di Angiolo Bandinelli"LETTERA AL DIRETTORE" DEL QUOTIDIANO "IL TEMPO" -
INVIATA IL 4 MAGGIO SCORSO, NON PUBBLICATA
Signor direttore,
potranno formarsi ed affermarsi finalmente in Italia, così ponendo fine a una storica carenza, un partito ed una politica davvero liberali? Questo, il succo dell'intervento di Gianni Baget Bozzo su "Il Tempo" di venerdì scorso. E la risposta che l'autorevole politologo dà è positiva. A suo avviso, il Polo ha le caratteristiche per poter svolgere, dall'opposizione, un ruolo di autentica sostanza liberale. Basterà ricordi sempre che "la forma ordinaria dell'opposizione" è di saper "offrire costantemente un programma alternativo e una alternativa di governo credibile". Questo è essenziale, pur nella assunzione di responsabilità, anche nella forma di un dialogo con il governo, quanto sia in gioco "il bene comune".
Questo richiamo al "bene comune" stupisce. La tematica del "bene comune" è tipica della sociologia politica di alcune delle forme di cattolicesimo operanti in Italia. E' proprio con il richiamo al "bene comune" che molte volte, anche in un recente passato, si sono compiute scelte ideologicamente molto mirate, e non tutte certamente indirizzate verso la crescita di una cultura e di una politica liberali. C'è dunque almeno da discutere sull'impostazione di Baget Bozzo: né la nostra perplessità viene scemata dal richiamo a quelle che Baget Bozzo individua come le due grandi correnti politiche che svolsero, "nella storia del Regno", una funzione di opposizione "liberale" pur essendo di per sé "non liberali": "l'astensionismo cattolico e il movimento operaio". Senza voler sottovalutare il ruolo che queste due forze hanno svolto in Italia, non attribuirei loro una funzione di maieutica liberale: semmai, potremmo parlare di un ruolo di grande stimolo democratico, e per noi i due termini non coincidono completamente
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Nel presente, il problema dell'opposizione liberale c'è, ma dubitiamo che il Polo sia oggi del tutto attrezzato a svolgerla. Sul piano strutturale manca ad esso, ancora, una forte assonanza con la voglia di cambiamento presente nel Paese, mentre sul piano politico-culturale, ad esempio, non possiamo non rimarcare il silenzio delle sue componenti che si dicono liberali nel delicatissimo dibattito di questi giorni, sia sul piano tattico che strategico e di prospettiva. E' una assenza che dà da pensare.
Ma è evidente che il problema meriterebbe più ampia discussione.
Grazie per l'ospitalità.
Angiolo Bandinelli