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Conferenza Movimento club Pannella
Donvito Vincenzo - 6 giugno 1996
non mollare! W la libertà!
n.2 del 4/6/96. giornale periodico di coordinamento tra gli iscritti aè Movimento dei Club Pannella-Riformatori e del Partito Radicale in Toscana. Redazione: 50129 Firenze, via Cavour 68, tel.055/2302266-290606, fax 2302452. stampato in proprio. Testata non registrata al registro stampa del Tribunale e direttore non responsabile non iscirtto all'ordine dei girnalisti per contestare la legge liberticida che imepdisce la libertà di stampa e su cui pende una richesta di referendum abrogativo. D.D.T. (direttore di turno): Marco Affatigato

edizione telematica testuale

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IL MOVIMENTO CHE C'E'

Facciamo il punto sul dibattito del dopo-elezioni. Tutti sono invitati a farci pervenire un loro messaggio.

Grand Tour - Toscanata: otto incontri.

Pisa, Lucca, Pistoia, Arezzo, Siena, Grosseto, Livorno e Prato. Otto assemblee che, pur nelle loro differenze, ci danno un segnale di vitalità, presenza, articolazione. Abbiamo seminato, continuiamo a seminare e cominciamo il raccolto. Non è facile, in questo momento (quando lo sarebbe?), ma è una precisa volontà di esserci, proporre e di essere disponibili a NON MOLLARE.

Un movimento che in Toscana -oltre alla sua storia che ha dato forza, persone e idee al movimento e al partito radicale tutto- ha qualcosa da dire, da essere utile per la costruzione dell'alternativa politica al regime liberticida dello sfascio e per creare Diritto e istituzioni lì dove ancora vige solo la legge della forza fisica, sia essa Onu o Repubblica Popolare cinese.

Una fotografia dall'interno che deve servire a capire come meglio esserci, e come meglio contribuire alla crescita del movimento e del partito in Italia e nel mondo.

Il club: una conferma.

Il movimento non è cresciuto grazie all'opzione organizzativa del club, che è stato sì luogo di incontro e di organizzazione delle battaglie, ma solo dove è stato un riferimento territoriale. I club tematici non esistono. Più club in uno stesso luogo non hanno rappresentato ricchezze e opzioni organizzative migliori, ma sovente sono stati un ostacolo alla discussione, al confronto e all'organizzazione delle battaglie, fino ad essere -anche- luogo di incontro di chi ha amato distinguersi come "non-radicale", di "persona con i piedi per terra rispetto ai radicali transnazionali". E, nei fatti, i club sono serviti a raccogliere iscritti non-militanti, e quindi contributi per il movimento: una funzione positiva che si è fermata lì.

Il dibattito è ancora aperto, non si può esaurire con questo "Grand Tour o Toscanata". Siamo appena agli inizi di un confronto a 360 gradi che mette in discussione tutto il nostro modo di essere e di fare politica, ma che di per sè non deve assolutamente essere un alibi per limitare l'attività, anzi.

I radicali.

Il partito radicale, e l'attuale movimento dei club -unica presenza italiana che abbia raccolto il patrimonio e le forze delle battaglie radicali dal 1962 al 1989- hanno molto da dire e proporre. Il problema è tutto nei mezzi e negli strumenti. E per delle persone d'azione quali siamo, non è poco. E mi preme ricordare che senza un'adeguata organizzazione italiana, non ci sono speranze per il partito radicale. Non è un caso, infatti, che l'attivissimo segretario del partito, Olivier Dupuis, sia anche deputato europeo della Lista Pannella-Riformatori, e che il presidente del partito, Jean François Hory, deputato europeo eletto in Francia nella lista Radical (nota alle cronache come quella dei radicali di Tapie), e membro del gruppo Alliance Radicale al PE di cui fanno parte anche i pannelliani italiani, me lo ricordo solo perchè è il presidente eletto "in contumacia" all'ultimo congresso ..... per il resto "se ci sei batti un colpo". Ridiscutere tutto, del partito quanto del movimento, non è un vizio di forma

di chi vuol continuare a confondere ciò che non deve essere mescolato, ma semplicemente una presa d'atto dell'interazione economica e politica degli unici due assi portanti che oggi testimoniano e articolano il radicalismo italiano. Se qualcuno confonde le sue idee con la realtà, libero di farlo. Io prendo atto della situazione che ci sta portando, salvo nuovi e diversi -rispetto al passato- interventi, alla chiusura del tutto per mancanza assoluta di mezzi e cattivo uso di quelli esistenti.

L'esperienza in Toscana.

Abbiamo cercato di fare patrimonio di ogni iniziativa, cercando di convogliare le energie che di volta in volta si impegnavano per questa o quell'altra battaglia in organizzazione e strutture, agili e funzionali. Qualche volta abbiamo peccato di burocraticismo, ma spesso è stato un timore preventivo più che una realtà. Le gabbie, si sa, non sono fatte per noi; figuriamoci l'idea di ingabbiarci. Grazie a questa attenzione -e grazie a scelte di vita di alcuni di noi- l'organizzazione non è stata un limite alla manifestazione della nostra politica e del nostro pensiero, ma un supporto che ci ha consentito di superare situazioni difficili per tutti, e di contribuire anche al di là della nostra articolazione regionale. Penso ai compagni che dalla Toscana hanno contribuito alla crescita del Partito Radicale nell'Europa dell'est -lasciandoci anche la vita, come ha fatto Andrea Tamburi, assassinato a Mosca- e penso alle ultime vicende della raccolta delle firme per la presentazione delle liste elettorali, dove il "s

occorso toscano" è stato determinante per alcune circoscrizioni.

Certo, noi che ci conosciamo dall'interno, e che sappiamo quanto sia difficile la gestione quotidiana della nostra presenza, e quanto sia debole e poco organizzata, abbiamo elementi di ulteriore riflessione sulla situazione del movimento e del partito a livello nazionale e transnazionale. Dobbiamo per questo sentirci "ganzi"? Tutt'altro. Dobbiamo fare tesoro di ciò che siamo e cercare di esportare e comunicare il più possibile con tutto il pianeta radicale, perchè abbiamo da imparare dai compagni del Burkina-Faso quanto da quelli di Monza, e nello stesso tempo abbiamo da insegnare loro. C'è bisogno di una interattività che gli strumenti fino ad oggi utilizzati hanno poco sviluppato. Più che essere raggi di una stella che ha la sua energia al centro, dobbiamo essere come corpo di un sole dove ogni particella consente l'esistenza dell'altra. E questo lo abbiamo già verificato nel Grand Tour toscano, incontrando e discutendo con i compagni delle diverse realtà, trovandoci sempre in sintonia -pur nei diversi app

rocci e sistemi di organizzazione- nell'individuare obiettivi a lunga e media distanza.

Come fare.

Tecnologia, interattività e Agorà Telematica.

Intanto stiamo ultimando la dotazione, in ogni sede o punto di riferimento, di uno strumento di comunicazione telematica, un computer con programma di scrittura e di invio fax diretto, oltre al collegamento con Agorà Telematica (che, per chi ancora non lo sapesse, ha il pacchetto azionario di maggioranza controllato da dirigenti e militanti del partito e del movimento, e che ha come maggiore "cliente" il partito stesso che, senza la struttura di Agorà, non avrebbe mai potuto svolgere attività transnazionale). Nei prossimi giorni, la nostra presenza in Agorà Telematica si tradurrà anche in uno specifico luogo di discussione e confronto, una Conferenza Toscana. Sempre per Agorà, oltre all'apertura delle sedi di Firenze e Prato, e la dotazione di collegamenti urbani a Siena, Pisa e Grosseto, siamo a buon punto per l'apertura della sede di Lucca, mentre è avviato il confronto per l'apertura anche ad Arezzo.

Radio Radicale.

E poi c'è il capitolo Radio Radicale. Nelle prossime settimane apriamo la sede toscana di Radio Radicale, in via Cavour 68. Sede regionale di un'emittente nazionale, che darà il suo contributo alla definizione e all'arricchimento del palinsesto. Una sede regionale a tutti gli effetti: fiorentina per collocazione fisica e logistica, toscana come presenza giornalistica, con corrispondenti in tutte le città dove la nostra presenza sarà rafforzata dallo strumento di comunicazione. Radio Radicale è una radio di partito, e il suo scopo, attraverso l'informazione, è quello di far crescere un partito che dell'informazione libera ha fatto una ragione di vita, cercando di acquisire forza, persone e consensi attraverso il suo originalissimo modo di essere. Ora, oltre che ascoltatori e saltuari collegati per tavoli e filidiretti, siamo anche attori.

Diritti degli utenti e consumatori.

E ancora -esperienza per il momento limitata solo alla Toscana- abbiamo l'Aduc -associazione per i diritti degli utenti e consumatori, che si spiega da sola. Polmone economico e d'informazione della sede fiorentina, sta per ampliarsi a Pistoia e Lucca. Idealmente e politicamente resa forte dalle iniziative del commissario europeo Emma Bonino, che le suggeriscono spunti d'iniziativa, è una miniera per il momento ancora molto interrata.

Belle scatole da riempire.

Un elenco di gioielli, a cui potremmo sommare anche altre iniziative più difficilmente esportabili sul territorio (centro d'ascolto televisivo, Teleroma 56 e Canale 66), che corrono il pericolo di essere regalati al miglior offerente o di disintegrarsi per mancanza di riferimenti. Per ora ce li abbiamo e siamo intenzionati a rafforzarli sul territorio, ma nello stesso tempo bisognerà riempirli di contenuti, dargli una sponda d'iniziativa locale, nazionale e transnazionale che li faccia essere proiettori di una proposta politica (i 20 referendum e la riforma istituzionale all'americana) che oggi ha quelle difficoltà che derivano ad un movimento politico che, dopo aver investito quasi tutto sulla presenza istituzionale attraverso le elezioni, si ritrova nel novero di coloro che sono stati sconfitti, e che per questo è nella necessità di rivedere molta della sua strategia., a partire dal "marchio Pannella" nella sua etichetta.

Vincenzo Donvito

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ASSEMBLEA REGIONALE PER LA CONCLUSIONE DELLA TOSCANATA

domenica 16 giugno, ore 16 a Firenze nel giardino della sede di via Cavour 68

con Paolo Vigevano, segretario/tesoriere del Movimento dei Club Pannella-Riformatori

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BOSS LOCALI

Il club di Grosseto fin dalla sua nascita ha dovuto convivere con l'esistenza di una amministrazione pannelliana. In qualche modo questo fatto, casualissimo, ha tracciato tracciato un percorso che ha portato ad un grosso impegno a livello locale.

Al di la' della azione referendaria questo impegno che ha donato una grande visibilita' ed ha costituito una delle cause che ci hanno permesso di limitare il naufragio delle politiche.

L'altra ancora di salvataggio e' stato l'immediato schierarsi a fianco di Tiziana Parenti, una candidata non soltanto genericamente liberale, ma anche disposta ad uno scontro duro e frontale con le ghiande-olio-produttrici e con i consociativismi vari e trasversali che ci appestano.

Mi auguro che questa strada continui ad essere seguita e che a Roma si accorgano che la 142 consente ai sindaci la possibilita' di non essere fantocci in mani partitiche.

Molte delle nostre idee liberali possono trovare concreta attuazione in sede locale, radicarsi e avere una notevole cassa di risonanza. Se il rischio e' quello di avere piccoli boss di provincia, ebbene va corso.

Massimo EMILIANI

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VISIBILITA' DELL'OPPOSIZIONE

La prima repubblica è salva, dopo anni di agonia e malattie gravi è finalmente fuori pericolo.

Un sentito grazie allo "staff medico" ed in particolare ai chirughi che hanno ricucito tutte le ferite.

Grazie quindi la Presidente Scalfarto abile coordinatore della troupe grazie al Pds e alla sua macchina elettorale, grazie anche a chi ha votato "ulivo" per aver ucciso definitivamente quel mostro orrendo della seconda repubblica nata dal connubio tra i "bravi" di Violante e Cittadini benpensanti (e nonpensanti) giustizialisti pronti ad accorrere in massa per vedere teste da tagliare e gogne pubbliche di quei personaggi da loro stessi eletti, grazie per aver chiuso la rivoluzione dei vili il terrore all'Italiana.

Tuttavia rimane qualcosa, il taglio profondo con il Nortd del Paese, rimane Bossi che sparge sale sulle ferite addossando colpe all'unica parte d'Italia che non ha.

Queste vanno trovate nel centro del Paese, è proprio qui che non ci sono elettori ma clienti, i clienti si sa vogliono il trattamento, per cui finita questa fase inziale di "buonismo" quando tutto sarà meno visibile si procederà alla distribuzione di aggravamenti, pensioni, e posti di non lavoro, si accontenteranno "i caporali" del sindacato così attenti e solerti nel loro lavoro elettorale, continuando lo sperpero di ciò che non si ha più e trasformando il taglio con il nord in una spaccatura.

Al Polo quindi il dovere di rimanere coeso, per dare al Paese per la prima volta una opposizione credibile, perciò niente buonismo che sa di consociativismo, ma opposione in Parlamento e diventare visibili fuori, se occorre con autobus, auto o elicotteri (senza vergogna se si sono pagati è certamente meglio di quelli usati da Dini e pagati da Noi), spiegando lo stesso programma che sarà sicuramente sempre attuale, di certo nulla cambierà se non l'aggravarsi dei conti pubblici ci sono cinque anni per porre le fondamenta della terza repubblica, nata da un progetto Politico e dalla riforma istituzionale.

I giudici abbandonino la lotta politica e comincino a giudicare in ogni posto, sempre, ed in tempo reale, altrimenti le pene le pagheremo Noi con altri quaranta anni di prima "Repubblica".

Massimo Marri

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A.A.A. POLO LAICO CERCASI

C'era una volta il Polodella Libertà, una formazione nata dal nulla (si sussurra scalfarianamente che ci fosse dietro la CIA, nonché gli immancabili servizi segreti) che 2 anni fa vinse le elezioni, mandando all'opposizione il peggio della tradizione consociativa catto-comunista, cioè i protagonisti di quel sistema in cui il partito di maggioranza relativa e il suo principale avversario si combattevano nelle piazze per poi spartirsi l'impossibile, vedi appalti pubblici, assunzioni nel settore pubblico, fondi perduti nel mezzogiorno e così via (ma ovviamente questi sono discorsi da fascisti reazionari).

Ma la forza del Polo non era solo nel programma di risanamento della pubblica amministrazione e conseguentemente dei conti pubblici e dell'economia generale del Paese. Il Polo era anche un contenitore in cui avevano diritto di cittadinanza culture diverse e per certi versi anche antitetiche (vedi AN e Lega), e in cui, soprattutto, laici e cattolici godevano, sostanzialmente, di pari dignità, tanto è vero che il CCT, cioè BTP, insomma il partitello di Casini si limitava a mastellare per conto proprio, influendo raramente (per lo meno fino al momento del ribaltone) sull'indirizzo generale del Polo.

All'interno del Polo si riconoscevano infatti milioni di cattolici, stufi di farsi derubare dai De Mita di turno in nome di Gesù Cristo, ma anche milioni di laici, orfani questi ultimi della diaspora causata da Tangentopoli. E' infatti curioso notare come il ciclone giudiziario abbattutosi sui partiti negli anni '90 abbia tolto di mezzo solamente PSI, PSDI, PLI e PRI, lasciando vivi e vegeti PCI (il partito degli onesti!!) e DC (tolti Forlani e Citaristi, unici sfigati, gli altri sono ancora alla ribalta).

Nel marzo del'95, però, a seguito del "ribaltone" e in prossimità delle elezioni amministrative, il cav. Berlusconi si metteva in testa un'idea meravigliosa (Cesare Ragazzi docet); visto che il Polo, secondo i sondaggi, oscillava intornoad un "misero" 53% dei voti, sarebbe bastato comprare anche mezzo PPI per arrivare al 60%... o no?

Eh no, Caro Silvio, la politica non è matematica, se non nel momento della conta delle schede, e le idee non si svendono per un buttiglione pieno di muffa e di avemmarie; risultato, il Polo da allora ha incassato una serie di sconfitte brucianti in tutte le consultazioni, nazionali o parziali, svoltesi da un anno a questa parte.

Nelle ultime politiche il centro-destra ha pagato duramente lo scotto di una campagna elettorale condotta in maniera a dir poco demenziale; abbiamo assistito impietositi, impotenti ed infine incazzati alla penosa pantomima di un berluschino piccolo piccolo che andava ogni giorno mendicando gli insignificanti voti dei più irriducibili baciapile del Bel Paese, sgolandosi nell'affermare che il Polo era il vero difensore dei valori cattolici, che la questione meridionale era il primo problema, che l'ulivo era - orrore!! - una congrega di atei, che il komunismo era alle porte e chi più ne ha più ne metta; risultato, milioni di elettori laici, che nel '94 avevano portato il Polo al trionfo, hanno voltato le spalle al Cavaliere, milioni di settentrionali imbufaliti hanno preferito gettarsi tra le braccia di un Bossi tanto etilico quanto coerente nel suo unico ma efficace slogan, milioni di moderati sinistrorsi si sono rassegnati a votare rospi e professori dal sapor di nebbia pur di zittire questo novello Savonarol

a oramai bollito e svalvolato.

Come se non bastasse ci troviamo ad essere governati da un centro-sinistra che, a sua volta, ha dovuto fare ampie concessioni al tronco di DC che si riconosce in Jerry White, portando in Parlamento volti nuovi cone De Mita, Mancino, Andreatta e sullo scranno di Palazzo Chigi il democristianissimo e soporifero - sarà un caso, ma mi ricorda Forlani - Romano Brodi.

A questo punto una riflessione si impone: siamo proprio sicuri che la sconfitta del Polo sia stata tale anche per noi? Era poi veramente preferibile "vincere" per fare da stampelle a Rocco e ai suoi fratelli?

Probabilmente è il caso di ripensare la collocazione del movimento laico e liberale in genere, prima di tutto in Parlamento, specialmente considerando che l'opposizione di Rocco e dei colombacci di FI durerà fino al prossimo ribaltone e che AN - la cui effettiva comunanza con le nostre idee è molto molto parziale - resterà schiacciata nell'angolino in cui già si trovava il MSI: è dunque tempo di affrettarsi per cercare di aggregare, una buona volta, gli esponenti politici a noi vicini e rilanciare la prospettiva, finora affidata solamente o quasi all'azione dei referendari pannelliani, di un grande progetto politico e culturale di riforma liberale, liberista e libertaria, in cui coinvolgere, negli anni a venire, quella componente di origine socialista democratica e repubblicana che oggi, a sinistra, sicuramente soffre non poco nel vedersi capitanata da un apparatcik come D'Alema o da una serie di vescovi progressisti (!) che considerano peccato l'uso del profilattico.

L'aggregazione di un Polo Laico e Liberale del tipo ora descritto può sembrare un'utopia, ma è comunque l'unica meta cui dobbiamo tendere per far sì che un giorno tutti assumano dignità di cittadini e non di sudditi costretti a prostituirsi ad un Partito o ad una Chiesa per ottenere un lavoro o anche un semplice sguardo da parte del burocrate di turno, da noi stessi lautamente stipendiato, che giocherella con la nostra pratica in sospeso da mesi.

Lorenzo Pazzagli

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I FRANCESCANI LAICI?

Da dove ricominciare? Trovo la domanda inutile. Bisogna solo continuare., semplicemente prendendo atto della situazione nuova del maggioritario imperfetto, con partitti assolutamente non democratici (contro la Costituzione, ricordata solo quando fa comodo ...) che abbiamo a Destra e a Manca. Quando poi avremo vinto la battaglia si vedrà ....

Ora non si può essere che movimento d'opinione, ma bisgona portarlo fino in fondo. Ossia si deve continuare ad essere degli scandalosi, irriducibili rompiballe, pronti per ogni battaglia "liberal", clamanti in un deserto che "liberal" non è attato, e tantomeno ora che tutti si proclamano tali, senza risparmiare nè Destra nè Sinistra.

Saremo tanto più incisivi e autorevoli in quanto ci libereremo di impegni elettorali. Impegneremo e sfideremo così, su battagliespecifiche, i sedicenti liberali di destra e d'azione. A livello di ogni singolo collegio poi in occasioni elettorali si prenderà posizione di volta in volta, là dove detta la "ragion liberale", senza rispetto aprioristico per nessuno.

E' l'unico modo per crescere e far crescere in un mondo di crescente intolleranza. Badare all'essenziale. Testiomniare il Verbo. Minoritari come sempre, perchè è la qualità che conta. E' il messaggio che deve far breccia.

Mario Ascheri

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LA VITTORIA DEI NONVEDENTI DI REGIME

Terminata la campagna elettorale e quindi anche il 'regime" di par condicio, che ha significato condicio favorevoli solo per i soliti noti, viene il momento di tirare le somme. E' bene farlo pubblicamente perche' queste stesse riliessioni saranno valide probabilmente anche per le prossime campagne elettorali e per i prossimi anni.

Chi ha vinto queste elezioni? Ha vinto l'illegalità che da sempre domina questo Paese illiberale e anti-democratico. Ha vinto l'arroganza di chi occupa il potere. Ha vinto chi dallo sfascio pensa di avere qualcosa da guadagnare per sé nell'immediato e oltre non sa andare. Non si tratta di stabilire se ha vinto la destra o la sinistra, hanno vinto a destra ed a sinistra le forze della conservazione. Non hanno vinto gli operai, ma i loro sindacati parastatali, non banno vinto i professionisti, ma i loro ordini, non ha vinto la religione, ma la chiesa, non ha vinto la politica, hanno vinto i partiti, non i militanti, ma i funzionari. Ha perso la ragione. Ha vinto certo chi ha saputo gettare più fango sull'avversano, abbiamo perso noi che fango abbiamo ncevuto da destra e sinistra. Con anche il solito spettacolo di una religione che non è per l'uomo, ma contro un uomo. Per noi comincia oggi la solita battaglia quotidiana del doversi scegliere, del dover scegliere, nel percorso più difficile, la nostra coerenza.

Per il resto il Paese si avvia verso l'ultimo atto dello sfascio incosciente e muto. Quando gli iceberg della nostra megalomania ci schiacceranno ne avremo un risveglio atterrito. Continueremo due su cento, uno su mille fino a quel momento a fare il poco o tanto di cui siamo capaci, poi ci rimetteremo al nuovo potere se di meglio non avremo potuto o saputo fare. Lo spiraglio che si era aperto nella politica italiana si sta rapidamente nchiudendo; noi mettiamo una zeppa del due per cento, fìnché non ne rimarremo schiacciati, finché non saremo al buio totale. I ciechi comunque continueranno a non accorgersi di nulla.

Carlo Del Nero

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PARTITO RADICALE - Arpa, associazione radicale pensiero e azione

All'incontro della segreteria, che si è tenuto ad Arezzo domenica 26 maggio u.s., sono state delineate le prossime linee d'azione:

- Far pervenire a tutti i punti di riferimento il documento che dà atto al Partito Radicale di essere O.N.G. (organizzazione non governativa) di primo livello presso l'O.N.U.;

- Presentare ai Sindaci, ai Presidenti della Province e delle Regioni (laddove vi siano punti di riferimento A.R.P.A:) "interpellanze urgenti di risoluzioni di solidarietà":

1) Solidarietà al popolo cinese in occasione del settimo anniversario di piazza Tien an Men;

2) Per il rispetto della libertà d'opinione: Richiesta al Presidente della Repubblica di sostenere la candidatura al Premio Nobel per la Pace 1997 di Wei Jingsheng, uno dei più autorevoli rappresentanti del Movimento per i Diritti dell'Uomo e per la Democrazia in Cina, attualmente imprigionato dal regime cinese;

3) Solidarietà al popolo tibetano ed al governo del Tibet in esilio: per l'apertura presso l'O.N.U. di negoziati sulla questione tibetana, per richiedere al governo della Repubblica Popolare cinese la liberazione del piccolo Panchen Lama (un bambino di 6 anni che per i buddhisti tibetani è la reincarnazione del Lama), sequestrato dal governo cinese e tenuto prigioniero in una località segreta;

- Stand dell'A.R.P.A. e del CORA alla fiera di "Arezzo Wave", che avrà luogo dal 3 al 7 luglio;

- "Tavoli ed ancora tavoli" d'informazione radicale nelle località turistiche;

- determinazione delle quote di adesione all'A.R.P.A. per l'anno 1996:

A) iscritto al Partito Radicale, L. 10.000

B) simpatizzante non iscritto al Pr, L. 36.500

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AREZZO WAVE

festival europeo delle tendenze musicali emergenti

ad Arezzo

dal 3 al 7 luglio

stand del Cora e del Partito Radicale

tutti i giorni dalle 18,30 alle 2

Lo stand sarà gestito con turni che verranno organizzati dai radicali aretini con la collaborazione di tutti i toscani e non. Chi è disponibile è pregato di mettersi in contatto con la sede di Arezzo e/o Firenze

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CLUB E NON. DOVE?

- Firenze: vedi sotto la testata. Riunione: martedì ore 21 in sede.

- Arezzo. Riunione martedì ore 21 c/o studio Gamurrini, via Ristoro 86, tel.300602. Donatella Poretti tel/fax 0575/365424. Francesco Scatragli tel/fax 901750.

- Follonica. Annarita Dingacci, tel.0566/51740, fax 45222.

- Ghivizzano (Lu). Costituendo Club Mondo Ideale. Riunione: saltuaria. Alessandro Benvenuti tel.0583/77585, fax 709757

- Grosseto. Riunione: saltuaria. Filippo De Martino tel.0564/455801, fax 454701. Rossana Borgoni tel.24818.

- Isola d'Elba. Francesco Piga, tel.0565/95490, fax 95262

- Livorno. Riunione: saltuaria. Alessandra Impallazzo, tel.0586/890130, fax 880378.

- Lucca.

Club Obbiettivo Comune cp 316. Riunione: martedì ore 21, corte Pini 17. Tel.0583/956540, fax 956568.

Costituendo Club Pannunzio. Riunione: saltuaria. Pierpaolo Donnarumma 0583/55359, Massimo Bulckaen 0360/596042.

- Massa. Carlo Del Nero, tel.0585/246141

- Pisa. Riunione: martedì ore 21 il luogo da definire. Dario Russo, tel/fax 050/580683.

- Montecatini. Lauro Cardelli, tel.0572/950042. Pierantonio Rossi, tel/fax 0572/951572

- Pistoia. Sede: via Porta al Borgo 88, tel/fax 0573/31099. Patrizio Tronci, tel. 46633.

- Poggibonsi. Riunione: saltuaria. Massimo Moretti, tel.0577/939574.

- Prato. Riunione: saltuaria. Fioravante Scognamiglio, tel/fax 0574/465560.

- Siena. Riunione: saltuaria. Stefano Bartali, tel/fax 0577/281122.

- Torrita di Siena. Riunione: saltuaria. Vittorio Petri, tel/fax 0577/685249.

- Viareggio. Edoardo Malfatti, tel.0584/32029

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COME ISCRIVERSI

- Movimento dei club: lit.74.000 (lit.55.000 se iscritti al Pr)

- Partito Radicale: lit.310.000

- Coordinamento Radicale Antiproibizionista: lit.100.000

- Esperanto Radikala Asocio: lit.50.000

Nessuno Tocchi Caino: lit.50.000

COME FINANZIARE

inviando contributi sul cc bancario n.10433/00 intestato a Partito Radicale-Arpa c/o Cassa di Risparmio di Firenze, codice Abi 06169, codice cab 02817

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AGORA' TELEMATICA

Il Movimento dei Club Pannella-Riformatori e il Partito Radicale sono sulla Bbs Agorà Telematica e in Internet ai seguenti indirizzi Web: www.riformatori.stm.it e www.agora.stm.it/pr.

In Toscana ci si può connettere componendo i seguenti numeri diretti: Firenze 055/213333,

Prato 0574/422222, sono anche possibili connessioni attraverso la rete Albacom nelle seguenti città: Grosseto 0564/410725, Pisa 050/21183, Siena 0577/41808

ufficii commerciali a 50129 Firenze, via Cavour 68, tel.055/291408 (r.a.), fax 2302452

50047 Prato, via Giotto 27, tel.0574/604350, fax 604450

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fine dell'edizione telematica testuale. n2/96 del 4/6/96

 
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