vecchio - non nel senso di noioso ma semmai nelo senso di problema reale e ricorrente - che mi sono posto io molte volte vivendo dall'interno da cinque anni ( e che anni!!) la realtà del Cora.A questo proposito segnalo la lettura del (mini) dibattito pre-congressuale svoltosi in comferenza Droga nei giorni precedenti il 7· congresso del Cora. E segnalo in particolare l'intervento di Enzo Cucco sui falsi problemi e sui problemi reali.
Facciamo bene attenzione: la mancanza di visibilità del Cora perché esiste un altro soggetto politico antiproibizionista di matrice radicale è, per l'appunto, un falso problema.
La questione vera è, come sempre, quella dell'assunzione di responsabilità personale (le responsabilità è sempre personale, sosteniamo da sempre noi radicali, o no?).
Ci sono, in Italia, cittadini disposti a spendere tempo, soldi, intelligenza per far vivere le ragioni e le iniziative del Cora?
Se queste persone ci sono il Cora continuerà a vivere cioè ad essere uno strumento e un luogo dove produrre politica antiporibizionista. In caso contrario, Movimento o no, il Cora chiude.
E in questo caso non è detto - è probabile ma non è scontato - che il soggetto "continuatore" del Cora sia il Movimento.
Pennella Marco, detto Giacinto, è, ovviamente, altra cosa.
Non so se sono stato abbastanza chiaro.