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Conferenza Movimento club Pannella
Donvito Vincenzo - 29 aprile 1996
ancora idee
vi faxo il testo che segue, richiestomi dai compagni di Pisa per la loro riunione di domani martedì 30. Mi sembra che ci siano ulteriori spunti al dibattito che abbiamo avviato.

ciao da Vincenzo

cari compagni,

mai di martedì, quasi come i bacchettoni di ogni sorta dicono dei loro giorni santi. Ci tenevo ad esserci, ma non ho il dono dell'ubiquità, e il martedì fiorentino, con le scadenze del prossimo week-end che ben conoscete, è fibrillante di parole e pensieri per l'organizzazione e la sua ricaduta su tutti noi.

Non so cosa abbia in testa il presidente del nostro movimento, ma, per il momento, percepisco il vuoto dei compagni che abbiamo scelto a coordinare la nostra attività nazionale, troppo proni al pronunciamento del leader ....... i famosi pannelliani che sono più pannelliani di Pannella. Umano, ma non funzionale al dramma che si sta cominciando ad organizzare nel Paese sulla pelle del Diritto e dei cittadini tutti.

Veniamo a noi. Sapete già che abbiamo messo sul tappeto una serie di attività e iniziative che potrebbero dare un colpo di reni non secondario al nostro assetto organizzativo. Infatti, per il momento, è proprio qui che il dente duole. Forse perchè avremmo raggiunto il mitico 4% se fossimo stati più organizzati? No, sono convinto di no. Ma avremmo sicuramente raccolto le firme in tutte le circoscrizioni elettorali e avremmo portato a casa una percentuale maggiore della miseria che invece abbiamo raccolto. Ma forse questa è fantapolitica. L'importante -che rimane- è che dobbiamo agire per meglio rendere efficace e penetrante il progetto politico riformatore. Se qualcuno ha idee e progetti diversi, è bene che li dica, che verifichi la loro possibilità nel movimento, altrimenti possono solo diventare un alibi per l'immobilismo ..... ed è quanto di più negativo in questo momento ci possa essere, umanamente e politicamente.

Vi ricordo una scaletta che, con i vari messagi che in questi giorni post-elettorali ci siamo scambiati, può essere un buon piano di lavoro.

Il presupposto -comunque- è che non possiamo e non dobbiamo, verso noi stessi e verso i cittadini che hanno firmato i referendum e che hanno votato per la nostra lista, non usare le nostre energie. Sarebbe un farci male da soli. I risultati, pisani e toscani, ci sono stati dove ci potevano essere: in azioni e situazioni dove il controllo era nostro diretto (raccolta firme referendum, petizione Scalfaro, firme per le liste), ma, ovviamente, non ci potevano essere nei risultati elettorali, dove -spero ne siate limpidamente coscienti- tutto il nostro agire locale, può al massimo spostare percentuali del tipo 0,0 e qualcosa.

Ma sono proprio queste capacità che, poi, costituiscono la base positiva per la riuscita delle iniziative e per intessere rapporti politici e di forza con gli alleati. Dove non c'è nulla, rimane il nulla. Dove costruiamo, poniamo le premesse. E mi sembra che le vicende pisane siano armonicamente ondulate con quelle degli altri gruppi di compagni che agiscono in Toscana, anche con punte da amorevolmente invidiare. I minuscoli, deliziosi e pratici volantini elettorali che vi siete autoprodotti in campagna elettorale, mentre la tendenza era quella di aspettare Godot, valga come esempio per tutto.

Cominciamo dal prossimo week-end. E' il Partito Radicale e non il Movimento? Mai come in questo momento tale distinzione può apparire pretestuosa. Ci stiamo turbinosamente avvicinando al vertice europeo di fine giugno -che si terrà a Firenze- dove il Presidente Dini riconsegnerà la guida della Commissione al partner di turno. E che gli consegnerà? Il vuoto! Che parlerà per lui su questi sei mesi e per il governo che -presuppongo- sarà al tempo costituito. Una pompa magna fatta di sorrisi, inchini, belletti e ville oltrarno guardate a vista da quei mastini di rifondazione comunista che hanno incensato il loro nemico votandolo al 65%. E quali prospettive Dini potrà comunicare ai padroni della non-Europa? Sono curioso e resto in attesa, ma mi si conceda il dubbio in considerazione del grande accredito che viene dato a Dini come futuro ministro degli Esteri. Una scadenza, quindi, che ci deve vedere protagonisti in prima persona e su cui, da subito, dobbiamo cominciare a creare una strategia dell'attenzione (diba

ttiti pubblici in loco su un tema tipo: "verso il vertice di Firenze ..... e gli Stati Uniti d'Europa?").

E in questo week -end, con Olivier Dupuis -che oltre ad essere segretario del Pr è anche deputato europeo della Lista Pannella- poniamo le basi minime organizzative e politiche (toscane, di ognuna delle nostre città e oltre la nostra regione) per questa scadenza, a partire dalla costituzione dell'associazione radicale Toscana. E' una scadenza, quindi, a cui non si può mancare e portare il proprio originale e specifico contributo, che già questa sera potete cominciare a discutere.

Ora si tratta di capire come usare le proprie capacità per investire sul presente e sul futuro. Il nostro presente e futuro politico -è evidente- si chiama 20 referendum. Già vi ho tediato abbastanza nella corrispondenza post-elettorale che c'è stata tra alcuni di noi e che è finita in Agorà -e che spero che tutti voi abbiate letto o abbiate per leggere in un secondo tempo, per cui -spero- sia chiaro il concetto di impegno che mi sembra opportuno. Ora si tratta di tradurlo, da qui al pronunciamento d'ammissibilità della Cassazione e alla forca caudina della Corte Costituzionale, e per andare oltre.

I referendum sono uno strumento di battaglia politica trasversale per eccellenza, ma il pacchetto dei 20 corre un pericolo: essere vissuto come progetto esclusivamente dissolutorio della maggioranza dell'Ulivo, quindi anche oltre il suo intrinseco significato. Per noi il pacchetto è un progetto politico che al suo interno contiene riforme cardine dell'ordinamento e della cutlura giuridica e civica del Belpaese; progetto che se tradotto in vittoria -come per tutti gli altri referendum che già si sono tenuti- contribuisce alla crescita del Paese tutto. E, essendo noi alleati del Polo, siamo indicati come guastatori dell'attuale maggioranza. Potrebbe anche farci piacere essere e fare così (e dandoci da fare, quindi, per l'affermazione di un partito unico del Polo, o raggiungere Taradash nelal sua corrente liberale di Forza Italia), ma non è così, perchè il Polo sui 20 referendum non c'è in quanto tale (e già questo di per sè sarebbe sufficiente), e chi del Polo c'è stato ha fatto dei netti distinguo e different

io, in modo particolare su quei referendum per l'affermazione della libertà del cittadino individuo. I 20 referendum, quindi, corrono grave rischio d'arrivare al momento clou con solo noi a difenderli e a perorarne la causa. La sinistra (compresa Rifondazioe comunista che dice di essere per la legalizzazione della marijuana, per esempio) non muoverebbe un dito perchè leggerebbe il progetto in sola funzione scardinatoria del governo dell'Ulivo (e che Rifondazione è capace di far votare il contrario di quello che la gente ha nella testa, è testimoniato dal 65% che Dini ha avuto nel suo collegio fiorentino, nonostante si fosse rifatta il trucco attaccando timidamente alcuni manifesti in cui troneggiva la scritta "Ma Dini NO").

Questo significa che dobbiamo, da subito, cominciare a lavorare sulle materie dei 20 referendum su un unico binario: verso i cittadini, indipendentemente che abbiamo votato grigio o giallo, ma solo perchè recepiscano l'importanza di un voto positivo per la libetà di tutti. Verso il Polo, poi, bisognerà mettere in forza una strategia di coinvolgimento in modo particolare sui referendum per la riforma elettorale che -per il momento- sembrano essere quelli che coinvolgono tutti senza distinzione (e i democristi? punto interrogativo per l'appunto).

Per fare questo bisogna avere sedi politiche, computer, fax, telematica, soldi e ammenicoli del genere. Non possiamo continuare a vivere sulle energie e sullo slancio dei compagni e poi buttare via il tutto, e sperare di ricominciare da capo (vedi il buco della raccolta firme per la presentazione delle liste in alcune circoscrizioni). Bisogna mettere a frutto quanto già c'è e su questo costruire intorno nuclei operativi permanenti, anche al di là dello specifico dell'iniziativa politica immediata.

L'associazione radicale costituenda è una delle risposte all'esigenza di cui sopra, partendo dal dato "Toscana", per estendersi alle altre città.

Il progetto Radio Radicale Toscana, che vi ho inviato a parte, è un altro tentativo di risposta.

Il progetto Agorà Telematica (che è già realtà a Firenze e a Prato) è un altro tentativo ancora.

Il progetto Aduc (associazione per i diritti degli utenti e consumatori) che sta finalmente decollando a livello nazionale con un suo giornale nelle edicole (e che è già realtà a Firenze , e in costruzione a Prato, Pistoia, Arezzo e Lucca), proprio per il suo specifico settore d'intervento (anche in considerazione del "dato" Emma Bonino, tutt'altro che secondario ..... in termini politici), è ancora un tentativo.

E, intanto, a giorni, pensavo -dopo un confronto con alcuni compagni attivi in regione- di far uscire un foglio di informazione e coordinamento tra gli iscritti toscani al Movimento. Un migliaio di fogliettini che dovrebbero arrivare nelle case di tutti coloro che hanno dato l'obolo a Pannella sotto forma di iscrizione e che magari non conoscono neanche i nostri numeri di telefono, i nostri indirizzi, le frequenze della radio, gli indirizzi di chi abita nel loro paesello, le nostre iniziative ...... e i nostri tormenti e dolori. Non molto impegnativo dal punto di vista giornalistico ed editoriale, ma che richiederà un impegno da distribuire -economicamente e per energia militante- fra tutti noi.

Idee. Suggerimenti. Esempi da cui partire o su cui costruire in base al proprio specifico interesse e alla propria disponibilità. Ma anche idee che fanno nascere la disponibilità, e fanno riflettere su quanto la propria vita e le proprie scelte possano essere deteminanti per la rivoluzione liberale italiana, europea e mondiale.

 
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