Scritto il 3-Mag-96 alle 20:06:22 da M.Cappato:
MC> In un partito leninista ho l'impressione che non si
MC> voti democraticamente e pubblicamente su tutto.
MC> E siccome gli iscritti e i rappresentanti degli
MC> iscritti hanno votato la fiducia a certe scelte, se non
MC> si e' daccordo con quelle scelte sarebbe opportuno
MC> prendersi la responsabilita' di proporre qualcos'altro,
MC> e vedere se si e' capaci di convincere gli iscritti e
MC> irappresentanti degli iscritti. O no?
E qui mi casca il paggio. Chi ha discusso e votato sulla delirante conduzione delle trattative preelettorali ed elettorali? Gli iscritti? Ma quali?
Quanto alle procedure leniniste, in URSS e attualmente in Cina (ma anche a Cuba e altrove), si votava e si vota democraticamente e pubblicamente su tutto. E infatti, l'Unione Sovietica (come regime, non come sistema economico-sociale, già fallito da tempo) non è crollata per caso, ma perché gli elettori si sono trovati a un certo punto a poter scegliere.
Anche lo statuto del Movimento (di cui mi onoro di essere iscritto, anche se non elettore) è stato votato. Peccato che poi la segreteria nazionale lo consideri carta igienica (cfr. ordinanze interpretative sui delegati dei club).
E infine, lo statuto del PR è stato approvato (si fa per dire) con la stessa procedura seguita dal PDS per adottare il proprio, a lungo criticata da Pannella come esempio di pratica leninista. E' forse necessaria la falce e martello per identificare i metodi leninisti?
Quanto alla concreta possibilità di convincere i "rappresentanti degli iscritti", ho i miei dubbi: anche se un suddito fa notare al re la sua nudità, se i servi sciocchi del re lo convincono del contrario, difficilmente il re s'accorgerà di essere nudo.
e.colombo@agora.stm.it