Oggetto: Risultati elettorali, opposizione ed Assemblea Costituente
Allegato alla presente trasmetto le firme raccolte da me e da altri conoscenti al fine di rivolgere un appello ai leader del Polo per le Libertà ed a chi, con questo, cerca un accordo politico.
Al di là del testo dell'appello, necessariamente sintetico e stringato, mi preme mettere in evidenza ciò che la maggioranza delle persone che lo hanno sottoscritto intendono chiedere a tutto il Polo.
Chi siamo
Siamo semplici elettori, persone che, per necessità professionali, impegni quotidiani, non possono partecipare attivamente alla vita politica del nostro paese, nondimeno rifiutano di accettare supinamente una posizione di passiva accettazione delle scelte altrui.
Abbiamo votato per il Polo, così come esso è e si è venuto configurando, sintesi ed unione di filosofie politiche, etiche e morali differenziate, dove coesistono ed hanno pari dignità posizioni laiche e posizioni cattoliche, avendo come collante comune la volontà di imprimere forza e vigore al processo di trasformazione e modernizzazione della nostra Nazione.
Proprio la consapevolezza di questa poliedricità ha consentito, alla coalizione nel suo insieme, di raggiungere un risultato numericamente più soddisfacente di 2 anni fa, quando, pure, riuscì a conquistare la maggioranza parlamentare.
Ogni tentativo di tirare la coperta della sconfitta su di un versante piuttosto che sull'altro, magari sottolineando, da una parte, l'eccessiva enfasi posta sul voto cattolico o, dall'altra, rimproverando un eccessivo laicismo o un presunto appiattimento a destra, risulta miope e sostanzialmente strumentale ai giochi verticistici di potere.
Cosa non vogliamo
Queste lotte oligarchiche, già viste e conosciute, sono incomprensibili per tutti gli elettori del Polo, che preferiscono di gran lunga pensare ad un rassemblement unitario anche se, grazie ad una legge elettorale oligarchica, si trovano costretti a scegliere un partito della coalizione piuttosto che un altro.
Cosa vogliamo
La maggioranza degli italiani, oggi, non è moderata, almeno nella concezione che, normalmente, si dà a questo termine.
In realtà, gli italiani sono stufi dello statu quo, vogliono il cambiamento, chiedono ai propri leader di avere il coraggio di osare, di avanzare, di gettare il cuore oltre le trincee nemiche.
La maggioranza che ha votato per il Polo delle libertà preferisce perire con dignità, piuttosto che essere ridotta nella condizione infamante di prigioniero a causa di una resa incondizionata dei propri generali: a nessuno interessa vivere l'esperienza del mastellismo, versione aggiornata del badoglismo!
Basti pensare agli scarsi consensi ricevuti dai partiti "moderati" che componevano la coalizione vincente, i quali, nell'insieme, non sono riusciti a racimolare più di un misero 12%, inferiore anche a quanto riuscì a conquistare il centro nel 1994, nonostante gli sforzi di Prodi e le menzogne ed i colpi bassi elettoralistici di Dini!
L'invito che la base elettorale del Polo rivolge ai propri leader è chiaro e trasparente:
Basta con le divisioni ed i compromessi, con l'analisi ossessiva di una sconfitta che non c'é!
Cosa pensiamo della sconfitta elettorale
Chi ha perso non è il Polo, che, come dimostrano i voti sul proporzionale, ha vinto, ma hanno perso i singoli candidati, che sono stati incapaci di intercettare e convincere l'elettorato a votare per loro, piuttosto che per l'avversario!
Qui sta la causa vera della sconfitta: se c'è una cosa che può essere imputata ai vertici, è la prassi non trasparente seguita per scegliere i candidati e la scarso profilo di molti di essi.
Tre sono le cose che dovete riuscire a capire.
a) la prima, è che dovete realizzare al vertice quella unione che, di fatto, già è consolidata alla base, rinunciando, ognuno di Voi, alla pretesa di essere il numero uno.
Non seguite il consiglio di Cesare, in virtù del quale è meglio essere primo in un piccolo villaggio della Gallia che secondo a Roma.
Nella coalizione, col metodo maggioritario e con l'abbattimento, futuro ed auspicato, della partitocrazia, nessuno è numero uno e numero due, poiché chi conta è il parlamentare, ed è parlamentare solo chi è numero uno nel proprio collegio; il resto è nulla.
b) la seconda, è che dovete riuscire ad organizzare un sistema (primarie) che consenta la selezione dei candidati partendo dalla base del Collegio, anziché utilizzare criteri spartitori e metodi di simulazione virtuale.
c) la terza, che dovete organizzare subito delle grandi battaglie politiche ed ideali, in grado di mobilitare tutte le immense risorse represse del popolo di Centrodestra.
L'invito che emerge dall'appello che vi trasmetto, seppur quantitativamente limitato, nonché dalle decine di interventi che si succedono su radio Radicale è pressante, preciso ed ultimativo:
Meno chiacchiere, meno ricerca di effetti speciali e di colpi eclatanti, meno corteggiamenti a chi, come Di Pietro, rappresenta solo se stesso, e più fatti.
Abbandonate, vi prego, la realtà virtuale nella quale, dall'alto dei vostri palazzi romani o milanesi, vi crogiolate e calatevi nella realtà concreta, delle persone che vivono e lavorano e che questo sistema vogliono contribuire a modificare.
Dateci un esempio di vera coerenza, di vera opposizione, cominciate a mantenere, da sconfitti, quelle promesse elettorali che avevate fatto pensando di vincere.
Ci avevate promesso o un duraturo governo o una ferma opposizione.
Bene , mantenete la parola data, che Dio voglia che così sia!
Un suggerimento a chi tenta nuove strade
A chi, poi, vorrebbe creare nuovi partiti, siano essi Partiti liberali di massa o riedizioni della grande balena bianca, suggerisco di riflettere bene sul dato di fatto concreto e non virtuale, ovverosia che gli elettori hanno scelto, ed hanno premiato un Polo unito confermando fiducia ai suoi leader, nonostante gli errori che, essendo umani, possono aver compiuto.
Chiunque cerchi di dividerlo, tentando avventure a destra, a sinistra o al centro, sarà punito; come dimostra il fenomeno Bossi, la coerenza paga più dei comportamenti ondivaghi ed incomprensibili.
Né han ragione di essere le posizioni di chi chiede, dopo la presunta "disfatta", il ricambio di tutto il ceto dirigente, come è avvenuto all'interno del PDS dopo il flop della gioiosa macchina da guerra.
All'interno del PDS, infatti, si è solo affermata la supremazia di una corrente (la dalemiana) sulle altre (occhettiana e veltroniana) e la vittoria elettorale non è dovuta tanto ad una capacità di rinnovamento dei quadri, quanto ad una operazione di maquillage che può trarre in inganno un elettorato come quello di sinistra, uso obbedir tacendo, non certo uno come quello di centrodestra, dal palato raffinato, schizzinoso ed estremamente critico, teso a ricercare la pagliuzza nel proprio occhio piuttosto che la trave in quello altrui.
Dunque, cercate di far sì che la sconfitta non vi divida e continuate, con coerenza, a costruire un Centrodestra riformatore ed alternativo al Centrosinistra, esaltandone i momenti di unione piuttosto che quelli di divisione, fermo restando che, legittimamente, ognuno potrà e dovrà assumere, con onestà e coerenza, le proprie posizioni su temi di carattere esistenziale, etico e morale che vedono le varie anime della coalizione divise.
L'importante è che nessuna di queste componenti pretenda una leadership o, peggio che mai, di rappresentare tutto il Polo.
Ciò che l'elettorato desidera: uscire dalle nebbie dell'incertezza, dei ni e dei so per sentire dire, ad alta voce, un bel SI ed un bel NO!
Ogni cedimento, sia esso accettazione di cariche istituzionali od altro, rafforzerebbe la convinzione urlata da Bossi, ovvero che l'un polo e l'altro pari son!
Dateci una battaglia da combattere e vincere!
Vi chiedo: perché non offrire qualche battaglia positiva a questo popolo di destra che attende solo un'opportunità per mobilitarsi, che attende, dai proprio leader, un segnale, una parola d'ordine semplice e chiara da tradurre in impegno politico e personale?
L'elettorato di centrodestra merita una maggiore attenzione di quella fino ad ora dedicatagli, visto che è composto da uomini e donne ansiosi di far sentire la propria voce e di uscire dal ruolo di silente e plaudente ascoltatore di comizi altrui.
Allora, anziché accettare la logica continuista e consociativa di un centrosinistra che tenterà di incagliare le riforme nelle secche di sterili commissioni parlamentari ed in tavoli zoppicanti, perché non rilanciare la proposta costituente, anche in considerazione del fatto che, in una Assemblea Costituente eletta con metodo proporzionale, le tesi del Polo sarebbero largamente maggioritarie, come dimostra il fatto che, in termini di voti, è il Polo e non l'Ulivo che raccoglie il maggior numero di consensi?
ASSEMBLEA COSTITUENTE, ORA
Lanciate la campagna per la raccolta di firme per la presentazione di una legge di iniziativa popolare per la convocazione, entro la metà del 1997, di una nuova Assemblea Costituente.
Questa proposta, oltre a tutto, rappresenterebbe un'occasione unica per riallacciare un dialogo interrotto con chi, pur nell'altro schieramento, condivide la convinzione della necessità di un profondo e radicale mutamento istituzionale, come Segni ed Adornato.
E se sulla Costituente convergeranno anche i voti della Lega, tanto meglio;
costringerete così Bossi a scoprire le sue intenzioni e le sue carte.
Vedremo chi ha veramente le carte vincenti in mano e chi si limita a bluffare!
Offrite una opportunità di riscatto, di impegno e di movimento a chi non aspetta altro che di essere chiamato a ciò!
In conclusione
Non continuate a ripetere gli errori di Occhetto, che lanciò un messaggio negativo contro quello positivo del Polo: offrite opportunità di riscatto e di riscossa all'elettorato veramente vincente.
Lasciate agli altri il canto delle prefiche e le autoflagellazioni, nonché la ricerca di legittimazioni da chi non ha alcun titolo per farlo, foss'anche un noto magistrato ex amico dei tanti potenti che, non si sa per quale subitanea resipiscenza, ha deciso di indagare!
Assemblea Costituente ora e subito, per riscrivere tutta la Costituzione, prima e seconda parte, e vediamo se Prodi riesce a rattoppare le contraddizioni che esistono all'interno dell'Ulivo, non solo fra Ulivo e RC, visto che anche PPI e Verdi amano le riforme istituzionali come il Diavolo l'acqua santa.
Il campionato è ancora lungo, non è detto che il duemila veda la faccia del Prodi ridens a Palazzo Chigi; loro sono bravi a gestire il potere, dimostriamo che noi lo siamo altrettanto nel gestire l'opposizione, o la prossima volta............ sarà veramente fra vent'anni!
Con ossequio.
Riccardo Gandolfi
Ps: copia di questa lettera verrà distribuita, per doverosa informazione, a tutti coloro che hanno sottoscritto l'appello e che ringrazio pubblicamente.