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Conferenza Movimento club Pannella
Partito Radicale Rinascimento - 10 giugno 1996
Articolo di Egidio Sterpa pubblicato da 'Il Giornale' lunedi 10 giugno 1996 - pag. 5

Oscar scarica Pannella: che lo ha fatto eleggere

Non e' una buana stagione, questa, per Marco Pannella. Il suo carisma s'è appannato, ne' puo' piu' contare su una presenza di fedeli in Parlamento . Stanno anche per sfrattarlo da quell'ufficetto che ha occupato finora nella sede dei gruppi in via del Vicario.

Le ultime elezioni lo hanno ghigliottinato, e' riuscito a portare un solo parlamentare al Senato l'avvocato Milio, di provenienza liberale, ex pattista. Uno, uno solo.

E' la popolarità di Marco che e' scesa. A sinistra e' ormai considerato un 'traditore', la destra non gli perdona di aver eroso i voti del Polo, contribuendo alla sconfitta della coalizione.

Si, son tempi duri per il nostro Marco nazionale che tra l'altro non piu' parlamentare europeo, rischia guai giudiziari per aver distribuito, da solito provocatore, hashish per le strade.

E' davvero finito un mito? Il Marco impavido guerriero lui si 'Breveheart' della nostra politica, e' ormai da archiviare insieme alla storia della cosiddetta prima Repubblica?

Paiono pensarlo persino molti suoi ex amici, gente che l'ha seguito in cento battaglie, gli ha creduto ciecamente, ne ha subìto il fascino, I'ha sopportato come un padre padrone, I'ha amato svisceratamente e forse un po' irrazionalmente.

Non gente da poco ma uomini di forte personalita', di spessore morale e culturale, come Mellini, Teodori, Rutelli, Taradlash, per fare solo i nomi piu' noti. Scommetto che ora lo rimpiangono, avvertono che una bella stagione e' finita

Un'assenza sicuramente avvertita anche da quell'intellighentia laica che per anni sfuggendo ai richiami della sinistra massimalista, ha visto in Pannella un 'guru' libertario, un salvagente per le sue inquietudini e la sua indipendenza.

Quanti di loro professori universitari, grandi professionisti, scrittori, artisti in tutti questi anni non hanno esitato ad accorrere spontaneamente per sostenere le sue battaglie, ad offrirsi come testimoni nelle sue liste, nei suoi comizi, nei suoi congressi, senza nulla pretendere, consapevoli di pagare un pedaggio morale per la sopravvivenza di taluni ideali, soddisfatti d'essere nient'altro che mere comparse in un'avventura fatta solo di speranze.

Un fenomeno unico, forse irrepetibile, che per tanti anni ha fatto da contraltare ai tanti 'chierici' organici al Pci.

Uno per tutti va ricordato il cavo Sciascia, la coscienza forse piu' alta degli intellettuali dell'ultimo mezzo socolo, di cui va ricordata la risposta al Pci che gli rimproverava una testarda eterodossia: 'L'intellettuale replicò duro non deve ungere ma dar fastidio'.

Ora anche il capo dello Stato prende le distanze da Pannella, quasi profittando dell'attuale debolezza del 'guru'. No, non e' bello il colpo che gli ha inferto deprecando l'uso dei referendum di fronte alla Corte costituzionale, e proprio mentre la stessa Corte costituzionale sta per decidere sull'ammissibilita' dei venti referendum pannelliani.

Certo, e anche noi non abbiarno mancato di rilevarlo a suo tempo, venti referendum tutti insieme sono forse troppi e alcuni, anche a nostro parere, discutibili, ma l'intervento presidenziale e' stato quanto meno inopportuno e forse anche ingeneroso verso un ex amico.

Come dimenticare che fu proprio Pannella il primo sponsor della candidatura di Scalfaro al Quirinale? Lo ha ricordato Forattini con una sua vignetta ficcante: fu anche in forza del risultato di un famoso referendum, quello che apri' la tomba alla prima Repubblica, che Oscar Luigi Scalfaro sali' al Quirinale.

Quante cose di Marco in tutti questi anni non abbiamo condiviso, quante volte ci siamo trovati su sponde opposte. Ma oggi avverttamo acutamente che ci manchera'. Ci mancheranno il suo garantismo, la sua spavalderia libertaria, il suo coraggio di affrontare argomenti scomodi anche per conto di tutti noi.

Si, e' vero, spesso ci ha indispettito o irritato il nostro Marco nazionale con le sue provocazioni le sue stranezze, le sue follie.

Ma, riflettiamo, alla radice del vero coraggio non c'e' forse un po'di sregolatezza? E chi può negare che nella follia dei coraggiosi sono riposte spesso le nostre speranze e che c'e' in fin dei conti, in quelle follie, anche tanta saggezza?

 
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