30 Marzo 1996
I CANDIDATI DEL POLO NEI COLLEGI PRENDANO POSIZIONE SU PRESIDENZIALISMO E TURNO UNICO, PER CONSENTIRE L'ACCORDO NAZIONALE. ALTRIMENTI SARA' MEGLIO FARE I CONTI CON L'ULIVO
Per il dopo elezioni, Berlusconi e D'Alema avevano già promesso un grande accordo sulle riforme istituzionali. Il tavolo da loro riservato per la ripresa e l'attuazione di questo progetto costituirebbe il pericolo del tradimento di un voto importante e democratico quale invece dovrebbe essere quello del 21 aprile, ed il tradimento sarebbe tale da sequestrare anche ogni libera prospettiva di governi e opposizioni alternative. Come nel '76, quando per cambiare le cose a milioni votarono PCI, e il loro voto fu consegnato ad Andreotti, e al compromesso storico.
Per due anni - sulla proposta del turno unico e del presidenzialismo all'americana, i 2 o 3 partiti al posto dei 27 attuali - abbiamo offerto a Berlusconi un'alleanza per spazzar via il regime di oggi, la partitocrazia. In risposta, da Berlusconi abbiamo subito tentennamenti, errori e, in alcuni casi, comportamenti non leali. Ora, è necessariamente terminato sia il tempo della nostra condiscendenza sia quello della sua ambiguità e di quel suo errore. E' tempo che anche i candidati del Polo, in particolare di Forza Italia, nei collegi uninominali, prendano posizione, anche se determinante per la nostra scelta non può che essere il raggiungimento di un accordo nazionale. Occorre battere in ogni modo, e soprattutto alle elezioni, la scelta di due mesi fa, quella con la quale si è cercato di impedire le elezioni e fare un accordo per due anni con il PDS.
Per quanto riguarda il voto nei collegi uninominali, diciamo apertamente che è meglio dover fare i conti domani con l'Ulivo che con un Berlusconi divenuto l'ultimo acquisto dell'illusione consociativa.
Per quanto riguarda il proporzionale, occorre usare la scheda grigia - che corrisponde al 16,4% del voto a disposizione di ogni elettore - per mandare alla Camera Pannella e dieci di noi. Per i due poli significa tutt'al più avere 4 o 5 deputati in meno, per noi e per gli italiani vuol dire battaglie democratiche di riforma, a partire dal turno unico e il presidenzialismo all'americana, battaglie liberali, verdi, di destra e di sinistra, non inciuci, o cespugli.