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Conferenza Movimento club Pannella
Partito Radicale Rinascimento - 7 maggio 1996
ARTICOLO SU LIBERAL 5-6-96
DI GIANNI BAGET BOZZO

PANNELLA COME MURRI UN PROFETA CRISTIANO

Il rapporto dei pannelliani con Pannella è stato quello di iniziale conversione a lui, seguita sempre dall'abbandono: non del convertito rispetto a Pannella, ma di pannella rispetto al convertito. E il libro bello e coinvolgente di Massimo Teodori su marco pannella, che reca il sottotitolo Un eretico liberale nella crisi della Repubblica, è la testimonianza di un abbandono. Teodori non ha raccontato pannella, ha raccontato il suo rapporto con lui. Colloca Pannella nella sfera di maestro di spirito, più e meglio che in quella del politico.

Definire l'azione di Marco Pannella in termini politici è difficile perchè Pannella rappresenta un successo eminente di un impolitico.

L'impolitico non guarda al governo, vuole, attraverso la politica, riformare l'orizzonte spirituale degli uomini. Marco Pannella ha puntato in sostanza a una riforma del cattolicesimo italiano, non inteso come appartenenza ecclesiastica ma come cultura del popolo. Il suo avversario è stato quella convergenza tra cattolicesimo e comunismo che è cominciata con gli anni Sessanta e che ha avuto il suo massimo risultato politico nel compromesso storico.

Il compromesso rappresenta in sostanza il rovesciamento del Risorgimento, che ebbe come elemento centrale l'introduzione nella cultura italiana della laicità dello Stato e della libertà del cittadino. Il libera la chiesa in libero Stato di Cavour era in radice l'idea di una riforma del cattolicesimo italiano, riteneva che il mutamento dell'Italia avrebbe determinato il mutamento della Chiesa. ma il conflitto tra Stato e Chiesa avrebbe reso a lungo impossibile una posizione cattolico liberale, che aveva già avuto il suo annunzio in Antonio Rosmini. La Chiesa si definiva nei paesi latini attraverso il conflitto con il liberalismo, mentre il positivismo e il materialismo invadevano le Università italiane, il socialismo creava nel popolo una sorgente di ispirazione diversa e opposta al cattolicesimo. La posizione cattolico liberale era bloccata. La riforma del cattolicesimo mediante la accettazione dell'idea di libertà è in Romolo Murri. Ricordo che, nel 93', Pannella mi chiese di interessarmi di una pubblicazio

ne su murri e io declinai perchè lo conoscevo troppo poco. E provavo, da cattolico, una certa difficoltà a riconoscermi in chi aveva abbandonato la Chiesa e il cui ritorno cattolico era avvenuto alla vigilia della morte, nei giorni di badoglio. Murri aveva fatto parte del partito radicale ed era stato eletto per tale lista, divenendo, come lo definì Giolitti, il "cappellano dell'estrema sinistra": Murri forniva una connessione tra cattolicesimo e radicalismo. L'urto con san Pio X era inevitabile: ma con Papa Sarto la Santa Sede inizia il riconoscimento dello Stato italiano: fatto provvidenziale, perchè l'entrata in guerra dell'Italia contro l'Austria avrebbe prodotto gravi problemi ai cattolici e al Paese se i cattolici e al Paese se i cattolici avessero continuato a rifiutare la legittimità delle istituzioni. Ma sul piano dei rapporti del cattolicesimo con la libertà di coscienza come valore fondamentale dell'uomo e dimensione centrale della fede, il proprio del cattolicesimo liberale, non si erano fatti pa

ssi avanti. L'approccio era avvenuto sul terreno dei rapporti tra Chiesa e Stato, non sul terreno della libertà. Lo si vedrà con il fallimento del tentativo di Sturzo e poi nei rapporti con il fascismo, che giungono a un evento nei rapporti tra chiesa e Stato in Italia con i Patti Lateranensi. Per converso l'esperienza democratico cristiana di Murri aveva certo fatto fare un passo innanzi alla maturazione dei cattolici verso la libertà: senza Murri non ci sarebbe stato Sturzo: senza il Partito Popolare, il passo decisivo verso l'acquisizione della libertà come elemento proprio del cattolicesimo italiano non sarebbe avvenuto.

Pannella sorge quando la dimensione liberale del cattolicesimo italiano italiano entra in crisi con l'unità politica dei cattolici, come gestita dal Sessanta in poi. Con Pio XII, l'unica disciplina imposta ai cattolici è di carattere negativo: è la condanna del voto ai comunisti. Ma dopo Pio XII, e specialmente con Paolo Vi, si crea una situazione nella Chiesa italiana che ricorda il non expedit. Il voto cattolico è bloccato. Con il non expedit era impedito ai cattolici il voto: con l'unità pastorale dei cattolici è imposto ai cattolici il voto per la Dc.

E questo crea un singolare collante tra cattolici e comunisti. Paolo VI fa di Aldo Moro il suo rappresentante nella Dc: e Moro tenta di dar vita a un Governo della Dc con il Pci. E' la negazione del cattolicesimo liberale. E' negli anni di Paolo VI che Pannella rispetto al liberalismo storico. Il liberalismo storico è idealista e razionalista, si include nella sfera del politico. Pannella vi introduce la dimensione individuale: la coscienza e il corpo. Ciò lo conduce a non vedere lo Stato come lo strumento del liberalismo ma piuttosto come il suo limite. Sono due posizioni che lo avvicinano al cattolicesimo liberale: ma lo conducono a uno scontro con la Chiesa. La Chiesa di paolo VI accetta la secolarizzazione nel suo interno e toglie alimento dottrinale alla vita spirituale e spiritualità alla teologia. Tuttavia, proprio per dissimulare il conflitto dottrinale, Paolo Vi lotta in Italia contro la secolarizzazione avvenuta sul piano del costume morale. Pannella si inserisce in questo conflitto con le tematich

e del sesso e del corpo: prima il divorzio, poi l'aborto. Sono temi che escono anche dal quadro di rispetto delle posizioni della Chiesa scelte dal Pci. E tuttavia pannella riesce a imporre alle sinistre e poi allo schieramento di governo, Dc compresa, le sue proposte. Pannella ha permesso alla politica di esprimere il cambio culturale avvenuto nel Paese, ha costretto il Pci a differenziarsi dalla Chiesa, e la Chiesa di Paolo VI a vivere la sua contraddizione: accettare la secolarizzazione in teologia, rifiutarla in politica, accettarla per i docti, rifiutarla per i simplices.

Con ciò appare chiaro che il terreno su cui Pannella si situa non è quello del potere e del governo. Non cerca il potere ma la comunicazione, quasi in modo ossessivo: è parola continua, un presidenzialismo in tutte le sedi, dal parlamento europeo al consiglio circoscrizionale di Ostia. Il governo in Italia è patrimonio di due entità metastatuali, la Chiesa e il comunismo, la lotta per il governo è una lotta perduta negli anni Settanta e Ottanta per la proposta liberale. Essa può nascere solo sule terreno diverso, che è quello del messaggio spirituale e civile.

Pannella, portando i suoi deputati radicali in parlamento, distrugge il concetto centrale del sistema politico: quello di arco costituzionale.

Questo tema fa parte ormai dell'armamentario del Pci. La legislazione e la politica sono costituzionali solo se si fondano sull'intesa tra le forze politiche che hanno fatto la Costituzione. L'errore ideale, la colpa liberale del Pli di Malagodi, è di avere avallato questo armamentario comunista per liquidare i monarchici e arginare i missini. Pannella, con i suoi deputati radicali, rompe questa situazione. Rompe cioè in principio l'ingabbiamento politico della Costituzione. Con quella mossa Pannella compie due atti fondamentali nella politica di governo: legittima il Msi e rende possihile Craxi, cioè un panito socialista anticomunista, avverso al compromesso storico. La rottura socialista con il comunismo avviene su un terreno pannelliano: l'atto di clemenza verso una detenuta delle Br in cambio della liberazione di Moro: un cedimento dello Stato per salvare una vita. E' qui che nasce il Psi di Craxi: mentre l'assassinio di Moro e la morte di Paolo Vl mettono fine al compromesso storico. Pannella ha avuto

successo mediante le opere di altri.

In questo tempo Pannella guarda a Craxi: e Craxi ricambia lo sguardo, ma non gli dà la tessera socialista, pur pubblicamente promessa e da Pannella accettata. I due uomini hanno la medesima cultura politica. Panneila ha dato a Craxi le parole del liberalismo mediante.Martelli. L'unica cultura alternati va al marxismo e al comunismo di cui Craxi dispone è il liberalismo di Pannella. Non è certo il liberaiismo di Malagodi e di Zanone. _ la linea pannelliana del garantismo e dei referendum che, mediante Martelli, penetra il Psi di Craxi. Assieme radicali e socialisti propongono e vincono i referendum dell'87 sulla responsabilità civile dei giudici e sulla rinuncia al nucleare.

Craxi tenta di gestire in chiave liberale e nazionale il consociati ismo democristiano comunista. I suoi margini di manovra sono ridottissimi, I'alternanza tra Dc e socialisti alla direzione del governo non è alternativa alla consociazione, è solo la gestione socialista di essa. Craxi è travolto quando la Dc inizia la sua dissoluzione con i referendum Segni. Ma, significativamente, come nota Teodori, in tutto il processo di travaglio che inizia nel '91, Pannella rimane vicino agli uomini del Psi e in genere del pentapartito. Dinanzi alle iniziative 'rivoluzionarie'della magistratura, che mirano all'area del Caf ed esentano i postcomunisti e i democristiani di sinistra. Pannella ritrova la sua vocazione garantista, quella che gli ha fatto difendere i diritti civili di Toni Negri e di Piromalli, di un teorizzatore del terrorismo e di un uomo della 'ndrangheta. Il profeta si rivela più forte dei politici: tanto fone che riesce a far eleggere presidente della Repubblica un democristiano marginale, Scalfaro. Di q

uesta fiducia si pentirà poi, liberandosi dal rimorso promuovendo la raccolta di firme per l'impeachment del presidente.

L'idea di unire attorno a sé il Psi e quindi di entrare nello spazio di governo tenta Pannella: ma ormai la giustizia giacobina offre salvezza solo a quei socialisti che entrano nel ridotto postcomunista.

Pannella guarda con interesse anche al tentativo di Achille Occhetto, che è il tentativo di trasformare il partito postcomunista in un partito di sinistra, secondo il modello europeo, abbandonando il modello, l'egemonia, proprio della tradizione comnista.

La vittoria nel marzo '94 del Polo della libertà fa intravedere al profeta la terra promessa. Gli offre lo schema della democrazia liberale della democrazia occidentale, la divisione tra destra e sinistra. E, immediatamente dopo, per iniziativa Scalfaro, Pannella vede tornare un blocco che riprende la linea togliattiana dei fronti popolari abbandonando in più la figura di sinistra scosta dal centrismo del linguaggio, delle motivazioni, delle alleanze. La categoria non europea di centro sinistra diviene la forma di un blocco di regime, in cui tutte le differenze politiche sussistono e si consociano. La democrazia consociativa si realizza al posto della sinistra. L'alternativa tra destra e sinistra compare nella forma ma sparisce nella sostanza.

Il profeta dovrebbe diventare re, perché la sua profezia si è realizzata, il Polo della libertà è costretto a combattere per essa. Pannella offre con i referendum al Polo, sconfitto in parlamento, la possibilità di riapparire, proprio sulla questione Fininvest, maggioranza nel Paese. Puo' il Polo riconoscere il profeta come re? I profeti non divengono mai re. I rapporti tra Pannella e il Polo sono conflittuali non per differenti pensieri, ma per differenti vocazioni Pannella diviene un profeta contro il Polo. Tuttavia Pannella conta nel Polo più dei postdemocrisiani, che 'ora di Dini hanno dimostrato tendenze consociative. Se il Polo vincesse Pannella potrebbe divenire ministro (magari della Giustizia Sarebbe stata una iniziativa felice nella passata legislatura. Potrebbe esserlo in questa? o infine Pannella appartiene troppo alla Cristianita' per poter mai diventare un profeta re?

La mia lettura di Pannella, diversa in qualche punto da quella del libro di Massimo Teodori, che riempie una lacuna (come mai si è scritto cosi' poco di un personaggio che parla tanto e di cui tanto si parla?) giunge con linguaggio diverso, alla conclusione di Teodori. Ho usato il termine di profeta invece che quello di eretico. scelto da Teodori. Gli eretici sono dei grandi organizzatori. Nessuno pensa a Jean Calvin come a un profeta, ma come a un grande organizzatore ecclesiastico. Gli eretici non sono dei profeti, sono dei vescovi alternativi per una Chiesa altemativa. E Teodori mostra che Pannella vuole organizzare la comunicazione, ma non fondare una istituzione. Pannella e'come Murri, una fgura interna alla Cristianità italiana, alla sua figura cattolica. E'entrato in conflitto con la Chiesa ma cio' corrisponde alla dinamica della profezia.

 
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