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Conferenza Movimento club Pannella
Partito Radicale Rinascimento - 20 aprile 1996
IL FOGLIO
Sabato 20-4-1996

PICCHIARE PANNELLA O VOTARLO? SI E' COMPORTATO DA UBRIACO, MA E' MEGLIO DI CERTI SOBRI.

Signor Direttore - Sul Foglio di giovedì 18 aprile c'è un interessante articolo dal titolo 'istruzioni elettorali' che ben fa capire il tipo di democrazia nella quale ci troviamo. Per esprimerci ci resta solo il voto ed è utile sapere in anticipo l'uso reale che ne verrà fatto. Ora, la mia preoccupazione non è tanto quella di scegliere il partito che meglio rappresenta le mie idee, quanto quella di dare un voto utile. Perchè la sensazione di elezioni e vittorie inutili mi accompagna ormai da tempo. Ho seguito Pannella in molte delle sue iniziative referendarie. Ho votato per la responsabilità civile dei magistrati e per l'introduzione di un sistema elettorale maggioritario. Ho firmato anche molti degli ultimi referendum proposti dal leader radicale. L'ho votato, con qualche dubbio alle ultime regionali e mi sono pentito. Se il mio e altri voti fossero andati al Polo non mi ritroverei il boy scout Badaloni come presidente del Lazio. Ho seguito con sconcerto l'altalena di Pannella in questa campagna elettoral

e col Polo, con Sgarbi, da solo, poi ancora con il Polo. Aspetto timoroso il silenzio elettorale sperando non ci siano piu' sorprese. Nel vostro articolo di giovedì si diceva che il voto a Pannella 'non è un voto ma una polizza di assicurazione, la migliore garanzia contro ogni rischio di inciucio'. Mi avete quasi convinto ma qualche dubbio mi resta (le ripeto, vorrei esprimere un voto utile). Può aiutarmi a scioglierli?

Giancarlo Alba, Roma.

RISPOSTA (senza firma):

Lo stato d'animo di molti amici di Marco Pannella sarebbe quello di dargli, anzichè il voto, un fracco di metaforiche e nonviolente legnate. Pannella è sempre stato un nano elettorale ma un gigante politico. Quando i suoi apostoli spiegano che è tra gli italiani che hanno combinato piu' cose in politica, che hanno dato piu' cose al paese, non sbagliano. E quanto gargarizzano sulla splendida onda vocale di Radio Radicale la loro apologia del testimone e profeta leader e maestro, fanno opera di verità. Ma è per questo che il soprassalto improvviso di nanismo politico, da cui è stato affetto Pannella nel momento decisivo della formazione delle liste del Polo, meriterebbe piu' che un voto una punizione severa, altro che premi. Ma non si può e non sarebbe giusto. Pannella voleva da Berlusconi un patto politico che gli lasciasse piena autonomia, non vuole e non può, data la sua storia, integrarsi nel Polo, nelle sue liste, nei suoi meccanismi indecisionali, nei suoi vertici, nel suo spirito. Il fatto è che ha perc

orso questo itinerario personale e di piccolo gruppo comprensibile e probabilmente anche giusto sul piano politico con il passo incerto di un ubriaco. Voleva calibrare un'alleanza politica, ma per settimane ha stordito anche i suoi piu' affezionati ammiratori con un linguaggio che sapeva di pura pazzia: di qua di là di sopra di sotto di fianco di striscio di petto di non-si-sa-che-cosa. Ha cambiato cento posizioni per arrivare al punto di partenza con un elettorato potenzialmente dimezzato, dopo aver giocato autolesionisticamente la carta dell'autonomia alle elezioni regionali. Ciononostante Pannella va votato invece che picchiato. Per le solite buone ragioni: rafforza la componente tollerante, inventiva, liberale, appassionata e saggia del Polo e della stessa democrazia italiana. Polo e Parlamento sarebbero molto piu' poveri senza di lui. La battaglia per una leadership liberale della coalizione di centro-destra, che sta per cominciare sia in caso di vittoria sia in caso di sconfitta del Polo, ha in lui un

elemento dirompente e vitale. I suoi candidati, gli Stanzani e gli altri, sono parlamentari leali al loro elettorato e alle loro idee. Mandare Pannella alla Camera nonostante le sue mattane, con scheda grigia: lui non lo merita, noi ne abbiamo bisogno.

 
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