tratto dal "Messaggero Veneto" del 15 aprile 1996, pagina 8
****************************************
La lettera
Dora Pezzilli sul "caso" Poci: "Non serve un nuovo carcere"
E' giunta in redazione la lettera di Dora Pezzilli sulla "vicenda Poci".
* * *
Ho saputo che nel carcere di Pordenone, detenuto, mi sfugge per quale ragione, vi è un personaggio locale, che se non sbaglio è stato iscritto anche al Partito Radicale. Egli si rivolge (non mi è dato capire perché) al leader della lista Pannella, affinché intervenga per ottenere la costruzione di un nuovo carcere a Pordenone.
Come ben sapete, io sono stata fra le fondatrici della lista per l'Alternativa (simbolo del fucile spezzato) che ora compare assieme alla rosa nel pugno, proprio della lista Marco Pannella, durante questa campagna elettorale; fui eletta in COnsiglio comunale nel 1979, e fra le mie battaglia vi fu proprio quella che riguardava la costruzione di un nuovo carcere nelle vicinanze di Pordenone.
Mi opposi fermamente, perché fra le altre motivazioni di ordine urbanistico rimango convinta che la soluzione del problema giustizia in Italia non si risolve, oggi come ieri attraverso la costruzione di nuove carceri (tantomeno nella nostra provincia), bensì attraverso la conversione della pena detentiva in altre misure alternative.
Fra l'altro, considerando la quantità di persone detenute ingiustamente e poi riconosciute innocenti (quaranta per cento) e tossicodipendenti per i quali il risultato del referendum non viene applicato, la soluzione carcere è la meno radicale e nonviolenta che si possa immaginare. Sicuramente il problema esiste, ma a questo problema non hanno voluto dare risposta concreta le amministrazioni che si sono via via succedute.
Quindi questa azione del signor Poci, mi pare inutile. Gli consiglierei piuttosto di essere presente quando finalmente si andrà a votare (se Dio vorrà) per la separazione delle carriere dei magistrati, referendum per il quale i Pannelliani hanno già raccolto le firme. Di battersi affinché i consumatori di droghe leggere non vengano più perseguiti dalle prefetture (ritiro patenti), per la smilitarizzazione della Guardia di Finanza, e via dicendo.
Se poi (avendone la possibilità), dovremo sopportare un altro carcere, speriamo che la terapia non sia peggiore del male. I nonviolenti, comunque, da sempre si battono per abolire al massimo le pene detentive e per fare in modo di raggiungere una società dove di carceri ne esistano il meno possibile
Un caro saluto.
Dora Pezzilli
****************************************
--- MMMR v4.56 beta * Gutta cavat lapidem