CON L'ALTOPARLANTE? UN'AMMENDA
(Il gazzettino di oggi, pag. 2)
Non rischia piu' l'arresto chi fa propaganda elettorale andando in giro con l'altoparlante nei trenta giorni che precedono la data fissata per le consultazioni. Lo ha stabilito la Corte Costituzionale dichiarando la illegittimita' di una norma della legge che disciplina le campagne per le elezioni amministrative, politiche ed europee. La legge in questione e' la 515 del 10 dicembre 1993 che ha depenalizzato alcune violazioni che possono essere commesse in campagna elettrale, come, ad esempio, la divulgazione dei sondaggi negli ultimi quindici giorni o la pubblicazione di inserzioni o di spot su giornali, radio e televisione.
Mentre prima chi violava i divieti rischiava fino a sei mesi di arresto e l'ammenda da 100mila a un milione di lire, la nuova disciplina del '93 prevede una semplice sanzione amministrativa pecuniaria da 200 mila a due milioni. Il legislatore, nell'elencare i divieti imposti durante la campagna elettorale, si era pero' dimenticato di includere la propaganda a mezzo di altoparlante che una precedete legge, la 130 del 1975, prevedeva come reato. A far rilevare la lacuna e' stato il giudice per le indagini preliminari di Macerata che doveva giudicare il signor N.S., imputato di aver fatto propaganda elettorale nei 30 giorni precedenti al voto delle elezioni europee girando con un'auto con altoparlante.
Nel giudicare fondate le argomentazioni del giudice marchigiano, la Corte Costituzionale, con la sentenza n.52, ha dichiarato l'illegittimita' della disposizione denunciata "per contrasto con i principi di ragionevolezza e di razionalita' della legislazione, desumibili dall'art. 3 della Costituzione che prevede l'uguaglianza di tutti i cittadini".