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Conferenza Movimento club Pannella
Radio Radicale Sergio - 13 marzo 1996
La Stampa Mercoledi' 13 Marzo 1996

Pace fatta, il cavaliere accontenta gli ex dc

Berlusconi ricuce lo strappo nel Polo, ma fa le bizze Pannella. Formigoni: Di Pietro con noi

Bufera nell'Ulivo, Maccanico vuole un vertice con Prodi

ROMA. "Sono l'unico vero uomo dei ccd". Una sorridentissima Ombretta Fumagalli Carulli,

dopo aver giß fatto sapere a chi di dovere (Berlusconi) che lo seguirß a dispetto dei colleghi di

partito, bacia e abbraccia in pieno Transatlantico Marco Pannella, che la guarda, e replica:

"Si, ma da stamattina stanno trattando le tue donne...". Le quali "donne", alla fine, un accordo

lo trovano, proprio mentre sull'altra sponda, quella dell'Ulivo, un arrabbiatissimo Maccanico

riapre i giochi e chiede un vertice con Prodi. In entrambi i casi, anche se pare sia cattiva

educazione strillarlo troppo forte, il pomo della discordia quello dei collegi. Ccd e cdu lo

risolvono alla loro maniera. Nella nottata dell'altro ieri fanno sapere che non parteciperanno

ad alcun vertice con il Polo, ma poi ecco spuntare a via dell'Anima, e rimanerci a lungo,

Clemente Mastella. "Ma lui - sorride Rocco Buttiglione - una categoria dello spirito,

presente ovunque".

La "categoria dello spirito" va subito al sodo. Nelle Puglie e in Calabria An ha preso tutto:

deve cedere qualcosa a ccd e cdu. Il mattino dopo appaiono tutti soddisfatti. Alle dieci circola

giß la voce che l'accordo sia in dirittura d'arrivo. Lo sa pure Pannella che va da Berlusconi

dopo una pirotecnica conferenza stampa con Sgarbi, dove i due hanno annunciato che si

presenteranno in Emilia e in Toscana per riportare la "legalitß" nelle regioni rosse. Il

Cavaliere appare provato. E spiega al leader dei riformatori: "Io faccio tutto, d retta a tutti,

che devo fare di pi·?".

Le trattative procedono, ma peccato dirlo, altrimenti si potrebbe supporre che ccd e cdu

fanno solo questione di posti. Perci , mentre la diplomazia forzitalista, da Letta a Dotti, dß per

scontato l'accordo, da Fortunato al Pantheon, Buttiglione, Casini, Formigoni, D'Onofrio e

Folloni la fanno difficile. Tra una forchettata e l'altra di "straccetti" intrisi d'aglio, Casini dice:

"Al 60 per cento non si chiude". Di fronte ad un pi· parco piatto di spaghetti al burro,

Buttiglione aggiunge: "Il problema Pannella". Giß, ma non ci sarß pure un problemino di

posti? Arrivato al gelato alla crema, il segretario del cdu ammette: "Beh, sø, c' una questione

che riguarda An, la sua egemonia...". Pi· esplicito Formigoni: "I colonnelli di Fini vogliono

molti collegi sicuri al Sd". Sbottonatissimo Casini che ruba la crostata dal piatto di Folloni e

spiega: "Quello dei collegi un problema programmatico. Forza Italia sta cedendo ad An, ma

noi non siamo come loro".

Giunti al caff , in quella tavolata, si sogna un listone autonomo di centro. "Dini finito, noi

potremmo prendere il suo posto", spiega Casini. "Di Pietro con noi", aggiunge Formigoni.

"Potremmo ottenere il 15 per cento ed essere determinanti", osserva Buttiglione. Quindi i

giornalisti vengono gentilmente allontanati perch occorre parlare di cose serie. E la pi· seria

di tutte rappresentata da quei 110 collegi (tra quelli buoni e quelli a rischio) che ccd e cdu,

alla fine, strappano al Polo. Ma siccome occorre ancora qualche limatura, Buttiglione, Casini e

soci rinviano la conferenza stampa che avevano preannunciato; per Berlusconi, a scanso di

equivoci, prima dell'ennesima notte di trattative, va in tv a dire che l'accordo con loro fatto,

quello con Pannella ancora da fare.

Nel frattempo sono scoppiate le grane nell'Ulivo. A Maccanico si sussurra siano spariti tre

collegi (potrebbero esserci problemi per Zanone). Tra i due contendenti (Dini e il ppi) ne ha

fatto le spese lui, che ora comincia a puntare i piedi e a fare obiezioni su alcuni dei pochissimi

nomi che gli emissari del presidente del Consiglio hanno tirato fuori (la maggior parte li

tengono coperti). Al ppi, intanto, continua la "vigilanza democratica" sui collegi. Ma anche a

piazza del Ges· ne sparisce qualcuno (quello di Mattarella, in Sicilia, dove dovrebbe andare

Violante), mentre infuria la polemica sulla candidatura di De Mita (il pds irpino si ribellato e

D'Alema e Veltroni prendono le distanze dall'ex segretario dc, un po' sul serio, ma molto di pi·

per una questione di immagine). Per rappresaglia, al ppi cominciano a tirar fuori i nomi dei

candidati altrui che risultano indigesti agli elettori locali: Segni, Berlinguer, Bordon, Ayala. E

oggi, in un vertice con Maccanico e Bianco, toccherß a Prodi (che, ironia della sorte, di

candidati suoi ne ha davvero pochini) mediare e sedare le acque.

Maria Teresa Meli

 
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