Scritto il 12-4-96 alle 22h43 da R.Appignanesi:
RA> Non penso che esista un diritto ad esprimere un volere
RA> rispetto al destino del proprio cadavere.
Il tuo mucchio di materiale biologico forse non s'è accorto di essere intervenuto in uno scambio d'opinioni sul silenzio-assenso negando l'esistenza dell'oggetto del contendere.
Il metodo del silenzio-assenso, infatti, presuppone l'esistenza di una potestà in capo alla P.A.; il mancato esercizio di una determinata potestà della P.A. può formare, nei casi stabiliti dalla legge, un'implicita manifestazione di volontà favorevole.
Per quanto aberrante sia applicare il silenzio-assenso al diritto di disporre del proprio corpo, se di silenzio-assenso si parla, è rispetto a un diritto.
RA> Per i soggetti in coma: sono state fissate
RA> delle regole molto rigide per definire lo stato di
RA> morte cerebrale che penso tutelino adeguatamente la
RA> persona perche' il trapianto non divenga un'eutanasia
RA> imposta.
Già: resta il fatto che l'eutanasia è consentita soltanto nella misura in cui possa comportare l'espianto di organi.
RA> per anni si sono somministrate radiazioni a scopo terapeutico
E qual sarebbe, di venia, lo scopo terapeutico del trapianto, per l'espiantato?
RA> Per la Bindi resta il vecchio preconcetto cattolico verso
RA> il cadavere che non poteva essere cremato
Per dovere di cronaca, il "vecchio preconcetto" è più ebraico che cattolico. E l'inquisizione cattolica non s'è mai preoccupata d'incenerire l'opposizione. Ops, dimenticavo che sui roghi dell'Inquisizione si finiva vivi e non cadaveri.
Constato, infine, che secondo te essere favorevoli agli espianti pur ritenendo un'immonda truffa il silenzio-assenso, è frutto di preconcetti cattolici.