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Conferenza Movimento club Pannella
Partito Radicale Rinascimento - 29 marzo 1996
L'OPINIONE VENERDI'29 MARZO 1996

TEODORI: "CREDO ANCORA CHE PANNELLA RAPPRESENTI LA VERA SPERANZA LIBERALE"

intervista di Giovanna Albertini

pag.4

Sembrerà strano ma è così: il primo libro che a tutto tondo restituisce Marco Pannella e la sua avventura politica di eretico liberale è stato scritto da Massimo Teodori che è stato per quarant'anni suo compagno di strada nel Partito Radicale, e che a lungo in Parlamento ha tenute alte le insegne della rose nel pugno in memorabili battaglie di moralizzazione nelle grandi inchieste parlamentari. Ma il libro di Teodori in questi giorni in libreria e in edicola (Marco Pannella, un eretico liberale nella crisi della Repubblica, Marsilio, L.20.000) non emana mai il rancore dell'ex che poi non mostra affatto di essere. Al contrario questo agile pamphlet-testimonianza offre una penetrante analisi della grandezza e dell'unicità del leader che ha sollevato dalla polvere le bandiere del liberalismo radicale in Italia senza mai divenire succube dell'impero comunista o dell'arciconfraternita democristiana, non sottacendo i limiti della sua azione divenuta sempre più iperpersonalizzata e quindi incapace di raccogliere l

e tante energie liberali sprigionatesi con la crisi della Repubblica. Abbiamo rivolte all'autore le stesse domande che pone nel prologo del libro.

D: Perché questo libro, ora?

R: Ci lavoro da due anni ed è pronto da sei mesi. Ho avuto per la prima volta difficoltà a trovare un editore Perché tutti considerano Pannella un tema ostico e non avevano capito se io volessi fare un'apologia o una stroncatura. La coincidenza o una stroncatura. La coincidenza elettorale è un caso per me inopportuno: la mia intenzione è solo di fornire qualche elemento di conoscenza e di interpretazione per aiutare a capire le ragioni di una così importante vicenda liberale.

D: Non deve essere facile scrivere di un ex amico: facile l'accusa di bagnare la penna nell'inchiostro del risentimento.

R: Non mi considero ex e credo che in tutto il libro non si possa trovare una sola parola di rancore che non ho alcuna ragione di avere. E' solo il vero amico che dice la verità, naturalmente la "sua" verità: ed io ho cercato per anni di dirla a Marco privatamente e pubblicamente, sempre con amore come queste pagine. Purtroppo una sua debolezza è circondarsi di yesmen che per opportunismo gli dicono ciò che lui ama sentirsi dire, anche se alla fine la cosa gli fa profondamente male.

D: Crede che Pannella leggerà il suo libro, e come lo giudicherà?

R: Ce l'ha in mano da un mese. Sono sicuro che lo ha letto ma darà a vederlo di averlo solo guardato. Marco guarda sempre e solo all'utilizzazione immediata delle cose. E oggi pensa che un libro come il mio, che pure potrebbe in cuor suo forse apprezzare, possa essere utilizzato contro di lui o almeno non per la sua maggiore gloria.

D: Cos'è il liberalismo radicale di Pannella?

R: Ci sono tre Pannella: il vero liberale intransigente, il nonviolento libertario e il democratico alternativo acomunista. Queste tre figure possono nei diversi momenti prevalere separatamente o integrarsi.

D: A che punto è la sua parabola?

R: Pannella sarà ancora un grande protagonista. Ma il dilemma rimane se continuerà ad accentuare la testimonianza liberale dell'eretico liberale solitario o se, invece, riuscirà a federare sotto la sua leadership i liberali.

D: Perché colui che ha rinverdito il liberalismo, quando tutti si dichiarano liberali, è posto ai margini della scena politica?

R: Individuo tre ragioni di questo paradosso: l'impossibilità oggettiva nel contesto storico italiano per dei veri liberali di essere altro che minoritari; un deficit di cultura soggettiva; gli errori di un'indole troppo concentrata su se stesso.

D: Perché un leader della sinistra democratica e laica si allea con Berlusconi?

R: Pannella non si è mai veramente alleato con Berlusconi ed ha sempre tentato, senza riuscirsi, che Berlusconi si alleasse con lui. Ma oltre a tutte le differenze politiche di due entità così diverse, vi sono anche difficoltà di incontro tra due personaggi fortissimamente egoisti.

D: Perché Pannella distrugge tutti i movimenti che crea?

R: Ritiene di avere la straordinaria forza di muovere da solo uomini e cose. A un certo punto avverte i movimenti che crea come un intralcio alla realizzazione del suo disegno politico e quindi sente un'inarrestabile pulsione a disfarsene.

D: Perché nel suo cammino ha lasciato per strada tutta la classe dirigente radicale composta da elementi di prim'ordine come ad esempio Spadaccia, Mellini e Rutelli?

R: Per due ragioni: Perché ha erroneamente ritenuto che fossero d'intralcio al disegno politico di sviluppo del movimento liberale e radicale che, a suo avviso sarebbe risultato più forte all'insegna del suo unico nome, e Perché esistenzialmente vuole identificare tutta la straordinaria avventura politica del liberalismo radicale con la sua persona.

D: E' realmente destinato alla solitudine e all'isolamento?

R: Dipende esclusivamente da lui: concludo affermando che verrebbe voglia di osservare che il peggior nemico di Pannella è Pannella medesimo.

D: E'possibile in Italia una trasformazione liberale? Chi ne può essere il protagonista?

R: Senza illusioni il liberalismo in Italia è sempre stato e continua ad essere minoritario. Ma talvolta le minoranze provocano degli strappi alla storia. Quel che manca oggi è proprio il leader capace di federare, cosa per la quale forse il solo Pannella avrebbe avuto - e avrebbe? - tutte le carte in regola.

D: Qual è la valutazione circa l'ultimo Pannella quello che rifiuta 43 seggi offerti dal Polo?

R: Si può dire che la conclusione era già scritta. Del resto, si sa, a Pannella non interessa il potere, in questo caso i seggi. Questa scelta è perfettamente logica nel quadro del grande leader solitario, testimone, eretico, che sceglie di essere vittima di un potere che disprezza e di una politica che, se pure tra contraddizioni, avverte come sostanzialmente estranea.

D: La sua riflessione sul personaggio Pannella è che sia il peggior nemico di se stesso. Crede che Pannella se ne renda conto, proseguendo consapevolmente nel suo cammino di lucida follia?

R: Pannella non è per nulla folle. Il suo errore è politico Perché rischia di privare il paese e noi tutti dell'occasione costituita delle sue straordinarie doti. Ma io voglio ancora credere che Pannella possa rappresentare la speranza del liberalismo italiano.

 
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