Vincenzo, esiste o no una posizione ufficiale del movimento sulla tortura o sulla pena di morte? Oppure a favore del sistema rappresentativo democratico o contro di esso?
Enzo aveva chiesto, specificamente, se esistesse una posizione sul silenzio-assenso, e non, genericamente, sugli espianti. Non volevo dare l'impressione di pretendere che il movimento s'esprimesse, e secondo i miei punti di vista. Avevo semplicemente chiesto l'opinione degli altri candidati della lista Pannella.
Trovo aberrante che si possa negare il diritto di disporre coscientemente del proprio corpo. A prescindere da considerazioni sul merito degli espianti. Per questo ho segnalato che perfino Rosy Bindi (e sottolineo perfino), pur non essendo contraria agli espianti, vuole che l'assenso sia manifestato esplicitamente e non, comodamente, presunto.
Il fulcro del problema, secondo me, è il silenzio-assenso. Silenzio-assenso che, di solito, funziona nei confronti della pubblica amministrazione e ha l'effetto di ampliare la sfera giuridica del cittadino.
Paradossalmente, come spesso accade in Italia, si vuole applicare il silenzio-assenso anche a una fattispecie svantaggiosa per colui che, non dissentendo, è presunto consenziente.
Non è il caso di disquisire sulle conseguenze probabili di un'applicazione generalizzata del principio del silenzio-assenso. Per fare un esempio banale e incruento, se avessi applicato il principio del silenzio-assenso agli organi del movimento, avrei dato sfogo alle mie posizioni di parte. Volendo invece sollecitare la discussione, ho citato anche il caso di quel ragazzo in coma, che mi tormenta da anni.
Non voglio imprimatur e non contesto neppure la cautela di Marco rispetto agli espianti. Un diritto inalienabile, imprescrittibile e irrinunciabile non può far oggetto di procedure di silenzio-assenso. In quanto liberale, considero una sconfitta il fatto che una cattolica, rimasta peraltro vergine alla sua età, debba condurre una battaglia di libertà contro una concezione etica dello Stato.