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Partito Radicale Rinascimento - 10 giugno 1996
IL FOGLIO QUOTIDIANO 8 GIUGNO 1996

LE AMMUCCHIATE PROPOSTE DA MICCICHE' SONO INACCETTABILI. MA FORSE L'IDEA NON E' SUA.

Articolo di Antonio Martino, deputato di Forza Italia

'Il Foglio (7 giugno) ha dato notizia delle dichiarazioni di Gianfranco Miccichè, coordinatore di Forza Italia in Sicilia, il quale, alla vigilia delle elezioni regionali, ha auspicato per l'isola un governo aperto al Pds. Nello stesso articolo, questo giornale accennava al mio disaccordo con l'esternazione di Miccichè, sottolineato dalla rinunzia a partecipare alla campagna elettorale in corso nella mia regione. Vorrei chiarire, ammesso che ve ne sia bisogno, le mie motivazioni. Le dichiarazioni di Miccichè non sono soltanto inopportune - inducono a chiedersi quanti potenziali elettori siciliani di Forza Italia saranno stati da esse indotti ad orientare le loro preferenze verso un partito meno inaffidabile - sono anche inaccettabili nel metodo e nel merito. Cominciando dal merito, credo sia superfluo ricordare ai lettori del Foglio che FI è nata due anni e mezzo fa per consentire al bipolarismo, imposto dalla nuova legge elettorale, di funzionare, offrendo un'alternativa al blocco delle sinistre. Quanto ai

contenuti, FI si è imposta nel 1994 promettendo agli italiani un cambiamento dell'economia, della società e delle istituzioni in senso liberale, un progetto politico cioè diametralmente opposto a quello dell'aggregazione di sinistra. La campagna elettorale di quest'anno, anche se in forma assai più flebile, è stata basata sull'idea che fra il Polo per le libertà e l'aggregazione di sinistra ci fosse un abisso incolmabile quanto a programmi e a visione della società. Se adesso, cominciando (?) dalla Sicilia, FI decide di rinunciare alla sua contrapposizione alla sinistra, propendendo con i pretesti più disparati alle ammucchiate ed ai pastrocchi cancella la sua ragion d'essere, spacca il Polo per le libertà e priva l'Italia della speranza di avere una democrazia vera, basata sulla contrapposizione fra progetti politici alternativi. Si tratterebbe di una scelta gravissima, un'autentica pugnalata alla schiena alle speranze di quei famosi otto milioni di italiani che hanno votato per FI nella convinzione di ra

fforzare il bipolarismo, avviare il paese verso una democrazia compiuta, ed optare per un modello liberale della società e della vita opposto a quello delle sinistre. L'improvvida esternazione, come riferito da questo giornale, ha già prodotto i suoi effetti, determinando la giustamente indignata reazione di alcuni esponenti di An, oltre al rifiuto del Pds. Si sarebbe tentati di liquidare l'intera vicenda considerando l'affermazione del coordinatore regionale di Forza Italia come una imprudente ed ingenua manifestazione di immaturità politica, ma sfortunatamente le considerazioni relative al metodo non consentono questa generosa interpretazione.

Una scelta dettata da eccesso di zelo.

Il quesito, infatti, diventa: in base a quale mandato Miccichè parla a nome e per conto di FI, assumando decisioni così gravi che coinvolgono l'intero movimento? Una scelta come questa, comportando un'autentica inversione di rotta, dovrebbe essere meditata e presa solo a seguito di un dibattito politico generale, non improvvisata ed assunta in base alla folgorazione di un solo individuo. E' questo un problema annoso, la cui soluzione non può più essere rinviata: FI non ha più il diritto di essere movimento 'fai da te', privo di meccanismi decisionali trasparenti, democratici e collegiali. Essendo il maggior partito dell'opposizione e il secondo partito d'Italia, non è ammissibile che scelte che interessano otto milioni di elettori vengano affidate all'estro di una persona sola, che decide in piena autonomia come se si trattasse di suoi affari privati.

Nasce a questo punto il sospetto che l'affermazione di Miccichè non sia il parto autonomo di una fantsia sbigliata, ma l'eccesso di zelo di chi sa di interpretare l'opinione di persone piu' autorevoli. Se così fosse - e conoscendo i leali sentimenti che legano il coordinatore regionale di FI a Silvio Berlusconi, l'ipotesi è lungi dall'essere dietrologica - ci sarebbe da essere ancora più preoccupati, perchè l'iniziativa siciliana potrebbe costituire la premessa per una politica nazionale. Gli eventi delle prossime settimane provvederanno a sciogliere questo dubbio. Nel frattempo, per quanto mi riguarda, ho preferito non andare in Sicilia, perchè non mi attira l'idea di farmi complice di un'autentica truffa ai danni del nostro elettorato'.

 
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