Cara Laura,
La mia constatazione discende, unicamente, dall'analisi dei fatti.
Partndo dal presupposto che non esistono miti né dei umani (ché gli Deitroppo han da che fare che occuparsi dlle terrene vicende), mi limito a considerare ciò ce, in un partito democraticamente organizzato, avverrebbe dopo una disfatta come quella subita alle ultime elezioni.
Il dato di fatto è che il MCP ha subito una scissione, ovverosia che, buona paret del ceto dirigente che, nel bene o nel male, aveva contribuito ad un buon risultato nel 1994, avendo sfiorato il 4%, se ne è andato altrove.
deputati riformatori, ben prima di ogni naufragio di trattativa, hanno scelto altri lidi, dopo aver condotto una battaglia all'interno del Moviemnto, dove, però, non sono riusciti a far sentire le proprie ragioni.
A Lucca, come Club, abbiamo tentato in tutti i modi di impedire a Pannella di compiere l'errore di presentarsi, in Toscana, da solo , mentre noi sostenevamo il pieno appoggio al candidato del Polo, Paolo del Debbio, lucchese e persona non troppo consociativa.
Ma non è stato possibile far cambiare idea a Pannella, il quale, anzi, ci ha maltrattato in diretta a radio Radicale.
Poi ha seclto Marco Affatigato, persona di sacrso prestigio (quantomeno) come proprio interlocutore privilegiato: perché?
Perché il club di Affatigato è il club di Lucca che dice sempre si, mentre noi diciamo, "vediamo, diciamo si se siamo convinti, no se non lo siamo."
La tendenza di circondardarsi di yesman è tipica di tutti i grandileaders carismatici, sia politici che industriali.
Ma rappresenta un grosso limite, rendendo impossibile vedere le ragioni dell'altro e, molte volte, riuscire a comprendere per tempo le ragioni delle nostre sconfitte.
Io non sono un yesman, sono toscano, quindi, per antonomasia, maledetto.
Bastian contrario, ma non per partito preso; nel 1994 scelsi di sostenere il candidato della lista pannella, quando la sinistra sembrava vincente, all'interno del Polo scelsi il MCP perché rappresentava meglio del Polo le mie scelte.
Ma, laicamente, non firmo mai cambiali in bianco, per nessuno; valuto proposte e risultati.
Vorrei che il MCP questo facesse e su questo riflettesse, ma questo vuol dire metter in discussioen la leadership.
Tutto qui.
Riccardo Gandolfi