Troppo spesso qualcuno dimentica (o vuole dimenticare) che Pannella e' solo il presidente del movimento, eletto dal congresso, che la linea politica del movimento e' sottopostia a costante verifica da parte di organi eletti dagli iscritti.

Taradash e & che non pensano neanche di proporre all'intelligenza del congresso il loro pensiero (in forma congressuale: ovvero di mozione contrapposta) e Teodori che accusa Pannella della "fine del PR" ci espropriano (esproriano ogni iscritto) dell'onore di aver contribuito a quelle scelte (a Budapest ricordo di aver votato nel pieno possesso delle mie facolta' la mozione Pannella contro quella Tescari, che pure avevo firmato)!

Perche' non vengono nei congressi a proporre le loro idee e accettano le conseguenze delle scelte congressuali in quanto tali invece di nascondersi dietro la fantomatica Tirannia Pannelliana?

Non penso esista un movimento nel quale sia piu' facile divenire "dirigente", esprimere le proprie posizioni e poterle portare avanti.

Certamente anche la residenza (a Roma) e una selezione per cooptazione hanno il loro peso anche in questo movimento e qualche forzatura (annunciare un referendum anti-abortista in TV, per poi non proporlo - e sono sicuro che una mozione contro quel referendum in congresso (1995) sarebbe passata!) si e' verificata ma in un "ambiente" assolutamente sfavorevole a fenomeni simili.

Pannella e' solo il presidente del movimento, lo e' in virtu' di una elezione, come pure la linea politica e' solo frutto di scelte congressuali.