IL PRIMATO CIVILE DEI RADICALI
articolo di Tullio Toscano, pag 10.
I Radicali Riformatori di Marco Pannella costituiscono un'eccezione nel panorama politico italiano. Se per "politica" deve intendersi, secondo i filosofi, la scienza di governare la società civile in modo da condurre o avvicinare gli individui che la compongono all'"umana perfezione e felicità", può dirsi senza ombra di dubbio che in Italia, almeno da trent'anni a questa parte, non s'è fatta politica ma semplicemente "gestione d'affari" gabellata per politica. L'unica nota fuori dal coro furono appunto i radicali di Marco Pannella, che non la loro azione convinta, martellante e testarda svolsero il ruolo di rinnovatori della società italiana, stretta nell'abbraccio soffocante dei due partiti cosiddetti di massa: la Dc e il Pci.
Esauritasi la spinta ideale che aveva animata la politica italiana nei primi anni del dopoguerra, si è infatti via via instaurato nella Penisola un ferreo condominio Dc-Pci, proteso all'occupazione, su base paritaria, di tutti i gangli vitali del Paese da impiegare non a vantaggio della collettività, ma a profitto di sterminate clientele e di determinati settori parassitari dell'economia, della finanza e dell'amministrazione sia centrale che periferica.
L'instaurazione di questo condominio, ovunque sia stato possibile, ha avuto l'effetto di fossilizzare la società italiana che è stata così condannata all'immobilismo e all'apatia, emarginandola di fatto dalle grandi correnti di pensiero occidentali che hanno appena lambito le sponde della nostra Penisola. Ne derivò il trionfo pieno e assoluto del cosidetto "cattocomunismo", che ha la responsabilità storica di aver impedito che anche in Italia, come in altri Paesi dell'occidente, si affermassero correnti di tipo liberal-democratico o socialista-democratico in modo da spezzare l'oscurantismo imperante. Si giunse all'assurdo d'interrompere, sotto l'ondata del marxismo italico e dei tanti piccoli zhdanov di Botteghe Oscure, la ristampa da parte di Laterza di quel filosofo chiamato Benedetto Croce, bersaglio preferito dell'intellighenzia comunista, a cominciare da Gramsci e da Togliatti per finire agli Alicata, ai Salinari e agli Asor Rosa.
In questa oscura e plumbea realtà - che è stata tale almeno per chi l'ha vissuta - l'unica forza viva, combattiva, controcorrente e rinnovatrice furono i radicali di Marco Pannella, che non si rassegnarono all'immobilismo e all'apatia e ingaggiarono battaglie memorabili per il rinnovamento della società italiana in senso occidentale. Ma le battaglie dei radicali non furono mai facili, , e non tanto per il diffuso conformismo a tutti i livelli, quanto per l'apertura e deliberata opposizione dei due partiti maggiori, che contestarono le iniziative radicali con l'intimidazione, con il sabotaggio della raccolta delle firme e infine condizionando il giudizio degli organi costituzionali nell'esame della loro ammissibilità.
Ma nonostante il cammino sempre accidentato. l'azione dei radicali non ha mai cessato di vivificare la scena italiana, con l'utilizzo soprattutto dello strumento referendario. Dal 1974 al 1995 sono stati infatti lanciati ben 82 referendum, concernenti problemi essenziali per una società civile, come quelli sulla stampa, sui reati d'opinione, sulla responsabilità dei magistrati, sull'elezione della Camera e del Senato, sull'obiezione di coscienza, ecc., per non parlare infine della battaglia sul divorzio sostenuta contro la "santa alleanza" Dc-Pci.
Il crollo del Muro di Berlino che, più di "Tangentopoli", ha sconvolto i granitici assetti fondati sul condominio Dc-Pci, ha determinato in Italia un deserto di macerie in cui sono visibili i resti dei vecchi partiti che cercano disperatamente di riemergere con il sostegno di gruppi, formazioni e "famiglie" che, sebbene diversamente etichettate, altro non sono che espressione dei beneficiari dei tempi d'oro della partitocrazia, dispensatrice generosa di "onori, cariche e guadagni", ovunque ci fosse qualcosa da spartire: nei ministeri, nelle Università, nelle banche, nei quotidiani, in TV, nelle case editrici, nelle aziende assistite, nelle Usl, negli ospedali e così via.
Ultimo arrivato in ordine di tempo, è l'ineffabile Lamberto Dini, uscito anche lui dal cervello di qualche Zeus italico a somiglianza di Pallade Atena. E' difficile dire chi avrà la meglio nella futura contesa elettorale, se il centro-sinistra, sostenuto da tutti coloro che hanno succhiato il latte della partitocrazia, o il centro-destra. Una cosa è però certa: chiunque vinca, è necessario che i radicali proseguano le loro battaglie, che hanno movimentato la vita politica italiana degli anni dell'Unità, con Agostino Bertani e Felice Cavalotti e, dopo la parentesi del fascismo, con gli "Amici de Il Mondo" di Mario Pannunzio, per finire ai radicali riformatori di Marco Pannella.
I Radicali Riformatori saranno il "lievito" del futuro Parlamento!