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Conferenza Movimento club Pannella
Donvito Vincenzo - 23 aprile 1996
NON MOLLARE! W LA LIBERTA'!

dibattito fra i compagni toscani e non solo

intervento n.4

Marco Affatigato, di Lucca

Le ragioni di una scelta

Amici e compagni (ed utilizzo quest'ultimo aggettivo nel senso più nobile, come in Francia utilizzerebbero "camerade") col trovare il fax "NON MOLLARE", ieri mattina alla sede/fax del club, la prima cosa che mi sono chiesto è stata: MA PERCHE', C'E' FORSE QUALCUNO CHE DUBITA?

In tutti i casi, non io!

Vedendo e leggendo il fax, effettivamente un sorriso si è acceso sulle mia labbra ma, immediatamente, gli occhi della mia memoria mi hanno riportato a qualche anno addietro assieme agli amici e compagni del F.L.N.S. in Nicaragua. In un villaggio vicino a Managua un adolescente che già conosceva gli orrori della vita, mi disse -mentre era per terra colpito ad una gamba da un proiettile delle guardie di Somoza: "vai Marcos, vai non mollare ....", od almeno questo io capii.

Ed è per le ragioni di una scelta che ritengo giusto NON MOLLARE oggi, come non mollai allora.

I nostri programmi (i referendum) sono decisamente rivoluzionari. Le nostre idee appartengono alla LIBERTA' ed i nostri programmi sono conseguenza diretta di queste idee. Su ciò non può esserci dubbio! Ed allora confortarci con un "non mollare" diviene quasi un'assurdità poichè oggi ci si presenta l'opportunità, all'interno del Movimento e per l'esterno, di rompere gli equivoci in coloro che se li creano, per pigrizia mentale o perchè stentano o non vogliono capire. Capire la scelta -la nostra- che è conseguenziale alle idee e programmi del Movimento originata da questioni di sostanza.

E' necessario forse farsi male per comprendere? Ebbene IO SONO DISPOSTO A FARMI MALE se ciò serve a ripensare noi stessi -fuori dal girone infernale dell'inganno politico di cui, senza ombra di dubbio, siamo stati vittime e complici. Ma vittime e complici moralmente onesti.

In Italia è diventato quasi un luogo comune analizzare la situazione post-elettorale mettendo al primo posto la "sconfitta": le sue cause, le sue forme, le sue conseguenze. Ma se assolutizzano le "sconfitte" in quanto tali, si finisce per appiattire tutto in un'unica lettura paralizzante. Abbiamo invece i referendum, quelli già effettuati, quelli, poi, depositati in Corte di Cassazione e, perchè no, quelli che potremo ancora promuovere. Dobbiamo DIFENDERE I PRIMI, PORTARE A BUON FINE I SECONDI E MOBILITARCI PER I TERZI. Questa è la forza vitale antagonista al potere partitocratico a livello nazionale. Ma non perdiamo di vista il tessuto locale in cui viviamo e quindi, a mio avviso, dobbiamo volere "sporcarsi le mani" per poter LEGALIZZARE L'ITALIA ma anche e soprattutto LEGALIZZARE GLI ITALIANI (come disse MARCO in una diretta a Radio Radicale).

Contraddizioni e tensioni che potranno svilupparsi e che non potremo ignorare per realizzare le condizioni di una nuova coscienza: quella liberale, liberista e libertaria (e pure libertina, caro Vincenzo che sai come io mi "distingua"). Ma questa azione va poi tradotta in pratica, sul terreno attorno alle iniziative di "avanguardie" che devono saper porsi esplicitamente questo impegno in una "società" che muta velocemente e profondamente. I referendum sono la nostra "arma", quella che è espressione del popolo e le riforme istituzionali sono la punta di diamante delle battaglie che devono vederci impegnati a livello nazionale. Ed è in ciò che troveremo la nostra identità di autentici rivoluzionari liberali, liberisti, libertari e riformatori definita dal contributo dato dal nostro impegno nelle battaglie culturali come nelle battaglie sociali e istituzionali.

Perchè al di là del gusto della "provocazione", al di là della volontà di sfottere "benpensanti" e "perbenisti", c'è qualcos'altro. C'è, evidentemente, qualcosa di più e di diverso di voler a tutti i costi andare controcorrente, ignorando "le masse pecorili". C'è la LIBERTA' e questa LIBERTA' ci vive dentro e ci fa vivere. E desidero dare quest'acqua anche ad altri.

Ebbene, noi, bastian contrari per nascita -forse- e per vocazione -anche- NON VOGLIAMO RINUNCIRE ALLA NOSTRA LIBERTA', che è -innanzitutto- libertà di essere se stessi e di lottare per affermarlo.

Ma forse siamo anche un po' pazzi. Sì! Forse lo siamo: invece di starcene tranquilli, di "sistemarci", abbiamo ancora voglia di arrabbiarci, di provare indignazione e, soprattutto, passione. Ma questi sono i segnali di "vita" che ci dicono che siamo "vivi".

Ed allora, caro Vincenzo, cari amici e compagni NON MOLLO! AMO LA VITA, AMO LA LIBERTA', AMO TROPPO L'AMORE PER MOLLARE.

 
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