Club sì, ma quali e come? Noi siamo un movimento di club, e credo che la scelta del club abbia una profonda valenza politica (perché organizzativa). Si è infatti scelto, con il club, di andare oltre la cellula di militanti ipermotivati e ipermobilitati, che ha caratterizzato per anni la nostra organizzazione.
All'assemblea costitutiva del club di Trieste, Paola Sain ha giustamente sottolineato che il movimento ha di fatto scelto di essere un movimento di tavolinari / tavolinanti. Cioè, di nuovo, di militanti. E questa scelta mi sembra essere riconfermata in questi giorni dal Consiglio generale di Trani, con l'indicazione di iniziative da portare avanti al tavolo, iniziative che io condivido. Il problema però credo sia altro.
Infatti, ritengo che la scelta anglo-americana di "fare i club" abbia significato non tanto voler aggregare i non-militanti / non-tavolinanti, ma soprattutto creare uno strumento di organizzazione, partecipazione e lotta politica in cui possano lavorare insieme i tavolinari e chi i tavoli non può fare. Il problema è COME.
Io ho iniziato a pormelo quando, dopo essere stato tavolinaro, mi sono reso conto che avevo, e ho tuttora, difficoltà a fare soprattutto attività ai tavoli, potendo però fare altro (comunicati stampa, organizzazione, tesoreria ). Però ho / abbiamo anche difficoltà ad organizzare quello che io posso fare e faccio con il lavoro ai tavoli. Il mio problema, o quello del mio club, o forse quello di noi tutti, è trovare il modo di realizzare una vera collaborazione tra militanti tavolinari, militanti non-tavolinari, e non-militanti, magari riuscendo a tirare fuori da questi ultimi contributi di tipo nuovo, che potrebbero però essere utilissimi.
Sul COME io purtroppo non ho le idee molto chiare; però non credo che la soluzione possa stare nell'organizzare club di tavolinari e club che fanno altro. Sennò perdiamo per strada proprio l'idea americana del club con dentro, insieme, gli attivisti e le vecchiette, che fanno politica insieme, ciascuno con le proprie capacità.
Mi piacerebbe saper cosa ne pensano altri.
Buon lavoro a tutti.