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Conferenza Movimento club Pannella
Donvito Vincenzo - 21 marzo 1996
liste elettorali
ringrazio i compagni che finora sono interventui in materia, ma mi sembra che il dibattito langua. Possibile che -moderatori compresi- non ci sia il tempo per uno scambio di battute, riflessioni e idee dopo quest'ultima esperienza conslusa lunedì scorso?

Elementi ce ne sono a iosa. O siamo tutti ad aspettare ilconsiglio generale di sabato? Possibile che non abbiamo una voglia di capire per meglio andare avanti?

Io, questa necessità la sento, e la riunione dello scorso martedì a Firenze, è stata una delle miglkiori che abbiamo fatto negli ultimi tempi, dove veramente tutti i comapgni intervenuti hann odetto la loro (eravamo poco più di una trentina e mi pare di aver afferrato trenta approcci e trenta ideee diverse), e sono riuscito anche a digerire allegramente lo show di M.Perduca che, alla fine, è stato anche capace di costituire un club (ma su questo lascio la strada a lui, perchè è stato veramente bravo).

Il problema più importante che ora abbiamo di fronte -al di là delle diverse opinioni sui come e perchè, che sono tutte interessanti e dignitose, anche perchè quando si gioca a 360 gradi, non può essere altrimenti- è come non dissipare il patrimonio di entusiasmo e disponibilità che abbiamo acquisito in questi ultimi due anni turbolentissimi, come riuscire a farlo diventare iniziativa politica alternativa, e come impegnarlo perchè non si resti con un pugno di mosche in mano, e -poi- ognuno se ne va pe conto suo.ù

Le incazzature di Andrea Maori sono comprensibili, ma non condividibili, per i lsdemplice fatto che un movimento politico che basa la sua iniziativa sul conivolgimento dei cittadini attraverso referendum e petizioni, non può assolutamente -e sottolineo assolutamente- venire meno quando c'è da raccogliere 2000 firme in pochi giorni. E' inconcepibile che ognuno di noi, nella sua dimensione, non abbia pensato che ea proprio quello che stava succedendo, e, di conseguenza, non si sia attrezzato per affrontarlo. E qui c'è anche la responsabilità della segreteria del movimento, che non è stata sufficientemente in grado di allertare i riferimenti organizzati territorialmente perchè facessero fornte a questo necessità. Ce l'ho con lasegreteria? No! Anche perchè, per quanto mi riguarda, ho collaborato bene con lei ed ho quasi sempre avuto risposte. Ma non posso -ad un osguardo complessivo sulla situazione- non prendere atto che uno dei mancamenti è anche nella segreteria.

A solo titolo diesempio, ricorso che un giorno ho ricevuto quattro telefobnate di quattro pesone diverse delegate da non so chi nella segreteria, che mi chiedevano la stessa cosa. Per stendere un velo di serenità sulla telefonata che hoi ricevuto al telefonino quando alle 19,30 er in Coprte d'Appello a consegnare le liste. Mi chiamvano dallasede, perchè era testè arrivato un fax con il frontespizio del modulo "allegato 1", accomapgnato da un messaggio che diceva che tutti gli invii precedenti non valevano, e che era quello l'unico frontespizio da usare per la presentazione della lista. Per fortuna ho il pelo sullo stomaco e mi sono fatto una piccola risatina con Marco, Sandra, Matteo e Patrizio che erano con me per consegnare la lista. E per non dire della telefonata che, tornato in sede dopo la consegna della lista, ho ricevuto da Mike da Roma: il candidato n.4 del proporzionale di Lazio 1 è residente a Massa e non abbiamo il certificato di iscrizione alle liste elettorali (la lista era pronta da mercoledì

pomeriggio ....), ma tant'è, la mattina dopo il certificato era a Roma, grazie aCarlo di Massa e Alessandra di Livorno che è volata a portarlo a Roma.

Potere continuare, anche pe divertirci un po' e anche perchè sono scene che puntualmente s iripetono in occasioni di questo tipo. Ma mi fermo qui, perchè è altro che in questo momento è più importante, ed è quello che dicevo all'inizio. La morfina che viene iniettata nelle vene della campagna elettorale grazie al castello normativo assurdo che disciplina questo momento, non cideve coinvolgere. Abbiamo lapossibilità di non farci prendere in questo gioco mortale. Sicurametne la mobilitazione che riusciremo afare localmente sposterà al massimo qualce decina di voti, perchè le percentuali che contano vengono deciser da meccanismi che in questo momento ci vedono un po' lontani, ma dobbiamo accetare di morire o megli odi farci ammazzare. No! C'è un vantaggio innegabile chepossiamo trare da questa situazione, ed è quello della cerescita del nostro movimento, perchè anche un manifesto in una bacheca o una nostr acompraresa sulla più sfigata delle televisioni locali, se non farà aumentare la pecentuale dei nostri vot

i, sicurameten farà ricordare il nostro esserci a chi ha già un orecchio verso di noi, e questo chi è molto probabile che ci ragghiungerà per mettere la sua intelligenza a disposizione della lotta comune.

Il mio è un appello a certcare di vivere il momento elettorale nopn come un'angoscia, ma come un momento di costruzione e di consolidamento per battaglie durissime -i referendum- che abbiamo già messo sulal graticola.

Lo sforzo per il 4,6% deve essere massimo, ma non distruggente e legato al solo raggiungimento della percentuale.

La vita di un rivoluzionario libertario -credo- è tale proprio perchè concilia corpo e mente e. finchè respira, non demorde.

A parte le ultime tre righe filosofiche, diamogli dentro comapgni.

 
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