RADIO ARDENTE
di Sergio Saviane
Ha pregato ed implorato ininterrottamente tutta la notte di domenica e la giornata di lunedì il ricovero urgente della sua armata Brancaleone al pronto soccorso del Polo, ma il nanetto di Arcore non s'è fatto vivo. Non un segno di vita, nemmeno una telefonata, una parola di conforto o di consolazione. Niente. dal quartiere Berlusconi non è arrivato niente, mentre i microfoni e i telefoni della camera ardente di Radio-lamento ormai bollenti e surriscaldati mescolavano intronati avemarie, paternostri, critiche atroci o insulti dei questulanti e delle prefiche rimasti ancora aggrappati senza speranza alle suppliche del parroco delle anime perse del Polo. E' stata una maratona esasperante. Neanche un panino, una pipì, che so, uno spinello, un quarto d'ora di sonno nelle brandine del retrobottega. Se di solito in televisione il Pannolone è gasato, pimpante, aggressivo, sempre su di giri, instancabile ed immortale, quando arriva sulle barricate notturne si esalta, si sublima, si trasforma nello spiritosanto giunto
fermoposta in terra per redimere le anime del purgatorio. Come il caffè Lavazza: più lo butti giù e più si tira su. E' stata la maratona della disperazione. Verso le due del pomeriggio di lunedì, quando non c'era più nemmeno una speranza, il Pannolone con la voce rauca, però non ancora domo, esalava gli ultimi sospiri. "Berlusconi è ormai manipolato dai suoi scherani e dai suoi consiglieri, povera anima non ci ascolta più e andrà verso la sua disfatta" rantolava l'officiante. "In questo momento è partito in aereo da Milano per andare da Costanzo a registrare lo show di questa notte. Chissà se farà in tempo a passare per via dell'Anima a ricevere tutti i telefax e i telegrammi che avete trasmesso. Poi sarà il turno dei telegiornali, così faremo le otto di stasera, termine ultimo per la presentazione delle liste. Ci rimane solo la speranza di un'ora. Tutto può accadere. Noi comunque andiamo avanti col filo diretto. Poi domani mattina alle nove, tutti ancora qui per festeggiare la nostra vittoria-sconfitta, ri
prendere il discorso e spiegare i motivi di questo rifiuto storico che ci riporterà ai tempi del vecchio consociativismo". Si invoca una prece.