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Conferenza Movimento club Pannella
Donvito Vincenzo - 24 aprile 1996
NON MOLLARE! W LA LIBERTA'!

dibattito tra i compagni toscani e non solo

intervento n.6

di Filippo De Martino, di Grosseto

Non si può mollare! La libertà a cui aspiriamo richiede lotta continua.

Rischiamo di sparire se non ci attiviamo da subito imponendo la nostra presenza ovunque si decide in nome del cittadino.

Come fare? Se poi manca una capillare organizzazione e la voce di Pannella non arriva ovunque nè simultaneamente nè senza interferenze.

Come fare? Se non diamo al cittadino punti di riferimento certi e costanti che non risentono di eccessiva caratterizzazione individuale.

Come fare? Se la strutturazione dei club è nata e resta disarmonica e oligarchica.

Forse in principio ........ era necessario, pur di confezionare i club, tenere uniti chi solidale politicamente non era, ma oggi, secondo me, è ora di tirare le somme.

Ora, se è necessario convogliare consensi sui nostri programmi chiedendo la partecipazione attiva di chi milita in formazioni politiche o in movimenti di opinioni diversi dal nostro, dobbiamo prima riappropriarci della nostra identità senza metamorfizzarci come è successo e continua ad essere per i club Pannella.

Intanto mi trovo in buona parte in sintonia con Dario di Pisa ed è in questa ottica che bisognerà ricreare qualche cosa di duraturo nel tempo che vada oltre l'immagine dell'homo sapiens-sapiens.

Agli amici di Forza Italia, che a quanto pare sarebbero necessari compagni di viaggio, vorrei consigliare, con la esperienza che mi ritrovo, di contornarsi di attivisti svegli e potersi riconoscere in leader di cultura anche se senza portafoglio.

Per gli annini spero avranno capito che è il caso di rinnovare il parco macchine, almeno cambiare i motori.

Non sembri questo mio dire un modo per dividere anzi è un parlare chiaro per una buona e lunga amicizia.

Vincenzo detto Dudaieff, quando dice che è il caso che noi si debba passare con la nostra identità e organizzazione, forse pensa la stessa cosa.

Intanto incontriamoci per concordare una univoca strategia a difesa dei 20 referendum.

Non aspettiamo che la Corte Costituzionale ce li scippi e non aspettiamo che ci vengano trasmesse le "veline" per sapere come e cosa fare.

Parecipando tutti alla programmazione delle nostre attività forse ne guadagneremo in forza e credibilità.

Se i club continuano però ad essere la tomba dei radicali così come è mia esperienza è bene che o ricominciamo tutto da capo o che ci inventiamo un diverso sistema aggregante che duri, per evitare che nemmeno in maniera dubbiosa possa assalirci l'idea di mollare.

 
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