Roma, 5 marzo 1996
'Il professor Prodi e l'onorevole D'Alema esprimono una perfetta continuità con i primi tre decenni del regime partitocratico, del suo formarsi, del suo affermarsi, del suo degradarsi e del suo crollo.
Berlusconi e il Polo hanno in via eccezionale accolto una indicazione di metodo mentre loro esprimono con molta naturalezza ormai la loro ideologia consociativa.
Questo anche per coprire il vero problema politico e le vere domande poste dalle elezioni al paese. Poiché il tavolo sulle riforme, quand'anche marciasse speditamente, non potrebbe - sul piano tecnico - tradursi in concrete e in avvenute riforme (se non dopo oltre un anno) nel frattempo, se non dispiace, si gioca il concreto destino europeo o da sponda Sud del Mediterraneo democratico o partitocratico, liberista o statalista, liberale o consociativo-assistenzialista.
L'Ulivo e Mediaset per la verità una risposta a questo problema già l'hanno. Elezioni non politiche, da par condicio nel massimo silenzio democratico, tutto giocato sul potere e sul sottopotere del regime italiano.
Se questa è la prospettiva i veri leaders della consociazione dei due Poli possono essere
Santoro e Costanzo, Minoli e Mentana, Rinaldi e Monti, Moratti e Confalonieri...