Pannella: suicida imbarcarci col PoloIl leader riformatore abbandona l'alleanza, Berlusconi spera in accordi di desistenza
Ma Sgarbi resta col Cavaliere
ROMA. Alle due e mezzo del pomeriggio - non era mai accaduto prima - i battenti del portone
di casa Berlusconi vengono improvvisamente chiusi. E chi arriva - generale o colonnello che
sia - deve rassegnarsi a battere il batacchio. Al piano di sopra, i capi si stanno spartendo gli
ultimi collegi, al'ora di pranzo scende Gianni Letta e non sembra di umore brillante: "Si
lavora, si lavora, speriamo bene...". E quando si fa sera, il portoncino al 31a di via dell'Anima
finalmente riapre, ma resta chiuso un battente. Come si usa in occasioni poco liete. Il
portoncino racconta una delle giornate pi· tempestose nella storia del Polo che in 48 ore si
ritrova oppresso da una raffica di incidenti: lo "scandalo-Squillante"; il mezzo divorzio di
Pannella, che dice addio al Polo con una lettera di speciale durezza; e poi la piccolissima (ma
dolorosa) emorragia all'estrema destra, dopo che alcuni deputati di An "tagliati" da Fini
potrebbero candidarsi sotto le insegne del movimento sociale di Rauti.
Il caso pi· serio per tutta la giornata sembrato quello di Pannella, ma come spesso accade
con il leader radicale quella che vale non la penultima, bensø l'ultima sorpresa. E in serata il
tam-tam rilanciava l'ipotesi di un divorzio a metß. Tutto aveva inizio ieri di buona mattina,
quando Giuseppe Benedetto - l'emissario pannelliano al tavolo dei "tagliatori di teste" - aveva
spiegato al suo capo l'ultima offerta del Polo. "I candidati riformatori correrebbero in 45
collegi" (su 475), ma "per i nostri i collegi sicuri della Camera sono una decina, pi· 3-4 posti
al Senato".
Pi· tardi Pannella, per dimostrare il suo disinteresse, fornirß ai cronisti altre cifre ("abbiamo
rinunciato a 25-35 possibili eletti"), ma quel che conta la sua reazione all'offerta del Polo.
Pannella non ci sta, i fedelissimi restati con lui (Vigevano, Stanzani, Strick Lievers, Della
Vedova, Rita Bernardini) gli danno ragione, anche se qualcuno cerca di tirargli la giacca.
Inutile. Pannella prepara una lettera di formidabile asprezza, indirizzata a Berlusconi, Fini,
Casini e Buttiglione. La premessa: "Il Polo si sta rapidissimamente caratterizzando come forza
cattolica". E poi le parole pi· dure: "Gli ultimissimi eventi giudiziari costituiranno un
gigantesco fatto di macelleria. Noi saremmo stati i soli a potervi rispondere per le nostre
storie". Ma "marginalissimi come appariremmo", "sarebbe suicida", "imbarcarci in questa
''galera''".
In altre parole Pannella dice: signori, state per essere investiti da una bufera giudiziaria e solo
noi - con la nostra purezza - avremmo potuto difendervi con credibilitß. Conclusione:
"Passiamo ad esservi concorrenti ed avversari determinati". Vero? Falso? Vero a metß? Per
tutta la giornata si incrociano gli incontri e per prima cosa Berlusconi recupera (senza grandi
difficoltß) Sgarbi che pure, nelle settimane scorse, aveva acconsentito ad aggiungere il suo
nome a quello di Pannella nella "lista Pannella-Sgarbi".
Ma da professionista della politica qual , Pannella aveva fatto firmare al suo amico Vittorio
una "liberatoria" per l'utilizzo del simbolo col doppio nome anche in caso di separazione e
dunque il leader radicale in serata poteva annunciare che la sua lista sarß presente su tutto il
territorio e con Pannella capolista in Lombardia 1 e 2 e in Emilia-Romagna. Ma il vero enigma
un altro: nei collegi uninominali i candidati di Pannella correranno in alternativa a quelli del
Polo? Un'ipotesi che atterrisce Berlusconi perch regalerebbe all'Ulivo molti collegi e cosø
ieri sera Casini preannunciava uno scambio: "Noi aiutiamo Pannella a raccogliere le firme per
il proporzionale, lui non si presenta nei collegi". Ma in serata al "Costanzo Show", Pannella,
Casini e Buttiglione se le sono cantate. Pannella: "Dovreste vergognarvi di presentarvi con lo
scudo crociato, schizzato di brutture. Il vostro avvenire si chiama Fanfani". Buttiglione: "Chi
non la pensa come lui un ladro, un assassino. Io non ci sto".
Fabio Martini