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Conferenza Movimento club Pannella
Partito Radicale Rinascimento - 6 giugno 1996
IL TEMPO 6 GIUGNO 1996

L'ERESIA LIBERALE DI MARCO PANNELLA TRA "CICCIOLINE" E BATTAGLIE LIBERTARIE.

LE INTERVISTE/Massimo Teodori racconta il leader del radicalismo italiano.

Articolo di Roberto Gervaso p.20

Tutti gli dobbiamo qualcosa, anche se lui forse crede che tutti gli dobbiamo tutto (il meglio, naturalmente). Pannella non è mai stato, e non sarà mai, un politico come gli altri. C'è in lui la stoffa di Don Chisciotte, di Savonarola, di D'Artagnan e di Narciso. E' un combattente nato, di cui si possono anche non sposare le cause, ma di cui non si possono non ammirare il coraggio, la foga, l'onestà. Massimo Teodori, radicale della prim'ora e docente di Storia americana a Perugia, gli ha dedicato un gran bel saggio ("Marco Pannella", Marsilio, L.20.000), che tutti dovrebbero leggere. E Marco rileggere.

D. Perché un pamphlet su Pannella?

R. Marco è un pezzo importante della storia italiana: un pezzo tenuto ai margini perché eretico.

D. Cos'è stato Pannella ieri?

R. Un laico che non ha rinunciato ad esserlo; un liberale, capace di comportarsi come tale; un politico che non è mai stato politicante; un corsaro che non ha mai abbassato la testa di fronte alle armate democristiana e comunista.

D. E cos'è oggi?

R. Un uomo di profonda solitudine, politica ed umana.

D. Cosa sarà domani?

R. Se riuscirà a non ripetersi, ad essere, cioè, ad un tempo fedele, ma diverso da se stesso, sarà un elemento indispensabile per la libertà in quella che dovrebbe essere la nuova Repubblica.

D. Le sue più belle battaglie?

R. Per i diritti di libertà in tempi clericali, contro l'emergenzialismo in tempi emergenziali, per l'alternanza e l'alternativa in tempi di consociativismo.

D. La sua migliore intuizione?

R. Che Sciascia aveva una grande potenzialità direttamente politica e non solo intellettuale.

D. Il suo più ingenuo abbaglio?

R. Aver pensato di utilizzare Cicciolina, una volta eletta, come veicolo di propaganda.

D. In Pannella c'è più il leader radicale, il non violento libertario o il democratico a-comunista?

R. I tre aspetti convivono e in diversi periodi si manifestano con forza diversa. Ma in Italia per ragioni storiche, l'aspetto più difficile ad essere interpretato è stato proprio il mantenersi, per una persona della sinistra riformatrice, un bastione a-comunista.

D. Pannella: solo leader o anche statista?

R. La leadership l'ha esercitata, il ruolo di statista, no. Ma ha saputo governare le cose della politica con grande senso dello Stato.

D. Il suo carisma?

R. Pannella è cresciuto attraverso il lungo esercizio di una politica fondata su profonde convinzioni ed esercitata con rigore.

D. I suoi limiti politici?

R. Aver ritenuto di poter trasformare le istituzioni e gli stessi uomini, cioè fare politica nel senso più nobile del termine, con la sola forza della sua persona.

D. I suoi limiti umani?

R. Coltivare la solitudine pur nella continua necessità di essere circondato dalla gente.

D. Cosa sarebbe stato dell'Italia senza Pannella?

R. Non avrebbe avuto quell'aria rigeneratrice che sempre spira dall'eresia.

D. Cosa avrebbe fatto Pannella in un Paese anglosassone e protestante?

R. Le stesse cose, ma con maggiori possibilità di governo.

D. Perché dice che il peggior nemico di Pannella è Pannella?

R. Perché la sua pulsione esistenziale del doversi continuamente rinnovare, lo porta spesso a distruggere le opere che costruisce.

D. Con quali conseguenze?

R. Che gli effetti politici della sua azione sono molto inferiori a quelli che Pannella stesso meriterebbe.

 
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