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Conferenza Movimento club Pannella
Partito Radicale Rinascimento - 17 febbraio 1996
Roma, 17 Febbraio 1996

LETTERA DI SILVIO BERLUSCONI A MARCO PANNELLA IN RISPOSTA ALLA SUA 'LETTERA APERTA' DEL 14-2-1996.

ALLA CONFERENZA STAMPA DELLE ORE 11 DI QUESTA MATTINA A BARI (HOTEL JOLLI), MARCO PANNELLA RENDERA' PUBBLICA LA SUA RISPOSTA.

'Caro Marco,

dovresti conoscermi abbastanza bene, dopo tanti anni, per capire quale sia stato il senso profondo del mio tentativo. Ho ricercato un'intesa per le grandi riforme avendo sempre fisso in mente un solo obiettivo: l'interesse del Paese, che è al di sopra delle nostre personali vicende.

Per questo rimango stupito e addolorato quando mi parli di un tentativo di alleanza "con un gigantesco blocco storico di potere". Ma come puoi deformare in questo modo la verità, caro Marco? Pensi davvero che io avrei potuto partecipare ad un'"ammucchiata di tutti i trasformismi"? E perchè diavolo dovrei far sopravvivere quella partitocrazia che mi sono proposto di avanzare din dall'inizio, con la mia discesa in campo?

Quell'intesa che ha attirato i tuoi sospetti era diretta, in primo luogo, proprio contro la partitocrazia. Come puoi non capirlo? Soltanto stabilendo nuove regole che permettano al governo di governare realmente e all'opposizione di fare il suo mestiere senza cadere nelle tentazioni consociative, si potrà in eliminare in concreto lo strapotere dei partiti.

Per queste nuove regole, lo sai bene tu che sei un conoscitore perfetto dei meccanismi parlamentari, occorreva ed occorrerà anche in futuro una maggioranza ampia, non risicata. Qui era ed è in gioco uno scopo "nobile e alto", te lo ripeto, non una bazzecola o un interesse di parte: io intendo realmente riformare la seconda parte della nostra Carta costituzionale e non trastullarmi con le parole come hanno fatto governi e Parlamenti che si sono succeduti negli ultimi anni.

Ecco il vero senso del mio tentativo, molto al di sopra di queste tue critiche davvero ingenerose che vorrebbero far sottindere un "inciucio" diretto a costruire un "governissimo" qualunque". Idee come queste non mi sono mai passate per la mente, non ho paura di smentirle a viso aperto, mi dispiace soltanto che sia un amico e alleato ad avanzarle.

Quando poi tu accusi la Fininvest di strangolare le battaglie dei riformatori, in particolare quelle referendarie, trascuri il fatto che i telegiornali della Fininvest sono pienamente liberi nelle loro scelte informative e che io mi sono sempre guardato bene, anche prima del mio ingresso in politica, dal dare suggerimenti e tantomeno ordini che finirebbero per riflettersi negativamente sul livello dell'informazione. Sono comunque certo che nell'ambito della loro libertà e della loro e della loro tradizionale correttezza ti sarà assicurata l'attenzione che meriti per le qualità del tuo impegno. Mi sembra inoltre che tu stia dimenticando -anche se affermi che non te lo dimentichi - quante volte ho firmato i vostri referendum. E li ho firmati, come decine di migliaia di italiani, nella piena convinzione che quelle battaglie generose fossero anche mie.

Spero, caro Marco, che la sincerità e l'onestà del mio tentativo - per il quale sarei pronto a impegnarmi di nuovo con tutte le mie forze e a sfidare serenamente ogni critica, da qualunque parte essa provenga, anche da coloro che considero amici - bastino a smorzare questi tuoi furori catilinari ingiustificati. Non devono restare dubbi tra noi nè di fronte al paese: io ho cercato di smuovere la palude della politica italiana, di rendere concreto quel cambiamento per cui ho ricevuto 10 milioni di voti dagli italiani. Gli ostacoli che ho trovato lungo la strada e che alla fine mi hanno impedito di raggiungere una intesa, confermano la necessità e il valore ideale del tentativo.

Per quanto poi riguarda il sospetto che tu e i Riformatori siate mai stati 'al mio servizio', mi pare che quest'ultima tua lettera sia la dimostrazione del contrario e che la coscienza critica in voi, e l'alleanza con Silvio Berlusconi, non sia per niente addormentata ma, anzi acuita anche senza motivo.

Chiarito l'equivoco una volta per tutte, mi sembra che le convergenze ideali tra noi siano sempre fortissime e che non stia affatto fallendo, almeno da parte mia e di Forza Italia, il tentativo di allearci. Non vedo i mari e i monti che ci separano e dei quali tu parli, Marco, ma gli obiettivi ideali e comuni che ci uniscono.

E nel segno di questi ideali ti invito ancora una volta ad una alleanza serena, schietta, senza pericoli di subalternità e soprattutto, mi auguro, ricca di critiche costruttive e senza più sospetti che in coscienza non merito.

Con la sincerità di sempre,

Silvio Berlusconi'

 
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