Ma l'aborto non è un gioco
[ Dal WEB donne di Città Invisibile ]
Questa è la riflessione di una cittadina invisibile che la Commissione
Donne della Città Invisibile ha condiviso e che ritiene giusto mettere
in evidenza.
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A proposito della triste vicenda del dottor Conciani, ginecologo e
militante radicale, beccato a fare aborti clandestini su minorenni
piangenti, sul letto di un appartamento fiorentino, con tanto di
vecchietta che poi puliva con la varechina nel miglior stile delle
antiche mammane da prezzemolo:
non ci mettiamo a entrare nel merito "profondo" dei principi che
stanno dietro a una questione delicata come l'aborto; non ci mettiamo
neanche a discutere la validità in assoluto della legge 194, le sue
implicazioni morali, i suoi eventuali bachi e possibili
perfezionamenti; non ci mettiamo a farne, in definitiva, una questione
generale, sulla quale ci stiamo tutti accanendo da decenni e non si è
ancora finito.
Vorremmo soltanto porre l'indice su una frasetta strappata ad
un'intervista del suddetto personaggio, appena uscito di galera: dopo
una zagagliata sul diritto di chiunque di abortire al di fuori di ogni
regola, conclude: e poi io a fare gli aborti mi diverto, per me è un
gioco. Parole di uno che si presenta come un benefattore delle donne e
un paladino delle dignità umane e dei diritti civili. Tale individuo,
che si vanta di aver contribuito, con le sue provocazioni,
all'istituzione di una legge che regolamenti e controlli la tragedia
dell'aborto, non solo adesso si diverte a dribblarla come un ragazzino
si diverte a fare slalom coi pattini tra i cordoli dell'asfalto, ma,
parole testuali, si diverte a fare aborti.
Di fronte a una sedicenne disperata abbandonata incinta dal suo
ragazzo, o a una casalinga con marito messo in mobilità che di bambini
ne ha già quattro, o a una extracomunitaria buttata in strada e poi
costretta ad abortire quando magari è già di cinque mesi e comincia a
non poter piú lavorare fruttuosamente, lui si diverte. Lasciando ad
ogni singola persona le considerazioni generali sull'aborto, nel pieno
rispetto delle diversità di opinioni e di sensibilità, sia che queste
considerazioni derivino direttamente da impulsi emotivi, sia che siano
conseguenza di una valutazione "fredda" dei principi, sarebbe
importante se un folto gruppo di donne, meglio se di tutte le età, di
tutte le idee politiche e di tutte le convinzioni morali possibili, si
facesse sentire con vigore non appena la vicenda tornerà fuori, ad
esempio in occasione del processo... farsi sentire per ribadire che,
dopo tanti sforzi per contenere la tragedia dell'aborto, e per darle
comunque dei confini legali perché non rimanesse una mera occasione di
guadagni per gente priva di scrupoli, una tale allegra disinvoltura
risulta, oltre che apologia di illegalità, e oltre che contraddittoria
con tutto ciò che il detto medico si vanta di rappresentare, una
pesantissima espressione di cinismo e di cattivo gusto.
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