con questo slogan conosciuto abbiamo iniziato un dibattito-confronto tra i compagni toscani che hanno dato vita alla kermesse referendum-petizione-elezioni (per restare solo negli ultimi otto mesi).Qui di seguito i primi due interventi.
inervento n.1 - del Donvi'
duecento riflessioni, quattrocento azioni
i tormenti del giovane vincenzino
Firenze, 22 aprile 1996
la scena di ieri sera l'ho già vista diverse volte in questi ultimi anni, purtroppo. Sarà che ha ragione il Ferrara de Il Foglio: gigante politico, nano elettorale? Chissà!
E sarà per questo che lo sconforto misto a incazzatura che in genere prende in queste occasioni, ben lo sopporto e non mi impedisce di sentire ancora tanta energia nelle reni e nel petto. Poi, alzo la testa, guardo intorno, guardo più che altro fuori della finestra e attraverso i mezzi d'informazione, e l'incazzatura mi aumenta. Ma non è con questo che si può procedere, al massimo serve a darti il guizzo per l'inizio, perchè poi hai bisogno di governare l'azione e, con l'incazzatura per l'appunto, si fa male.
Il fax che stamane ho, come sincero gesto d'amore, inviato a chi con me ho sentito molto vicino in questi ultimi giorni di lotta, oltre ad essere un po' scontato nella terminologia utilizzata, era pregno di voglia di lotta e d'amore, era come un riagganciarmi all'essere solitario dei liberi cittadini del mondo nella interminabile lotta per la libertà dell'individuo: NON MOLLARE! W LA LIBERTA', recitava il foglietto faxato, e già qualcuno mi ha simpaticamente risposto su carta (Mollare mai! Pannella o morte! firmato: Isola d'Elba) o a voce, e, come quelli che sento che lo hanno gustato pur non rispondendo, so che hanno sorriso così come me quando l'ho scritto: un sorriso che col movimento delle labbra ha come dato un bacio ai furibondi giorni appena trascorsi, assaporandoli e rigustandoli per sentire se erano buoni veramente.
Sono lirico? Può darsi, ma è quanto mi scaturisce dal profondo della testa, del cuore, del corpo. E' il mio modo di vivere la politica come vita e la vita come politica. E' il mio modo, molto simile a quello di molti di voi, per amare ed essere ricambiato, per lottare amando i miei compagni e cercando di capire l'avversario. E' un modo, questo, che per me riveste molta importanza per rapportarmi alla lotta senza indugio, senza timore di avere qualcosa da perdere che sia più importante di quanto si sta facendo in quel preciso istante.
Dopo che abbiamo letto l'anima (scusate il termine clericale, ma non riesco a chiamarla in modo migliore ...), leggiamo l'anima di tutti noi, che è diversa da quella di ognuno, proprio perchè non siamo collettivisti e non riusciamo a condividere l'amore se non nel riconoscimento della sua diversità.
Abbiamo agito bene insieme, ma con scarsi risultati, almeno dal punto di vista esterno. I numeri parlano, e il nostro impannellamento non può essere da meno di quello del nostro leader. I nostri limiti sono molto legati ai suoi, e come accade per lui, ne subiamo tutte le conseguenze. Anzi, per molti di noi, che non hanno il pelo sullo stomaco come altri, i colpi sono molto più duri e con potenzialità deflagratorie maggiori.
Ci siamo mossi bene, quando ci siamo mossi. Ci siamo confrontati bene, quando ci siamo confrontati. Per tutto valga un solo esempio: la mobilitazione per il voto di domenica nelle carceri. In tempi da record, per molti e con nessuna esperienza alle spalle se non il sentito dire e i miei racconti e indicazioni per telefono, siamo stati in grado di essere in molte delle carceri toscane a svolgere il nostro diritto di cittadini, candidati o rappresentanti di lista. Oltre ai numeri del telefono, perchè questo accada, ci vuole qualcosa di più, molto di più, diverso caso per caso: abbiamo una forza che riusciamo a vivere e a comprendere che esiste solo quando la mettiamo in movimento ..... e non è poco. Buona parte sta nel capire quando, perchè e per-come mettere in movimento questa forza.
Bella palla!
Premetto che mi viene il giramento di testa e i conati di disagio se non sento le 18 telefonate quotidiane dei miei due "fidanzati" di Arezzo e Lucca, che hanno guadagnato sul campo il "fidanzamento" solo perchè gli altri di telefonate ne facevano solo 15 o 16 o 17 al dì. Ed ho la sensazione che sia altrettanto per i "fidanzati" a qualunque livello. Allora, siccome ci piace stare bene, e quando stiamo bene agiamo e pensiamo anche meglio ...... valga il detto "squadra vincente non si cambia". Ma vincente di che, considerando che l'1,9% non è proprio una vittoria? Per il momento siamo vincenti nell'essere noi stessi, nello scoprire di esserlo migliori nel nostro rapporto .... e anche questo non è poco.
Ora cerchiamo di capire come consolidare, mettere in movimento, trasformare in azione politica rispetto alle possibilità che intravediamo dopo quanto è successo ieri.
I 20 referendum. Siamo tutti d'accordo ..... e vorrei vedere ... ma come ci arriviamo, come garantiamo a noi e ai cittadini che hanno firmato che non vengano vanificati? Certamente gli avversari dei referendum sono quelli che hanno vinto ieri, e sono gli stessi che non è che avversavano soltanto non firmando, ma essenzialmente lo facevano dall'alto dei loro poteri acquisiti, non concedendoci le piazze per mettere i banchetti di raccolta, chiedendo la chiusura di Radio Radicale, e altre amenità simili. Sappiamo che sono così e non dobbiamo dimenticarcelo fin da ora.
(a titolo di esempio, oggi vedevo l'intervista sul tg4 di Fede a Veltroni, e queslt'ultimo, senza che Fede gli chiedesse nulla gli diceva "non ti preoccupare, non abbiamo alcuna intenzione di farti chiudere", ed ho pensato: ecco la tipica affermazione di chi poi, con lo stesso tono di voce rassicurante, domani spiegherà le ragioni per cui il tg4 deve chiudere per il bene della nazione e per la libertà di tutti)
Dopo quanto è anche successo nella raccolta delle firme per la presentazione delle liste, mi pare doveroso essere sempre in pista, pronti a non dover accorgersi poi che ci si poteva organizzare prima. Ma come si fa ad essere sempre in pista? Un tavolino per strada tutti i giorni su questo o su quell'argomento? No. Così ci si sfianca e demotiva su uno strumento che, invece, è importantissimo in momenti decisivi. E' qui che entra in gioco l'amore conquistato sul campo, il lavorare bene insieme, l'entusiasmo e la fiducia reciproca: da questa situazione si può far nascere la presenza continua, modellandovi intorno le funzionalità del piacere e per la lotta. Le diramazioni pratiche possono essere molteplici, legate agli specifici interessi e piaceri, ma sempre collegate fra loro, come strumenti della lotta e della vita.
C'è chi fa un giornale, c'è chi fa una radio, c'è chi fa un luogo d'incontro, c'è chi organizza gli incontri, c'è chi crea servizi per il movimento, c'è chi mette la sua conoscenza ed esperienza a disposizione dei cittadini, c'è chi si impenga a far conoscere a più gente possibile l'esistenza e la possibilità di questo e quello con questo e quell'altro strumento, c'è chi porta a casa sua quello che altri più o meno come lui stanno sperimentando o mettendo in opera in altri luoghi ...... usare l'energia, la fantasia, la costanza, la capacità di essere e di fare politica per crearsi le condizioni di essere e di fare meglio in qualunque momento. Non lasciare che il tempo travolga e porti via il bello di oggi, non albergare nella nicchia aspettando tempi migliori o facendo finta di convincersi che ci sia qualcosa di meglio della lotta per la libertà o, peggio, che siano altri -perchè più comodi e meno faticosi- i metodi per conquistare la libertà ....... difficile, perchè la lotta è faticosa, prendiamone atto e
gestiamo la fatica nel miglior modo possibile, anche trasformandola nel suo contrario.
Questo come base, e come invito, per far fruttare l'amore germogliato, e trasformarlo in arbusti che resistano alle intemperie.
Stando in pista, poi, bisogna capire dove andare, anche perchè non si può solo essere sempre pronti in attesa del mitico Godot alto coi capelli bianchi e il fisico a fisarmonica.
Coi 20 referendum di cui sopra, attrezzati come sopra, dobbiamo irrompere in tutti i salotti -compresi quelli urbani-, con un occhio particolare agli amici del Polo che -salvo situazioni nuove nei prossimi giorni- mi paiono messi un po' male. E quando dico Polo, intendo più che altro Forza Italia (della serie: se ci sei batti un colpo ....). Irruzioni che vanno intese come organizzazione dell'opposizione, nascita di governi/giudici-ombra che facciano le bucce in ogni dove (non la politica locale, per carità -chi lo vuole lo può anche fare, ma non è questo il luogo dell'elaborazione),e mettano a confronto le capacità di elaborazione alternativa e di messa alla berlina delle schifezze che -garantito- i governanti vincitori faranno.
L'ESSERE FUORI DEL PARLAMENTO DOBBIAMO VIVERLO COME UNA RICCHEZZA, NON UNA MUTILAZIONE. Energie immense che, non sprigionate nelle aule di Palazzo Madama e di Montecitorio, diventano batterie portatili e costantemente in carica, che creano ponti con altre fonti d'energia non per creare un corto circuito, ma per illuminare dove i governanti faranno di tutto perchè cadano le tenebre (potremmo chiamarlo -come slogan- il ritorno del secolo dei lumi ......... ).
Sembra quasi un percorso lineare e semplice, ma non lo è, perchè mentre noi montiamo il tutto per arrivare alla scadenza referendaria con il massimo di tensione e informazione, i governanti ne combineranno una al giorno, e non potremo certo fargliela passare liscia, e, visto il blocco dell'informazione, ve l'immaginate come sarà divertente riuscire a far passare un filino di notizia
(per farvi capire meglio questo aspetto, faccio il classico esempio di casa mia, ma che non è molto autoctono. La Rai: vederete che bel consiglio d'amministrazione gli daranno e vedrete chi metteranno a comandare nelle singole sedi regionali (per chi ricorda la gestione Rai Toscana prima dell'attuale direttore Cicognani, gli sarà facile intuire .....). I giornali: La Repubblica cronaca di Firenze/Toscana è quel crogiolo di merda e merdosi capaci solo di galleggiare godendo dei loro escrementi che già avete sperimentato nella recente campagna elettorale; la Nazione è quell'insulso, provinciale a-professionale foglio schiavo della fiorentinità e della toscanità che, non avendo più le logge massoniche di riferimento (almeno quelle avevano una storia un po' laica .....) si offre al potente di turno anche se lui non glielo chiede ..... e capirete che tra Lamberto Dini, Cecchi Gori e i sinistri di sempre, di potenti di turno non ne siamo carenti; la tv privata, l'unica che possa essere apostrofata con questo nome
per non confonderla con quelle dei maghi e dello sport dell'Olmatello, è Canale 10, balocco regionale di Cecchi Gori che, nell'assunzione dello staff giornalistico ha preso lezioni da La Repubblica di Scalfari, dove anche a chi non viene politicamente chiesto nulla scatta il meccanismo di essere più realista del re)
Sembra poco tutto questo? Per chi ha concepito in questi anni la politica del movimento come attesa dell'input, e anche qualcosa in più, del Grande Uomo coi Capelli Bianchi, potrà sembrare poco. Per altri no.
Il problema centrale sarà nel far sì che il contratto firmato da Silvio Berlusconi per il nostro accordo elettorale, sia un punto di partenza per un lavoro che porti a quella logica il movimento che non c'è. Avete mai provato ad andare a parlare ad una qualunque assemblea di Forza Italia, senza ovviamente cercare appositamente gli argomenti che ci possono dividere? Noterete un certo consenso ed una notevole aspettativa, anche perchè noi diciamo spesso quello che loro vorrebbero sentirsi dire o vorrebbero dire ma non lo fanno perchè non hanno un luogo in cui possa essere preso in considerazione un pochino in più rispetto ad un ruttino di discorso. Ma mai lasciarsi andare, mai mollare alla tentazione che il Partito delle Libertà ci sia già. Il percorso, col risultato di ieri, è più articolato e complicato, e dobbiamo necessariamente passare con la nostra identità -rafforzata nel modo più marcato possibile, anche con quanto dicevo prima a proposito dell'organizzazione- attraverso la scadenza dei 20 referendum.
Solo dopo, con la nostra forza affermata e riconosciuta nel Paese, potremmo rischiare un passo ulteriore. E' la logica di chi fa una politica d'azione libertaria. Soffrire, stancarsi, non dormire, non mangiare? Cosa c'è di meglio del godere, riposarsi, dormire, mangiare, specialmente quando parti da una condizione di assenza e quando, successivamente, avrai questa assenza?
intervento n.2
di Donatella Poretti, di Arezzo
NON MOLLIAMO!
Se fare politica è mettere in campo delle idee e degli ideali, anche le emozioni rientrano nelle riflessioni politiche. Razionalmente quello che oggi si è realizzato era prevedibile e previsto, nonostante ciò abbiamo fatto tutta la campagna elettorale con grande slancio e con grande passione. Abbiamo impegnato le ore e le giornate della nostra vita per portare avanti delle idee, un'esperienza che è stata personalmente stupenda.
Purtroppo, però, bisogna anche valutare rispetto all'impegno profuso i risultati ottenuti e decisamente i risultati non si possono definire altrettanto stupendi. Oggi è importante valutare gli errori e da questi ripartire, le solite considerazioni che purtroppo o per fortuna Pannella vede troppo avanti, o come dice la massina di Oscar Wilde: "Il peggio che può capitare a un genio è di essere compreso", è ciò che di più negativo possiamo pensare.
Certo c'è molto da riflettere e da decidere sul nostro futuro: al momento siamo fuori del Parlamento, ma abbiamo comunque fissato una scadenza importante con i 20 referendum sui quali fin da oggi dobbiamo impegnarci.
Gli italiani hanno sempre dato grande fiducia a Pannella nei referendum, ma alle elezioni lo hanno sempre lasciato solo, questo è il punto su cui dobbiamo lavorare, comprendere perchè Pannella non riesce ad ottenere dei risultati elettorali. Non si può semplificare incolpandoci di errori strategici per la conduzione delle campagne elettorali, è sicuramente qualcosa di più, il messaggio che trasmette Pannella non è evidentemente ben decifrabile.
Se una forza politica si presenta a delle elezioni politiche, lo fa per entrare dentro il Parlamento. La legislatura passata ha avuto la presenza dei Riformatori grazie al Polo e la prossima vedrà un'unica presenza grazie o per errore del Polo, altrimenti saremmo stati esclusi anche formalmente dal Parlamento.
Due campagne elettorali perciò fallite completamente perchè se l'obiettivo era avere eletti, ciò non è stato raggiunto.
Il mio timore, ora, è quello di isolarsi, la nostra non deve essere solo una testimonianza, ma il pungolo e lo stimolo devono essere attivi e propositivi.
Quello che andrà verificato nei prossimi giorni sarà il comportamento di Forza Italia e di Berlusconi e la loro tenuta o la loro disgregazione.
Purtroppo le dichiarazioni dei leader politici (e quali leader visto che alle 18.00 del lunedì ancora Berlusconi non è uscito allo scoperto!) una volta conosciuti i risultati anche nelle elezioni passate sono sempre le stesse: volti raggianti e pieni di buoni propositi dei vincitori (a parte l'unicità di Prodi, che ha l'aria inebetita di un bambino a Natale quando scarta tutti i regali!) e i volto più scuri e pensierosi dei perdenti che con aria grave dichiarano democraticamente di accettare il voto degli italiani, con la solita promessa di fare una seria opposizione.
Purtroppo una seria opposizione in Italia non c'è mai stata, e questo è il pensiero che più mi preoccupa.
Le premesse di Berlusconi, Casini, Buttiglione e a ruota Fini, non sono entusiasmanti, il loro comportamento con Dini non è stato certo il massimo della coerenza e della chiarezza.
Questa sconfitta può avere di positivo per il Polo la revisione della linea politica attuata fino ad ora, l'opposto di quella che aveva portato alla vittoria del '94. Un congresso o comunque qualcosa di chiarificatrice con la base e l'elettorato del Polo è il minimo che Berlusconi possa fare. Noi possiamo sopravvivere perchè le idee e le battaglie da portare avanti le abbiamo, ma forse ancora la speranza che queste idee diventino patrimonio comune anche del Polo non è finita,dipende da noi e dipende da loro, comunque bisognerà stabilire se le nostre strade si possano unire o solo intersecare per certi punti e certi momenti.
Anche noi abbiamo bisogno di fare un'analisi insieme e verificare se la linea politica fino ad oggi tenuta sia stata effettivamente l'unica valida da seguire e se le sconfitte subite erano da mettere in conto per ottenere qualcosa d'altro e di più importante.
La sintonia che ci ha unito sia idealmente che fisicamente è la testimonianza più chiara che abbiamo ancora tanto da fare insieme e che non possiamo mollare!.