Il leader radicale, dopo i risultati elettorali, vuole chiudere i clubdi Gianni Pennacchi
da Il Giornale pagina 8
Ma che fine ha fatto Marco Pannella? e' da un mese, che tace. Lo si e' visto in udienza dal Dalai Lama, una settimana fa: lui, e il Budda incarnato, da soli. E' comparso poi in Transatlantico, durante il dibattito per la fiducia al governo ma rapido e fugace come un fantasma: senza nemmeno far distribuire una di quelle sue famose "note", contorte e fluenti, ricche di critica a Romano Prodi, all'Ulivo e anche al Polo. Il responso sembra quello di una sfinge. Mentre una voce si diffonde e prende corpo minaccioso: Marco vuol chiudere bottega. Insomma, Pannella si accinge a liquidare la sua lista e i suoi club, ad annullarsi politicamente prendendo atto della sconfitta elettorale. Ma come l'araba fenice, gia' vagheggia la resurrezione futura: sotto l'antico segno della rosa nel pugno.
Inutile domandare ai suoi amici che cosa faccia Marco in questi giorni. "Sta zitto", dicono. Ed e' altrettanto vano cercarlo direttamente perche' e' partito l'altro ieri per Bruxelles, a sbrigare gli ultimi affari e chiuder la casa che gli era rimasta dagli anni di eurodeputato.
Probabilmente Pannella parlera' martedi', visto che deve essere a Roma in udienza preliminare per il processo intentatogli dopo la disobbedienza civile del Natale scorso, quando ando' a Piazza Navona, e vestito da Babbo Natale si mise a distribuire gratuitamente panetti di hashish.
Il movimento dei club Pannella-Riformatori ha indetto una manifestazione per dopodomani alle 10, proprio davanti al tribunale di Piazzale Clodio, alla quale aderisce ovviamente il Cora, Coordinamento radicale antiproibizionista. Ma questa per Pannella Santa Klaus delle canne libere, rischia d'essere l'ultima manifestazione dei club. Anche se Sergio Stanzani e' candidato alle regionali in Sicilia. Il vecchio e glorioso segretario radicale, infatti, non capeggia nell'isola la Lista Pannella: si presenta sotto la bandiera di Forza Italia. Dunque, piu' che un desiderio di rivincita pannelliana, sembra il lascito del leader per un vecchio compagno d'armi da sottrarre alla pensione. Forse Pannella scendera' in Sicilia per dar manforte a Stanzani e al Polo, che laggiu' si e' rivelato sempre amico. Ma in ogni caso, a meta' luglio riunira' il Consiglio generale del movimento. Per decretare formalmente l'autoscioglimento.
La decisione sarebbe maturata in un seminario a porte chiuse che Pannella ha tenuto all'Ergife. E il cui senso concreto e finale e' stato: bambole si chiude, oltre tutto non c'e' piu' una lira. In termini politici, il leader ha spiegato che essendosi "esaurite le ragion d'essere della Lista Pannella, bisogna chiudere e superare questa esperienza". Autocritica per aver lasciato abortire la lista con Vittorio Sgarbi, addivenendo all'alleanza col Polo solo 48 ore prima del voto? No, perche' i risultati hanno rivelato che di quei quaranta collegi offerti da Berlusconi e Fini al duo Pannella-Sgarbi, solo quattro son risultati vincenti. Piuttosto, ai fedelissimi della sua tribu', addolorati per la liquidazione, Marco ha lasciato intravedere un verbalino in cui si accenna ad un possibile riutilizzo della Rosa nel pugno, l'antico simbolo del partito radicale e dei socialisti francesi, quasi vagheggiando un futuro partito radical-socialista. E a chi lamentava le ristrettezze economiche quale causa principale della ch
iusura, il buon Marco ha risposto che no, anzi: c'e' un contratto firmato con Berlusconi, che riconosce in ogni caso alla Lista Pannella il 10% del rimborso elettorale spettante all'intero Polo. Quattro o cinque miliardi, mica una lira.
Restano da sistemare i beni di famiglia. La sede di Torre Argentina puo' esser venduta bene. Agora' Telematica, la creatura di Cicciomessere che gia' ora avrebbe bisogno di qualche miliardo, e' quella che piu' rischia l'esistenza. Il Centro d'ascolto tv infatti, essendo una struttura professionale, puo' resistere autonomamente. Ed anche Radio Radicale puo' farcela da sola: perche' comunque un senatore c'e' e non sara' difficile trovare altri parlamentari che firmino per le sovvenzioni pubbliche. "Sotto quel profilo la radio dovrebbe essere a posto", dice Paolo Vigevano, "salvo vedere quanto reggeranno la legge dell'editoria e la convenzione con la Camera, sulle quali la nuova maggioranza manifesta gia' propositi di revisione".
Eccoci dunque: muore Pannella, viva Pannella. A Montecitorio il leader senza piu' partito conserva un ufficiolo; e Bebbe Pisanu, capogruppo di Forza Italia, non sembra intenzionato a sfrattarlo. Guardino a quel lume i provati radicali e i solidi socialisti dispersi: la Rosa nel pugno, prima o poi verra' innalzata. E infine, non c'e' sempre la valanga dei referendum che aspetta?