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Conferenza Movimento club Pannella
Partito Radicale Rinascimento - 12 maggio 1996
OPINIONE 12 MAGGIO 1996 PAG 7

DOMANDE:

1) PARTITO RADICALE DA REINVENTARE, RICORDARE O AIUTARE?

2) I RADICALI HANNO RETTO ALL'IMPATTO MAGGIORITARIO?

3) COME E' POSSIBILE SALVARE IL PATRIMONIO DELLE BATTAGLIE RADICALI?

4) ITLIA LAICA, ESISTE ANCORA?

5) VIRTU' E LIMITI DELLA POLITICA DEL PR ALLA LISTA PANNELLA

PERGAMENO:"PANNELLA, IL RE MIDA DELLE LIBERTA'"

"Riesce a trasformare tutto quello che tocca. Ma l'idea di fare un partito gli ha sempre dato il voltastomaco" di Silvio Pergameno

1) Secondo me il Partito Radicale è piuttosto da riscoprire. La testimonianza non è un fatto politico; per l' aiuto occorrerebbe la "cosa" da aiutare, che non c'è. E sul reinventare non sono d'accordo. C'è, se si vuole, da ripercorrere un' esperienza passata; c'è da capire le ragioni dei radicali che dal 1982 non hanno rinnovato l' iscrizione; c'è da chiedersi prima di tutto se un partito, radicale o come lo si chiami, sia un obiettivo da perseguire. A questo proposito per me la risposta è ovvia, proprio perchè tre lustri fa ho tratto le conseguenze che un partito, in ogni caso, non lo si voleva.

2) Che la risposta a questa domanda sia negativa è, purtroppo, nelle cose. Ma la riflessione che la domanda suggerisce, evocando il maggioritario, è che la formula politica del "partito radicale" è da riscoprire, oggi la riproposizione dell' esperimento non ha più senso in una direzione movimentista, ma occorre avere come punto di riferimento tutti coloro che comunque sono stufi della prima repubblica dell' Ulivo, di un passato di consociazione e lottizzazione, legato al reimpianto dell' Italia del dopo-guerra...Non è certo la proposta del tentativo, oltretutto velleitario, di creare uno strumento di coordinamento tra le forze che si oppongono al passato, quanto piuttosto l' idea di un luogo politico capace di iniziative dirompenti rispetto al passato, sulle quali far convergere quanti subiscono in qualsiasi modo i guasti del regime DC/PCI e che oggi sono scollegati e dispersi, costringendoli ad appropriarsi di un bagaglio politico che sembra loro lontano, estraneo. Dall'Unione goliardica italiana al divorzi

o, la forza dei radicali si è sempre rivelata nella capacità di dimostrare che il cosidetto qualunquismo celava problemi veri ed enormi.

3) Mi è difficile rispondere, proprio perchè radicale, so che mi metto su un terreno dove si rischia l' equivoco. Abbiamo sempre rifiutato la distinzione tra laici e cattolici, perchè i cattolici ben possono essere "laici" se non sono clericali, liberali se non sono concordatari. I comunisti, o ex o post, non sono certamente laici e non è un caso che siano "eletti" da padre Sorge, un pò in tutti i sensi. E coloro che nella prima repubblica laici sono stati chiamati, del laicismo sono stati solo una caricatura, al servizio della DC, col ruolo di "minori", come anche li si chiamava.

4) E' il terreno privilegiato per lo scontro dei radicali e le iniziative referendarie restano lo strumento principe. Ma occorre anche difendere l' istituto del referendum, se no tra Corte Costituzionale, interventi parlamentari e massacro delle consultazioni vittoriose va a finire che non ne resta nulla. Si dovrebbe fare un terreno centrale di battaglia per l' opposizione; ci si riuscirà?

5) Pannella riesce a trasformare in libertà e verità quello che tocca. A metà degli anni sessanta denunciò che il patto non scritto tra Dc, Pci e Psi e i tre "minori" era la continuazione corporativa e lottizzatrice, del Partito nazionale fascista e scoprì che questo nuovo e perfetto regime erea scoperto,come il precedente, proprio sul terreno delle libertà e dei diritti civili. L' idea di fare un partito però gli aveva sempre dato il voltastomaco. Eppure la sfida radicale rimasta incompiuta è proprio quella del partito anche se non di tipo leninista, cioè un centro dominante con ripartizioni territoriali, nè come federazione di clientele e coorporazioni. Federazione si, ma di riferimenti politici autonomi, di una società civile che pensi ed operi e dove il territorio, se emerge, impersoni i problemi delle diverse realtà, delle diverse storie di questa nostra Italia. Altrimenti al posto dei radicali spuntano le Leghe.

 
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